ACCADDE OGGI – Hudson e il mito dell’auto USA

Da magnate dei magazzini a pioniere dell’automobile, Joseph Hudson costruì un impero a quattro ruote che segnò la storia dell’automotive americano. Fin dai primi modelli la Hudson ha rappresentato il perfetto connubio tra innovazione e audacia imprenditoriale

La storia della Hudson Motor Car Company inizia il 24 febbraio 1909 grazie all’intraprendenza di un proprietario di magazzini, un uomo con il fiuto per gli affari e con nel cassetto un sogno a quattro ruote. Joseph Hudson, all’epoca riconosciuto magnate della distribuzione, quel giorno entra in affari insieme con sette soci, decidendo di tentare la fortuna nel mondo dell’automobile: in questo modo getta le fondamenta di una delle case automobilistiche più importanti, per quel periodo, di Detroit.

Quando un sedile scomodo porta fortuna

Da subito la Hudson Motor Car Company inizia a produrre vetture in serie e già dal primo modello, il Roadster, dimostra di avere le carte in regola per imporsi sul mercato. Certo, il sedile posteriore minuscolo e scomodo gli valse il soprannome poco lusinghiero di “matrigna”, ma questo non scoraggiò gli automobilisti tanto che nel primo anno ne furono vendute oltre mille. A questa prima vettura si affiancò la 20 HP con motore a quattro cilindri da 2534 cm³ e l’anno successivo le vendite quadruplicarono, superando quota 4.500. Il successo – travolgente per l’epoca – non si arrestò neppure per lo scoppio della Prima guerra mondiale: mentre molte aziende convertivano la produzione a scopi bellici, Hudson continuò imperterrita a costruire vetture civili.

E l’Hudson fece il botto (in senso positivo)

Il vero colpo da maestro arrivò con la Super Six, una delle prime auto dotate di un motore a sei cilindri ad alte prestazioni, che stabilì nuovi standard per il settore. Non contento, Hudson lanciò anche il marchio Essex, puntando su modelli di qualità a prezzi competitivi. La strategia si rivelò vincente tanto che nel 1922 furono vendute oltre 64 mila vetture e nel 1929 il numero aumentò fino a superare quota 300 mila. Fu il picco del successo per la Hudson che a causa della Grande Depressione di quell’anno subì una severa battuta d’arresto.

L’ultima innovazione prima del tramonto

Dopo anni difficili e la Seconda Guerra Mondiale, nel 1948 la Hudson propose al pubblico un modello con un’idea innovativa: nacque la “Step Down”, con un carrozzeria dal baricentro abbassato per una guida più stabile e confortevole. Questo design innovativo portò nuova linfa al marchio, ma le difficoltà economiche non furono del tutto superate e infatti nel 1954 la Hudson Motor Car Company si fuse con la Nash-Kelvinator Corporation, dando vita all’American Motors. Il marchio Hudson rimase in vita ancora per qualche anno, prima di chiudere definitivamente nel 1957. Invece l’America Motors Corporation – famosa come AMC e per l’originalissimo stile delle sue vetture, tra cui spicca la Gremlin del 1970 – pur ponendosi in una posizione molto innovativa e di qualità sul mercato, non superò una grave crisi a metà degli anni Settanta che la fece entrare nell’orbita di Renault e quindi della Chrysler di Iacocca, per poi chiudere definitivamente nel 1987. Ma questa è un’altra storia…

Il sogno immortale di Mr. Hudson

L’eredità della Hudson Motor Car Company vive ancora oggi nel cuore degli appassionati di auto d’epoca, che considerano i suoi modelli tra i più affascinanti mai prodotti. La Step Down in particolare è diventata un’icona del design automobilistico americano, ricercatissima dai collezionisti e presente in prestigiosi musei. Joseph Hudson forse non immaginava che quel suo sogno a quattro ruote, nato in un magazzino di Detroit, avrebbe lasciato un’impronta così duratura nella storia dell’automobile. La sua visione innovativa e il coraggio di osare hanno dimostrato che anche in un mercato competitivo come quello automobilistico, le idee originali e la passione possono fare la differenza.

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