AMBIENTE – Le città dicono stop alla pubblicità delle auto inquinanti
Comuni come L’Aia, Edimburgo e Sheffield stanno introducendo divieti sulla pubblicità di prodotti inquinanti, come combustibili fossili e SUV, per ridurre emissioni e domanda di prodotti dannosi per il clima, e per promuovere la sostenibilità
Se fino a ieri il sogno proibito di molti era sfoggiare un SUV lucido sotto casa, oggi le città più avanguardiste stanno facendo di tutto per spegnere i riflettori su questi veicoli. Mentre la cooperazione globale sul cambiamento climatico procede a singhiozzo, municipi e governi locali accelerano con politiche sempre più coraggiose. Tra queste, il divieto di pubblicità per prodotti e aziende altamente inquinanti, come combustibili fossili, compagnie aeree, viaggi di lusso e, naturalmente, i mastodontici SUV. Un cambio di paradigma che ricorda da vicino la lotta contro il fumo.
Secondo quanto riportato da The Conversation, città come Edimburgo e Sheffield hanno già adottato divieti simili, eliminando dai loro spazi pubblicitari messaggi promozionali di compagnie petrolifere come Shell e BP, compagnie aeree e produttori di veicoli a combustione interna. Edimburgo ha riconosciuto che raggiungere gli obiettivi climatici richiede una trasformazione della percezione sociale del successo e ha dichiarato che promuovere prodotti ad alte emissioni è incompatibile con l’obiettivo di azzerare le emissioni nette.
Pubblicità, la nuova frontiera della sostenibilità
Il ragionamento è semplice: meno pubblicità per i prodotti inquinanti significa meno domanda e, di conseguenza, meno emissioni. Un principio già applicato con successo in altri settori. Londra, per esempio, dal 2019 ha vietato la pubblicità di cibi ad alto contenuto di grassi, zuccheri e sale sui mezzi di trasporto pubblici, registrando una significativa riduzione del consumo di questi alimenti e un impatto positivo sulla salute pubblica.
Nel caso delle auto, il problema è ancora più evidente. Secondo l’IPCC, le strategie di riduzione della domanda potrebbero tagliare le emissioni globali tra il 40% e il 70% entro il 2050. Eppure, le case automobilistiche continuano a bombardare i consumatori con immagini di SUV possenti che attraversano paesaggi incontaminati, creando un desiderio irrazionale di possesso che va in direzione opposta agli obiettivi climatici.
Un fenomeno globale
La tendenza non si ferma al Regno Unito. Città come L’Aia e Stoccolma hanno adottato misure simili, mentre reti di trasporto pubblico a Goteborg, Montreal e Toronto stanno progressivamente eliminando le pubblicità dei giganti del petrolio. Anche organizzazioni internazionali e personalità di spicco, come l’ambientalista Chris Packham, sostengono la necessità di regolamentare la pubblicità per motivi climatici.
Il legame tra pubblicità e consumi è sempre più evidente. Uno studio del 2022 ha dimostrato che le compagnie aeree con i budget pubblicitari più alti registrano vendite di biglietti significativamente superiori. E secondo le ricerche, l’intero settore pubblicitario contribuisce a un incremento del 32% delle emissioni pro capite nel Regno Unito.
Il futuro dell’advertising automobilistico
Le città, sempre più colpite da eventi climatici estremi, stanno rispondendo con politiche coraggiose. Con l’aumento dei costi legati ai disastri climatici e alla sicurezza pubblica, è lecito chiedersi: ha ancora senso promuovere prodotti che contribuiscono direttamente a queste crisi?
Mentre il mondo dell’auto cerca nuove strategie di marketing, c’è chi suggerisce un futuro in cui la pubblicità automobilistica sarà riservata solo ai veicoli elettrici e sostenibili. Del resto, se un tempo erano i pacchetti di sigarette a sparire dagli spot, oggi potrebbe toccare ai SUV a benzina. E chissà, magari un giorno vedremo le case automobilistiche impegnarsi più per la mobilità sostenibile che per slogan accattivanti. Intanto, la pubblicità delle auto inquinanti sembra avviarsi verso un tramonto… senza troppe emissioni.
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