SCENARIO – Da leader a inseguitori, il difficile futuro dell’auto tedesca
In Germania le case automobilistiche stanno affrontando una crisi profonda, con cali delle vendite, concorrenza agguerrita e problemi di innovazione. Occorre cambiare approccio per evitare di perdere nel mercato globale
Tariffe penalizzanti, crollo delle vendite, scarsa adozione dei veicoli elettrici (EV) e scioperi dei lavoratori: nessuna tregua per le case automobilistiche tedesche, che sono nel bel mezzo di una crisi esistenziale degna di un episodio di fine stagione di una soap opera. È vero che è l’intera industria globale a soffrire, ma sembra che i produttori tedeschi siano tra i più colpiti.
Almeno questo è il parere di Pietro Micheli – professore di Business Performance and Innovation presso la Warwick Business School – il quale in un’analisi pubblicata su “The Conversation” afferma che i costruttori tedeschi stanno attraversando turbolenze significative. Volkswagen sta riducendo la propria capacità produttiva, Mercedes-Benz ha lanciato un allarme sugli utili accompagnato da un programma di riduzione dei costi, mentre il valore di BMW ha subito una brusca caduta nell’ultimo anno.
Le radici della crisi
Le ragioni di questa tempesta perfetta sono molteplici: normative più stringenti, nuovi concorrenti agguerriti, costi energetici alle stelle, le ripercussioni del COVID sulla catena di approvvigionamento e, non ultimo, la cronica carenza di microchip. Ma il colpo di grazia arriva dalla Cina, che per le case occidentali si è trasformata da mercato da conquistare in formidabile competitor. I marchi cinesi stanno guadagnando quote di mercato a ritmo serrato, mentre i brand tedeschi hanno visto la loro presenza in Cina crollare dal 25% al 15% in soli cinque anni.
Oltre all’impatto economico, c’è un elemento intangibile ma cruciale in gioco: il senso di identità nazionale. L’automobile non è solo un prodotto per la Germania, è un simbolo di eccellenza ingegneristica e orgoglio industriale. Ma che cosa succede quando questo simbolo perde il suo smalto?
Icone alla sfida dell’innovazione
La Germania è stata la culla dell’automobile moderna. La Benz Patent Motor Car, lanciata nel 1886, è considerata la prima vettura prodotta in serie. Nel Ventesimo secolo modelli come il Maggiolino Volkswagen e la Porsche 911 hanno definito un’epoca. Il successo delle auto tedesche si basava su tre pilastri: velocità, potenza e indipendenza. BMW ha costruito il proprio mito intorno al concetto del puro piacere di guida.
Ma oggi i tempi sono cambiati. Se un tempo i consumatori desideravano il rombo di un motore potente, ora sembrano più interessati a ciò che un’auto può offrire oltre l’esperienza di guida. L’infotainment avanzato, la connettività, i servizi digitali e il comfort per i passeggeri sono diventati fattori chiave nella scelta di un veicolo. E qui emerge un problema: queste funzionalità sono spesso sviluppate da aziende tech, non dai costruttori automobilistici stessi.
Parallelamente, il settore si sta muovendo verso un paradigma completamente nuovo: l’autonomia dei veicoli e il dominio di ibride ed elettriche. E in questa corsa, i produttori tradizionali sembrano arrancare, mentre nuovi attori come BYD – che ha superato Tesla diventando il primo produttore di EV al mondo nel 2024 – e aziende tecnologiche come Waymo stanno rivoluzionando il concetto stesso di mobilità.
Da prodotto a esperienza utente
Il problema principale delle case automobilistiche tedesche, secondo Micheli, è il loro approccio all’innovazione. Più che anticipare le necessità dei consumatori, si limitano a migliorare prodotti già esistenti, sperando che ciò basti a mantenere la clientela fedele. Tuttavia, in un mercato sempre più dinamico, questa strategia è insufficiente.
Le aziende tecnologiche hanno capito che la chiave del successo sta nella cosiddetta “esperienza utente”. Non si tratta solo di ascoltare i clienti, ma di scoprire i loro bisogni latenti attraverso esplorazione e sperimentazione. Servono apertura mentale, capacità di gestire l’ambiguità e, soprattutto, la volontà di smantellare quelle gabbie burocratiche che soffocano la creatività.
Chi guiderà il futuro
Vinceranno le aziende che continuano a migliorare le auto per chi ama guidarle, o quelle che progettano veicoli per chi vede l’auto come uno spazio esperienziale, più che un mezzo di trasporto?
Per i produttori tedeschi, la strada è chiara ma tortuosa: senza un cambio radicale di mentalità, il rischio è passare da leader a inseguitori. L’industria automobilistica ha già visto giganti crollare sotto il peso dell’innovazione mancata. La Germania sarà in grado di evitare lo stesso destino?
La risposta è nelle loro mani. O, meglio, nei loro volanti.
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!