DOPO IL 2035 (2) – L’Europa riapre le porte ai motori termici?
La Commissione Europea sta valutando una possibile deroga al divieto di auto termiche previsto per il 2035, aprendo uno spiraglio alla commercializzazione di veicoli ibridi plug-in dopo tale data. E qualcuno investe in tecnologie alternative, come carburanti sintetici e motori a idrogeno
Un colpo di scena o solo fumo negli occhi? Secondo un’indiscrezione pubblicata dal settimanale tedesco Der Spiegel, la Commissione Europea starebbe valutando di concedere una deroga alla messa al bando delle auto con motori termici prevista per il 2035. Un compromesso che potrebbe permettere la vendita di veicoli ibridi plug-in anche dopo la fatidica data. Ma quanto c’è di vero?
La normativa attuale, parte del pacchetto “Fit for 55”, stabilisce che dal 2035 in poi saranno commercializzabili solo auto elettriche, con l’obiettivo di abbattere del 100% le emissioni dei veicoli nuovi. Tuttavia, il mondo dell’automotive non ha mai smesso di far sentire la propria voce. I produttori di auto, supportati da una fitta rete di lobbisti, hanno sempre considerato questa scadenza troppo rigida e rischiosa per l’industria europea.
Mobilità e diplomazia
Secondo Der Spiegel, la presidente della Commissione Ursula von der Leyen avrebbe incontrato alcuni rappresentanti del settore, aprendo uno spiraglio a un eventuale compromesso. Il risultato? Una frase piuttosto ambigua comparsa nel documento strategico Competitiveness Compass, che promette “soluzioni immediate per garantire la capacità dell’industria di investire esaminando possibili flessibilità”. Un modo elegante per dire: vediamo cosa si può fare.
Le reazioni non si sono fatte attendere. Da Bruxelles arriva un secco “no comment” ufficiale, ma fonti interne confermano che il dibattito è aperto. Il ministro dell’Ambiente tedesco, Steffi Lemke, ha dichiarato: “La neutralità climatica resta l’obiettivo principale. Tuttavia, dobbiamo considerare anche l’impatto economico della transizione”.
Più scettico il vicepresidente della Commissione, Frans Timmermans, da sempre sostenitore della transizione elettrica: “Dobbiamo evitare passi indietro che rischiano di compromettere il nostro impegno per un’Europa a zero emissioni”.
Dall’Italia, il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso si sarebbe detto favorevole alla deroga: “L’industria automobilistica europea deve rimanere competitiva. Le auto ibride rappresentano un’opzione concreta per una transizione meno traumatica”.
Sogni verdi tra ibridi e idrogeno
Se da un lato le pressioni dell’industria potrebbero influenzare le decisioni di Bruxelles, dall’altro resta cruciale il tema ambientale. Un’eventuale deroga alle auto ibride potrebbe far slittare l’obiettivo emissioni zero, sollevando critiche da parte degli ambientalisti più intransigenti.
Il dibattito si fa sempre più complesso. Le case automobilistiche stanno attraversando una fase di profonda trasformazione tecnologica, dove l’innovazione cerca di conciliare sostenibilità e necessità economiche. Le grandi multinazionali dell’automotive investono milioni di euro in ricerca e sviluppo, cercando soluzioni che possano accontentare sia i mercati sia l’ambiente.
E se la soluzione fosse un’altra? Negli ultimi mesi, diversi produttori stanno investendo sempre più nei carburanti sintetici e nell’idrogeno. Startup innovative e colossi industriali stanno scommettendo su tecnologie che fino a poco tempo fa sembravano lontani: motori a idrogeno, batterie con nuove composizioni chimiche, sistemi di propulsione completamente rivoluzionari.
Forse, più che rimanere ancorati agli ibridi, l’Europa potrebbe scommettere su tecnologie più coraggiose. La partita è aperta, e sul tavolo ci sono non solo interessi economici, ma il futuro della mobilità globale.
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