SCENARIO – Tra saluti controversi e vendite in calo, quale futuro per Tesla?
Elon Musk, l’imprenditore che ha cambiato per sempre il mercato delle auto elettriche e l’industria spaziale, sembra ultimamente più impegnato a far parlare di sé per le trovate fuori contesto che per le sue innovazioni tecnologiche. E se è vero che l’importante è che se ne parli, forse stavolta Musk ha spinto un po’ troppo sull’acceleratore.
Un gesto da “crash test”
Tutti sanno che alla recente cerimonia di insediamento alla Casa Banca di Donald Trump, Musk si è reso protagonista di un saluto romano, scatenando un pandemonio mediatico. Il gesto non lasciava molto spazio all’immaginazione, ha fatto sollevare più di un sopracciglio e non è stato interpretato come un’abile trovata di marketing.
La “partnership” con il presidente Trump – già abbastanza divisiva – a molti è sembrata un’altra delle polarizzanti scelte dell’imprenditore, che ha provocato un silenzio imbarazzato da parte del suo staff.
Quando i clienti dicono “Grazie, ma anche no”
Al momento è troppo presto per registrare ripercussioni sulle vendite di Tesla a causa dei comportamenti muskiani ma chi pensa che le controversie personali di un CEO non abbiano impatto sulla sua azienda si sbaglia. Secondo un’indagine istantanea su 432 proprietari di Tesla, ben il 31% degli intervistati sta considerando di vendere la propria auto. E il 40% ammette di sentirsi imbarazzato a guidare una Tesla, temendo di essere associato alle gesta del suo fondatore.
Sembra che a guidare questa diaspora del dissenso siano i clienti californiani, tra i primi a sposare la causa elettrica di Tesla e che potrebbero essere i primi ad abbandonarla per i comportamenti di Musk. Del resto nello stato dell’Orange County, da sempre il regno delle Tesla, la quota di mercato sta già mostrando segni di cedimento piuttosto evidenti. E no, non è colpa del traffico o degli incendi.
I numeri non mentono (ma fanno pensare)
Tesla è ancora leader nelle vendite di auto elettriche ma la concorrenza sta accelerando. Marchi come Rivian e Lucid stanno colmando rapidamente il divario tecnico e di marketing, proponendo veicoli elettrici di qualità con il vantaggio di non avere un fondatore impegnato a impersonare un imperatore romano.
Anche un altro gioiello di casa Musk, la piattaforma X, non se la passa tanto bene. Una fuga di utenti, accompagnata da una perdita di inserzionisti (forse passati a Truth…) sta portando a un calo significativo dei ricavi.
Una reputazione elettrica
Certo, esiste una base di clienti fedeli che difende Musk e Tesla con convinzione, persone a cui non interessa quel che fa Elon nel tempo libero, ma ritengono la loro Model 3 fantastica: del resto, l’impatto ecologico delle Tesla e il loro design che piace restano punti di forza difficili da ignorare.
Ma per quanto tempo la qualità del prodotto riuscirà a compensare le scelte discutibili del suo fondatore? Nel mercato di oggi, dove la percezione del marchio è cruciale, Tesla non può permettersi di ignorare il malcontento crescente.
Sembra quindi che il futuro di Tesla sia sospeso a un cavo che si sta trasformando in un filo sempre più sottile. Musk può continuare a sfidare le convenzioni, ma a quale costo? La risposta potrebbe arrivare già nei prossimi trimestri, quando i bilanci mostreranno se il mix di innovazione e polemica è stato un successo o un clamoroso autogol. Per ora, una cosa è certa: Tesla è un’auto che va da 0 a 100 all’ora in pochi secondi, non può correre il rischio che la reputazione del suo fondatore faccia esattamente il contrario.
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