Sette domande a Willy Della Porta
È un’intervista estiva, solare, fatta sullo scoglio di fronte al mare.
È un’ intervista che sa di salsedine.
I luoghi influenzano gli incontri, facilitano il dialogo, se poi la scaletta è quella dello scoglio e non quella di un meeting, molto meglio.
Willy Della Porta è un professionista della pubblicità, della comunicazione e delle pubbliche relazioni: noto-notissimo-capace-capacissimo.
Un nome che è lui stesso un brand, che va pronunciato tutto di un fiato: WillyDellaPorta.
Con un nome così più che di brand non poteva occuparsi.
Lo abbiamo intervistato sullo scoglio dell’Ippocampo.
PS – L’ippocampo, noto anche come cavalluccio marino, è un simbolo ricco di significati, spesso associato a grazia, pazienza, perseveranza. In molte culture, è considerato un portafortuna e un emblema di buona sorte.
1. La tua prima auto?…
La 112 Abarth granata.
2. La tua strada del cuore?
Portofino – Santa Margherita.
Monaco – Cap Ferrat.
Sunset Boulevard a LA.
3. Fantasy dinner: chi inviti a cena tra personaggi del mondo dell’automobile di ieri o di oggi?
Ayrton Senna.
Gilles Villeneuve.
4. Il tuo stile di guida, più rischio o prudenza?…
Molto rischio.
E di vita?
Poco rischio.
5. Willy bambino sul sedile posteriore e Willy adulto su quello anteriore…
Con i miei genitori, Citroën DS Pallas Torino – Porlezza, Lago di Lugano, dove c’è la mia casa di famiglia.
6. Il ricordo di un tuo viaggio o, se preferisci un’auto come mezzo utile per il tuo lavoro di manager della comunicazione… un ricordo, o anche entrambi.
Io, mia moglie e i miei figli, con Andrea, Caterina, Lolli e Albi Bona, su un gigantesco van a vedere i parchi Monument Valley e Brice Canyon, e sulle strade della California, Nevada, Utah e Arizona.
Per lavoro, Cuneo – Vinadio con Gerry Scotti per la sponsorizzazione dell’acqua Sant’Anna quando lavoravo alle Iniziative Speciali in Publitalia.
Sulla sua auto.
7. E dietro la curva?
Io e mia moglie a Portofino.
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