SCENARIO – Il futuro a corrente alternata dell’auto elettrica, tra convenienza e sorprese

Con la diffusione (non così rapida come auspicato) delle auto elettriche in Europa, la questione del costo della ricarica sta diventando un tema cruciale per i consumatori. Non si tratta solo di una scelta ecologica, ma anche di un investimento economico che varia notevolmente a seconda del Paese. Le differenze di costo – legate a fattori come la disponibilità di energie rinnovabili, le tasse e le infrastrutture – tracciano una mappa economica del futuro della mobilità elettrica.

Secondo dati dell’European Alternative Fuels Observatory (EAFO) e report di Visual Capitalist e Euronews, il costo medio della ricarica per 100 chilometri oscilla da meno di 3 euro in Islanda a quasi 19 euro in Norvegia. E l’Italia? Si colloca in una posizione intermedia, con una media di circa 9,1 euro per 100 chilometri.

Un pieno di compromessi (con un occhio al portafoglio)

In Italia, il costo medio della ricarica riflette un compromesso tra il crescente utilizzo di energia rinnovabile e la persistente dipendenza dalle importazioni energetiche. Gli investimenti in fonti verdi, come solare ed eolico, stanno aumentando, ma le infrastrutture di ricarica restano un punto critico. Le stazioni di ricarica pubbliche sono in crescita, grazie anche agli incentivi governativi, ma la rete non è ancora capillare quanto quella di nazioni come la Germania o i Paesi Bassi.

Nonostante ciò, l’Italia è riuscita a mantenere costi competitivi rispetto alla media europea. Con circa 9,1 euro per 100 chilometri, è più conveniente rispetto alla Norvegia (18,9 euro) o alla Slovenia (17 euro), ma ancora lontana dall’efficienza economica di Islanda (2,9 euro) o Portogallo (3,2 euro).

Islanda, il paradiso per le auto a zero emissioni (e per il portafoglio)

L’Islanda guida la classifica dei Paesi più economici grazie alla sua abbondanza di energia geotermica e idroelettrica. Con soli 2,9 euro per 100 chilometri, è il paradiso della mobilità elettrica. Portogallo e Finlandia (4,6 euro) sfruttano al massimo le loro risorse naturali e gli investimenti in rinnovabili per contenere i costi.

Questi Paesi dimostrano come l’accesso a fonti energetiche pulite e locali sia un vantaggio competitivo, permettendo non solo di abbattere i costi per i consumatori ma anche di accelerare la transizione verso un futuro a basse emissioni di carbonio.

Sorprendentemente la Norvegia – leader mondiale per quota di veicoli elettrici con oltre l’80% delle nuove immatricolazioni – registra i costi di ricarica più alti d’Europa. Questo è dovuto a una combinazione di tasse elevate e costi di manutenzione delle reti, nonostante l’ampio uso di energia idroelettrica. Una dinamica simile si osserva in Slovenia, dove il prezzo arriva, come detto, a 17 euro per 100 chilometri.

Questi casi sottolineano come non sia sufficiente avere accesso a energie rinnovabili: le politiche fiscali e la gestione delle infrastrutture giocano un ruolo fondamentale.

Quindi, che cosa influenza il prezzo della ricarica? Indubbiamente l’accesso alle energie rinnovabili: per esempio Paesi come Islanda e Portogallo beneficiano di fonti di energia a basso costo, come l’idroelettrico, il geotermico e il solare. E poi le tasse e le politiche fiscali; la Norvegia dimostra che tasse elevate possono rendere cara anche l’energia rinnovabile. Anche i costi di installazione e manutenzione delle stazioni di ricarica influiscono sul prezzo finale per i consumatori. Paesi con reti estese, come Germania e Francia, affrontano spese significative. Infine la dipendenza dalle importazioni: in Italia, la parziale dipendenza da energia importata contribuisce a mantenere il costo in una fascia media.

Il futuro green che fa bene al pianeta (e al portafoglio?)
Per l’Italia, la sfida è chiara: occorre investire in infrastrutture e ridurre la dipendenza da fonti energetiche esterne. Con una rete di ricarica più capillare e il continuo incremento delle energie rinnovabili, il nostro Paese può migliorare la sua posizione competitiva e accelerare l’adozione di veicoli elettrici.

In un mercato in continua evoluzione, conoscere le dinamiche economiche della ricarica EV è fondamentale per guidare scelte consapevoli. L’Europa sta tracciando la strada verso una mobilità sostenibile, ma il percorso è tutt’altro che uniforme… e quindi, che cosa bolle in pentola per il futuro dell’auto elettrica?

Se l’Islanda è il paradiso, la Norvegia ci ricorda che anche il paese più “elettrico” può avere le sue… spine. L’Italia, invece, è un po’ come il Belpaese: un mix di bellezza (le nostre rinnovabili), ingegno (i costi competitivi) e magagne (le infrastrutture da migliorare).

Insomma, il futuro dell’auto elettrica è un po’ come una roulette russa: ogni Paese ha le sue carte da giocare, ma il risultato finale dipende da tanti fattori. E noi, consumatori, non possiamo far altro che tenere d’occhio il portafoglio e sperare che la “corrente” ci porti verso un futuro più sostenibile. E magari anche un po’ più economico!

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