Auto italiana (ed europea) in panne tra stagnazione e necessità di un intervento strutturale

Immatricolazioni in lieve crescita ad aprile, ma il mercato resta ben lontano dai livelli pre-pandemia. Il presidente del Centro Studi Promotor, Gian Primo Quagliano, lancia l’allarme: “Solo l’Unione Europea può salvare l’auto europea”

Ad aprile 2025, il mercato automobilistico italiano ha registrato 139.084 nuove immatricolazioni, segnando un modesto incremento del 2,7% rispetto allo stesso mese del 2024. Tuttavia, il confronto con il periodo pre-pandemico evidenzia una realtà più preoccupante: rispetto ad aprile 2019, quando le immatricolazioni furono 174.925, si osserva un calo del 20,5% .

Nel primo quadrimestre del 2025, le immatricolazioni totali ammontano a 586.781 unità, con una flessione dello 0,6% rispetto allo stesso periodo del 2024. Proiettando questi dati sull’intero anno, si stima un volume complessivo di circa 1.485.886 immatricolazioni, ben al di sotto delle 1.916.951 registrate nel 2019 e delle oltre 2,3 milioni degli anni precedenti la crisi del 2008 .

Nonostante la stagnazione delle nuove immatricolazioni, il parco auto circolante in Italia continua a crescere, raggiungendo circa 41 milioni di vetture. Questo fenomeno si spiega con il prolungamento della vita utile dei veicoli esistenti: molti italiani, in assenza di incentivi adeguati, preferiscono mantenere in esercizio auto ormai datate. A supporto di questa tendenza, ad aprile 2025 sono state acquistate 475.733 auto usate (+6,5%), mentre nel primo quadrimestre le vendite di usato hanno raggiunto 1.961.014 unità (+5,2%).

La transizione verso una mobilità più sostenibile procede a rilento. Secondo i dati UNRAE, ad aprile 2025 le auto elettriche a batteria (BEV) hanno registrato un calo, mentre le ibride plug-in (PHEV) sono in crescita. Complessivamente, le vetture a basse emissioni (ECV) rappresentano il 10,5% del mercato, segnalando una penetrazione ancora limitata .

Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, sottolinea la gravità della situazione: “I livelli infimi raggiunti dalle immatricolazioni di autovetture in Italia e nel resto dell’Unione Europea, unitamente ai dazi di Trump e alla crescente penetrazione di nuovi concorrenti molto determinati sul mercato italiano ed europeo, stanno creando una situazione molto difficile per l’industria europea dell’auto tanto che il Festival dell’Economia di Trento il 22 maggio ha previsto un seminario dal titolo ‘Salvare l’auto europea’. Questo seminario è certamente opportuno ma non si vede chi, al di fuori dell’Europa, abbia interesse a salvare l’auto europea. Ed è quindi evidente che se salvataggio ci sarà, lo può fare solo l’Unione Europea facendo finalmente giustizia degli innumerevoli errori commessi facendosi dettare la linea dall’ecologismo ideologico”.

Il settore automobilistico italiano ed europeo si trova in una fase critica, stretta tra la necessità di una transizione ecologica efficace e la realtà di un mercato stagnante. Senza interventi strutturali e una visione strategica condivisa a livello europeo, il rischio è un ulteriore indebolimento di un comparto fondamentale per l’economia del continente.

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