SCENARIO – Auto in Europa, tra elettrificazione e concessioni all’industria [terza parte]

Dopo i punti di vista di Transport&Environment e ACEA, diamo spazio all’ANFIA che a proposito del Piano Auto europeo afferma che la Commissione ha partorito un topolino dopo tanto rumore

Doveva essere un Piano d’Azione, ma si è rivelato più un elenco di buone intenzioni. Dopo mesi di attese, incontri ad altissimo livello e persino la discesa in campo dei sindacati con tanto di trasferte a Bruxelles, il documento presentato dalla Commissione Europea sul settore automotive ha lasciato l’industria con l’amaro in bocca.

Secondo l’Associazione Nazionale Filiera Italiana dell’Automotive (ANFIA) nelle 19 pagine del testo qualche spunto positivo c’è, ma chi si aspettava date certe, misure concrete e soprattutto risorse chiare per sostenere la transizione ecologica e la competitività del settore, dovrà continuare a pazientare. Il presidente dell’ANFIA, Roberto Vavassori, non nasconde la delusione: “Non si può chiamare Piano d’Azione senza azioni precise, fondi stanziati e chiari responsabili dell’attuazione”.

Neutralità tecnologica, questa sconosciuta

Uno dei punti più attesi riguardava la tanto sbandierata neutralità tecnologica, promessa dalla presidente Ursula von der Leyen solo pochi giorni fa. Il principio è citato nel documento, ma come verrà applicato nella pratica? Nessuna risposta concreta. La filiera chiede da tempo un approccio che lasci spazio a tutte le tecnologie sostenibili, dagli ibridi plug-in ai veicoli alimentati con carburanti sintetici non fossili. Ma di questo non c’è traccia.

Se vogliamo davvero decarbonizzare il settore – sottolinea Vavassori – non basta guardare al 2035. Serve un piano di rinnovo del parco auto circolante, oggi vecchio di 12,5 anni, che premi veicoli a basse emissioni prodotti in Europa. Senza questa strategia, il nostro settore rischia di soccombere sotto la concorrenza cinese e le politiche protezionistiche degli Stati Uniti”.

Multe e camion dimenticati

Un altro nodo dolente è quello delle multe previste per il 2025 sui limiti di emissioni: la Commissione ha concesso solo una soluzione parziale, che non soddisfa l’industria. Ancora più incredibile è l’assenza totale di misure per i veicoli industriali, settore cruciale per la logistica e altrettanto coinvolto nella transizione ecologica.

Qualche luce, tante ombre

Certo, il documento offre qualche segnale positivo, come il sostegno allo sviluppo di veicoli connessi, autonomi e software defined. Ma senza una visione complessiva e misure concrete, il rischio è che il tanto atteso Piano d’Azione si trasformi in una lista della spesa senza soldi alla cassa.

ANFIA e gli altri attori del settore promettono battaglia. Il dialogo con le istituzioni europee deve proseguire, perché l’automotive non è solo un’industria, ma un pilastro dell’economia e dell’occupazione europea.

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