Arrivare vivi all’altro lato della strada

Continuano a ripetersi, quotidianamente, incidenti ai danni dei pedoni sugli attraversamenti pedonali delle strade italiane. E spesso le conseguenze risultano essere mortali.
Il problema, nel nostro Paese, è noto da tempo e le statistiche ci ricordano puntualmente, ogni anno, come le strisce pedonali siano ai primi posti per pericolosità. Ma ancora poco – e in molte località addirittura nulla – è stato fatto per contribuire ad incrementare in maniera tangibile il livello di sicurezza.
In molti centri urbani ci sono tuttora situazioni troppo pericolose che, unite a un mix di incoscienza e non conoscenza delle regole da parte degli automobilisti, costituiscono una minaccia che si rivela micidiale.
Ci riferiamo, in particolare, alle posizioni di molti attraversamenti pedonali e alle modalità con cui sono realizzati: strisce che non vengono ridipinte da troppo tempo e che sono diventate “illeggibili”; segnali di avvertimento del pericolo e della presenza delle stesse assenti o collocati in posizione scomode alla vista degli automobilisti; dossi che dovrebbero indurre le auto a rallentare che invece di essere prima e a debita distanza dai passaggi diventano essi stessi passerella per i pedoni e rampa di lancio per le vetture.
E ancora, attraversamenti collocati in posizioni dove non dovrebbero mai trovarsi: come a ridosso di incroci, stop, dietro alle curve, alla fine delle salite dei sottopassaggi, dentro le rotatorie, in punti totalmente al buio o scarsamente illuminati e in tutti quei tratti di strada che, per la presenza di edifici, chioschi, cassonetti della spazzatura e quant’altro, risultano coperti alla vista dell’automobilista che dovesse sopraggiungere anche da lunga distanza.
In alcune località – come a Foligno, per esempio, terza città per abitanti dell’Umbria -, in barba a una delle più basilari regole del Codice della strada che impone ai pedoni di attraversare le strade in maniera longitudinale e mai obliqua, esiste addirittura un passaggio pedonale che taglia in diagonale un’area che vede contemporaneamente la presenza di più svolte stradali.
Insomma, è vero che esiste una maleducazione collettiva da parte della maggioranza degli automobilisti che hanno uno scarso rispetto dei pedoni e delle regole; è vero che molti incidenti sulle strisce accadono anche per fatalità e distrazioni dei protagonisti; ma è anche vero che ci sono troppe lacune anche nella realizzazione e nella cura degli attraversamenti..
Un monitoraggio totale non permetterà mai di rendere i pedoni immortali quando attraversano sulle strisce. Ma sicuramente – se seguito da interventi risolutori fatti con la cognizione di quello che si deve fare – può contribuire ad incrementare la sicurezza e la speranza di arrivare ancora vivi dall’altra parte della strada. Ma gli enti pubblici che amministrano i nostri territori e le nostre strade o hanno troppi pochi soldi per fare qualcosa o non hanno neppure strutture idonee e capaci di gestire la sicurezza stradale. Forse è giunto il momento che sia il governo centrale ad affrontare di petto il problema.

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *