Il bilancio. L’auto resta accesa e prova a cambiare

Chiude il 2016 a +15,8% nelle vendite, ma le famiglie rappresentano solo il 61% del mercato e il 66%ha usufruito di un finanziamento. Cifre e criteri di scelta: tutti i numeri di un anno al volante.
Sa di inquinare (anche se molto meno delle caldaie) e vuole cambiare. Anzi lo sta facendo da tempo, a differenza delle caldaie. Vagheggia di guida autonoma (buona, forse, per una generazione che ancora deve nascere) e di connessione, insegue il sogno elettrico, apprezza la condivisione dei nuovi utenti del car-sharing, ed è consapevole che il concetto di “proprietà” si allontana sempre più dalle sue ruote. Sa soprattutto di essere il nemico dichiarato e il facile bersaglio delle amministrazioni cittadine – spesso incapaci di organizzare una mobilità alternativa e sempre più propense a spremerle fino all’ultimo centesimo – ma resiste nel proprio ruolo scomodo. Forte del fatto che resta comunque il mezzo di spostamento più usato dagli italiani. Per necessità, ma anche per scelta.
Ecco la fotografia dell’automobile a fine 2016 nel nostro Paese: chiuderà l’anno con circa 1.830.000 nuove vetture immatricolate (+16,5%), consolidando la crescita del 2015 dopo un trend negativo quasi decennale. Ma non per passione, o per essere tornata di moda. Se gli italiani hanno ricominciato ad acquistare auto è solo perchè c’era una fortissima necessità di sostituzione del parco circolante che l’attenuarsi della crisi economica ha consentito in parte di soddisfare. E per le forti campagne promozionali messe in campo dai costruttori, con sconti, offerte a ripetizione, allargamento del numero delle vetture a km zero disponibili in concessionaria e prezzi base di listino incrementati mediamente solo del 3% (studio Dat-Italia) rispetto al 2015.
Nessuna illusione però: l’automobile nuova per le famiglie italiane resta spesso ancora solo un sogno. Solo il 61,5% del mercato di quest’anno infatti è costituito dai privati, mentre quattro vetture su dieci vengono acquistate da noleggiatori e società. Altro indicatore importante quello della forte impennata dell’incidenza del credito al consumo, con un erogato complessivo che l’Osservatorio Compass (Mediobanca) stima di circa 14 miliardi di euro a fine anno: il 66% dei clienti privati hanno richiesto un finanziamento per comprare l’auto (il 47% per la moto) senza il quale il 56% di loro – precisa ancora Compass – avrebbe rinunciato.
Gli italiani però nel 2016 si sono orientati su vetture meno care e meno potenti. In oltre il 60% dei casi hanno scelto city-car e utilitarie: il risparmio secondo questa indagine è ancora il primo criterio per valutare l’acquisto, non solo in concessionaria ma soprattutto in previsione di gestione e manutenzione del mezzo. Solo il 24% invece indica i bassi consumi come elemento di scelta più importante, complice probabilmente il calo dei prezzi medi dei carburanti (7,4% per la benzina e 10,5% per il gasolio) registrato nei primi dieci mesi dell’anno, come calcolato dal Centro Studi Promotor.
Affidarsi alle quattro ruote resta comunque per molti un obbligo fastidioso. L’ultimo report Istat indica l’inquinamento (38%), il traffico (37,9%) e la difficoltà di parcheggio (37,2%) addirittura rispettivamente al secondo, terzo e quarto posto tra i problemi più sentiti dagli italiani relativi alla qualità della vita, superati soltanto dal rischio criminalità (38,9%). Altro problema molto sentito (40,8% nel Centro e 38,7% nel Sud) è poi quello del pagamento della sosta, specie quando le tecnologie non vengono in aiuto. Il parcometro infatti rimane il metodo più usato, nonostante in molte città non si sia ancora provveduto ad abilitare gli emettitori ai pagamenti elettronici, come previsto dalla Legge di Stabilità 2016, a decorrere dal primo luglio di quest’anno. Città come Milano o Torino sono già in regola con le disposizioni del Governo, altre, come Genova e Firenze, si sono parzialmente adeguate, mentre la maggioranza delle città del Centro e del Sud ne sono ancora ben lontane. Sempre in tema di tecnologia, non è certo sorprendente che l’approccio al mondo dell’automobile nel corso dell’anno sia stato sempre più condizionato dalle ricerche on-line.
Uno studio di AutoScout24 sull’interesse degli utenti verso gli annunci pubblicati sul sito (la più grande piattaforma digitale europea nel settore) segnala che BMW è il marchio più amato dagli italiani, pochi punti sopra a Audi e davanti a Mercedes-Benz. Curioso notare che – sempre in tema di auto nuove – Fiat nel 2016 sia risultato il brand preferito in assoluto a livello locale a Napoli, oltre che a Torino. L’auto dei sogni in internet per chi deve acquistarla e non solo ammirarla? Su 2.500 modelli disponibili risulta la BMW Serie 3, davanti a Volkswagen Golf e Audi A4. (avvenire.it)

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