Quando anch’io correvo a Le Castellet…

Le Castellet, teatro del GP Francia F1 di questi giorni, è per me un ricordo speciale. L’unico circuito dove posso vantarmi di aver guidato i mezzi da corsa più veloci che ci siano: addirittura una F1 e una moto 500 GP! Era il 1989 e fu un’esperienza da brividi. Ma mi accaddero anche tutta una serie di avventure da riderci su. Vista la coincidenza con il GP F1 di questi giorni, ve la voglio raccontare.

Oddio, la F1 non è che fosse proprio la più estrema. Era una vecchia Merzario del 1977 o giù di lì, che era di proprietà di Nino Balestra, un appassionato veneto che frequentava il mondo delle gare storiche e me la fece guidare per un servizio giornalistico. La moto invece era una moderna Yamaha 500 YZR due tempi del 1989, quella del team Gauloises che guidava Christian Sarron nel motomondiale. Anche quello fu un test organizzato per i giornalisti.

Quei pochi giri con la Yamaha 500 al Castellet furono l’esperienza più spaventosa della mia vita, tanto quella Yamaha 500 era scorbutica in accelerazione. Mi ricordo quanto fosse brutale quando si apriva il gas al punto che rischiai due o tre volte di farmi sbalzare di sella. Anche se andavo pianino…
La guida delle moto di trent’anni fa era diversa: i piloti non piegavano a sessanta gradi come Marquez oggi. Pensate che Sarron, il pilota di quella Yamaha 500, non toccava nemmeno il ginocchio per terra tanto guidava aderente al serbatoio! Riguardando le foto, però mi accorsi a giro finito che ero dritto come un fuso in curva e dissi al fotografo che poteva avvisarmi così mi sarei spostato di più in sella per “apparire” almeno un po’ più impegnato. La cosa buffa di quel test in moto fu l’antefatto.

Arrivammo al paesino vicino al Castellet dall’Italia a notte fonda e non avevamo prenotato alcun albergo. Nel buio vidi una freccia che diceva: “Hotel de Ville”. Pensai: perfetto, ecco un albergo! Siamo a posto! E mi avviai verso il famoso Hotel de Ville che era proprio nella piazza principale del paesino, solo per scoprire, una volta arrivato, che “Hotel de Ville” in francese vuol dire Municipio, altro che albergo!!

Della Merzario F1 invece ho altri aneddoti. Ricordo che era comodissima perché le F1 di tanti anni fa non erano così sacrificate dentro come quelle moderne. Però essendo un’auto “storica”, aveva anche gomme… da tempo. Nel senso che erano vecchie e la mescola si era indurita tanto, al punto che in pista non riuscivo a scaldarle. Per cui la macchina era abbastanza scivolosa in curva anche se davo il gas con prudenza. Infatti combinai indirettamente un piccolo disastro: mi girai in modo innocuo nella curvetta del traguardo, la stessa di oggi che Hamilton in qualifica affrontava a 90 km/h. Io sarò andato a 50 km/h non di più al confronto, però diedi gas troppo presto e mi girai restando fermo a centro curva ma occupando però la traiettoria ideale. Ma il bello è venuto subito dopo….

Mentre cercavo il pulsante della messa in moto per riaccendere l’auto (all’epoca si poteva farlo!) le altre F1 storiche che giravano quel giorno dovettero allargare la traiettoria per evitarmi. Tra queste c’era una Ferrari F1 156/85 ex Alboreto del 1985 guidata da un gentleman driver, il suo proprietario. Era quella Ferrari col turbo potentissimo con cui Alboreto qualche anno prima aveva sfiorato il titolo mondiale. Una F1 di quelle ancora col turbo che entrava di colpo scaricando tutta la potenza all’improvviso. Difficile da guidare per i piloti veri dell’epoca, figurarsi per un gentleman. In ogni modo, io ero lì fermo a centro curva e la Ferrari arrivò. Quando mi vide, girò larga per evitarmi, ma uscì con la ruote d’appoggio sul cordolo esterno. Pensò bene di accelerare quando le ruote esterne erano ancora sul cordolo viscido; quelle F1 turbo di trent’anni fa erano delle brutte bestie da gestire, potenti e brusche; lui accelerò e gli 800 cv della Ferrari, scaricati di colpo sulle ruote, fecero partire di traverso l’auto che andò a schiantarsi contro il muretto box rimbalzando e perdendo ruote, sospensioni e pezzi vari. Io vidi la scena da dentro la mia Merzario attonito. Quel tizio aveva appena fatto decine di milioni (di lire) di danni!

Il tipo al volante si prese solo una lieve botta alla spalla nell’impatto. Ma poi un paio d’ore dopo cominciò a girare per i box chiedendo in giro con ostentata curiosità chi fosse al volante di quella F1 ferma di traverso in pista che l’aveva obbligato a cambiate traiettoria e innescare l’incidente. Per fortuna non si era reso conto di che macchina fosse quella che si era trovata davanti e quindi non poteva risalire a me. Io mi nascosi comunque nei garages togliendomi in fretta la tuta e camminando rasente i muri per non farmi trovare perché l’avevo visto abbastanza incazzato, anche se l’incidente era colpa della sua imperizia, non certo mia. Ma nel timore che volesse farmi pagare i danni della Ferrari 156/F1, pensai bene che la cosa migliore quella volta fosse di andarmene in fretta dal Castellet…sabbatini

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