CONTRO STILE 52 – Electric… PORSCHE CAYENNE

Lanciata ventidue anni fa, la PORSCHE Cayenne si è distinta sin dall’inizio rispetto ai tradizionali fuoristrada dell’epoca (quando la denominazione SUV non era ancora conosciuta) per alcune caratteristiche chiave:
- Architettura innovativa
- Design distintivo
- Autotelaio adatto a ogni terreno
- Dimensioni, sia esterne che interne, superiori
- Elevato livello di comfort
- Forte identità di marca e di prodotto
- Spiccata empatia verso il cliente
Inoltre, con lo stesso concetto, dalla joint-venture tra PORSCHE E IL GRUPPO VOLKSWAGEN sono nate, la VW Touareg e l’AUDI Q7. Queste automobili, insieme alla Cayenne, condividono ancora oggi lo stabilimento produttivo, lo schema progettuale e molte sinergie sia meccaniche che di carrozzeria, rivestendo un ruolo strategico rilevante.
La Cayenne, presentata al pubblico nel 2003, ha sempre generato numerosi dibattiti tra esperti, media e – per ultimi ma non meno importanti – tra appassionati clienti e nuovi seguaci.
Con un design che richiama volutamente l’identità PORSCHE, mantenendo coerenza con se stessa e con le “sorelle” sportive 911 e Boxter e distinguendosi per soluzioni innovative e dettagli di lusso, la Cayenne ha suscitato, al momento del suo debutto, numerose reazioni sia critiche, molto severe e con battute ironiche, che positive dando vita a vere passioni travolgenti.

La Cayenne Electric 2026 presenta un design laterale più rigido e lineare rispetto ai modelli precedenti, risultando poco modellato e distante dallo stile tipico PORSCHE. Il brancardo, dal look elaborato e poco bilanciato, è pensato per dare un valore semantico all’elettrificazione e si coordina cromaticamente con le prese d’aria anteriori e il diffusore posteriore.

Osservando il posteriore, si nota come abbia perso le forme morbide e atletiche tipiche delle auto di Stoccarda, assomigliando ora a un anonimo modello cinese. A prima vista scompaiono le iconiche “spalle” delle PORSCHE, quelle che fondono i passaruota con la “green house” in un’unica linea armoniosa. I gruppi ottici risultano impersonali e invadenti, quasi sembrassero creati per un brand diverso.
La divisione architettonica tra porta targa ed estrattore spezza in due parti il volume che perde in potenza creando una frattura delle superfici del posteriore resa ancor più evidente nella opzione color carrozzeria. Le pinnette aerodinamiche verticali non presentano la continuità formale necessaria tra tecnica ed estetica.
Che dire poi della vista anteriore ? E’ quasi imbarazzante osservare un frontale che dovrebbe essere inequivocabilmente PORSCHE, ma che invece ricorda molto modelli orientali già presenti sul mercato: modaioli, anonimi, privi di personalità.
Che fine ha fatto l’Heritage, dalla 356 alla 911, dalla 917 fino ad oggi? Comprendere la propria Storia, riconoscere le proprie origini e saperle proiettare in modo unico e coerente verso il futuro rappresenta davvero la conferma e il sigillo di ciò che non è scritto, ma rimane vivo nella memoria di chi guarda avanti. Procedendo invece così, si rischia di imboccare una strada incerta e scivolosa che conduce all’anonimato, se non addirittura a una possibile totale perdita del Design PORSCHE.

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