Corrado Lopresto e il mondo del collezionismo

Inizio anno: un momento importante per molti collezionisti importanti. L’attività dei migliori del mondo è sempre densa di eventi, progetti e dell’attività di “routine” derivante dal mantenere in perfetta efficienza le vetture.

Abbiamo voluto fare il “punto della situazione” intervistando Corrado Lopresto. Il suo nome non ha bisogno di presentazioni. La sua collezione copre l’intera storia dell’industria automobilistica italiana, dal 1901 ai giorni nostri. Insieme ai marchi più comuni sono presenti anche molti nomi dimenticati, come Ansaldo, Diatto, Bianchi, Stanguellini, Isotta Fraschini, Cisitalia e altri ancora.

L’attività dell’architetto e imprenditore milanese l’ha portato ad essere uno dei collezionisti più famosi del mondo: le sue vetture sono sempre presenti nei più importanti Concorsi mondiali. Il palmares della collezione conta oltre 300 premi, con più di 60 “best in show”. E’ inoltre unico ad aver vinto quattro volte la Coppa d’Oro e un best in show al Concorso d’Eleganza Villa d’Este (il concorso più importante in Europa, oltre a numerosi premi di classe e speciali.

Corrado Lopresto è 25° nella classifica mondiale dei collezionisti secondo la pubblicazione specializzata “The Key” e 35° (4° italiano) tra le persone più influenti nel mondo delle auto d’epoca per il magazine di settore “Magneto”.

La prima domanda riguarda un grande fatto che ha cambiato un po’ di abitudini per il mondo dei collezionisti: lo spostamento di “Auto e moto d’Epoca” da Padova a Bologna, dopo ben 39 edizioni. Lopresto non ha dubbi sulla buona riuscita di quest’operazione: “E’ stata una cosa sensata. Faceva parte della tradizione andare a Padova, ma c’erano difficoltà logistiche non indifferenti. Parcheggi, hotel in primis. Quella di spostarsi è stata una grande mossa Non penso che siano stati problemi anche per gli operatori: gli spazi disponibili sono raddoppiati. Tanto di cappello a Baccaglini & Company. Si sono visti bellissimi stand, ovviamente il mercato ormai punta sulle vetture più moderne”.

Quest’ultimo accenno traina la seconda domanda, quella sui trend del collezionismo. Ecco cosa dice l’imprenditore milanese: “Si è spostato l’asse d’interesse: dalle vetture e moto anteguerra a quelle dagli anni ‘70 in su. Sono dinamiche naturali, il mercato è alla ricerca di nuove strategie. Bastano 10 commercianti per influenzare la direzione degli scambi. Il mondo cambia e le mode con esso. Vetture come la Stratos sono l’esempio. Ovviamente il discorso è diverso in nazioni come l’Inghilterra: c’è molta tradizione e le vetture anteguerra vengono conservate e utilizzate”.

 Ma quali sono i piani di Lopresto? “Mostre ed esposizioni, Mi piace condividere cose nuove dal punto di vista culturale. L’anno scorso ne ho fatte 6. L’inizio di quest’anno è coinciso con quella organizzata presso l’ADI Design Museum di Milano, sede nella quale abbiamo esposto vetture come un’Alfa Romeo 6C 2500 SS Bertone, una Lancia Florida Pininfarina, una Osca 1600 GT Touring, un’Alfa Romeo Montreal Bertone, una Fiat Panda Scioneri e un’Alfa Giulietta SZ Zagato. Non solo: abbiamo messo in evidenza un progetto di restauro conservativo, partendo da una Fiat 2100 Savio. Un’iniziativa che vedrà impegnati gli studenti del corso di restauro dell’Accademia Carlo Galli di Como, che fa parte del circuito delle scuole dell’Istituto Europeo di Design”.

 Di certo a Lopresto non manca la grinta per le nuove sfide: “Ho la metà delle vetture che vorrei. Di quelle che ho tante sono da restaurare, ma c’è sempre il problema degli artigiani ai quali far fare questi lavori. Mi sto dedicando anche alla scuola di formazione, con una piattaforma dedicata in 6 lingue, progetto per il quale sto parlando con le università”.

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