ACCADDE OGGI – François Cevert, da predestinato a stella cadente della Formula 1

Nato il 25 febbraio 1944 è ricordato come uno dei piloti più promettenti degli anni Settanta. La sua tragica morte nel 1973 ha segnato profondamente il motorsport, lasciando un’eredità di eleganza e determinazione

Un predestinato, questo era François Cevert non solo per il suo team manager Ken Tyrrell e il suo compagno di squadra mentore Jackie Stewart, ma anche per tutti gli appassionati e il mondo della Formula 1. Nato a Parigi il 25 febbraio 1944, Cevert incarnava tutto ciò che un pilota degli anni Settanta doveva essere nell’immaginario collettivo: bello, carismatico, talentuoso e coraggioso. Con i suoi occhi azzurri penetranti e il sorriso affascinante, il pilota francese era diventato non solo l’erede designato di Jackie Stewart alla Tyrrell, ma anche il simbolo di una generazione di piloti che verranno in seguito e che avrebbe vissuto la Formula 1 in modo molto diverso da chi li aveva preceduti. Non più solo esperti di meccanica prestati alla velocità, ma vere e proprie star di un sistema che stava diventando sempre più glamour.

Il pianista che conquistò le piste

Cevert proveniva da una famiglia della media borghesia francese e contrariamente a molti suoi colleghi, iniziò relativamente tardi la sua carriera nel motorsport, dopo aver studiato al conservatorio e coltivato la passione per il pianoforte. La sua bravura forse non eccelsa al pianoforte si trasformò presto in eleganza al volante e il giovane François si fece notare vincendo nel 1966 la Volant Shell, un concorso organizzato dalla scuola di pilotaggio del circuito di Nevers Magny-Cours con l’obiettivo di formare giovani piloti francesi.

Nel 1969 vinse il campionato europeo di Formula 2, attirando l’attenzione di Ken Tyrrell che lo volle in Formula 1 come compagno di squadra di Jackie Stewart. Il tre volte campione del mondo scozzese divenne il suo mentore, insegnandogli i segreti del mestiere e preparandolo a diventare il futuro leader della squadra.

Glamour, velocità e una tragica fine

Nel paddock, Cevert era noto per il suo stile di vita glamour. Le sue relazioni con belle donne facevano spesso parlare i giornali di gossip, e alcuni testimoni affermano che le sue serate nei locali più esclusivi di Parigi erano leggendarie quanto le sue prestazioni in pista. Venne anche immortalato come fumetto, a dimostrazione della grande notorietà conquistata nonostante una carriera ancora povera di risultati. Ma dietro la leggenda del fascino del playboy si nascondeva un pilota metodico e determinato.

Il suo primo e unico successo in Formula 1 arrivò nel Gran Premio degli Stati Uniti del 1971 a Watkins Glen. Beffardamente, fu proprio su quella pista che due anni dopo trovò la morte, il 6 ottobre 1973 durante le qualifiche del Gran Premio. Cevert stava spingendo al limite la sua Tyrrell 006 e alla velocissima sequenza di curve chiamata “Esses” qualcosa andò terribilmente storto. La sua vettura urtò violentemente le barriere sul lato destro, poi rimbalzò attraverso la pista, si capovolse e si schiantò contro il guardrail opposto. L’impatto fu devastante e Cevert morì sul colpo. Aveva solo 29 anni.

La morte di un mito

Le circostanze esatte dell’incidente non furono mai completamente chiarite. Si ipotizzò un errore di guida o un problema meccanico, ma la violenza dell’impatto rese impossibile determinare con certezza la causa. Jackie Stewart, che aveva già deciso di ritirarsi dopo quella gara – che per lui sarebbe stata la centesima in Formula 1 – non corse il suo ultimo Gran Premio per il dolore della perdita del compagno.

La morte di Cevert segnò profondamente il mondo della Formula 1. Non solo per la perdita di un talento cristallino, ma anche perché rappresentò uno degli ultimi romantici della Formula 1, un’epoca in cui i piloti erano ancora cavalieri moderni che sfidavano la morte con un sorriso sulle labbra.

Ken Tyrrell disse di lui: “François non era solo un pilota eccezionale, era un gentiluomo dentro e fuori dalla pista. Aveva quel raro dono di far sentire speciale chiunque incontrasse”. Ed Helen Stewart, moglie di Jackie, lo ricordò così: “Era come un fratello minore per noi. Aveva un modo di fare che conquistava tutti, dalla persona più umile al più importante degli sponsor”.

La sua morte prematura lasciò un vuoto immenso nel motorsport, privando la Francia del suo più promettente talento e la Formula 1 di quello che molti consideravano un futuro campione del mondo. Ma il nome di François Cevert non è stato dimenticato dagli appassionati e ancora oggi, il suo ricordo vive nelle immagini in bianco e nero di un’epoca eroica della Formula 1, nelle testimonianze di chi lo ha conosciuto. Se il destino gli ha negato la possibilità di scrivere altre pagine di gloria, gli ha concesso però un’aura immortale: quella dei piloti che sono stati campioni mancati, ma allo stesso tempo leggende per sempre.

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