E-MOTION – Le sfide dell’infrastruttura di ricarica

La crescente domanda di auto elettriche sta ponendo enormi sfide infrastrutturali, richiedendo una rete di ricarica capillare e affidabile. Questa espansione deve affrontare, con soluzioni innovative, i problemi di efficienza e stabilità

Non è neppure il caso di dirlo, nel settore della mobilità sostenibile è l’auto elettrica la protagonista indiscussa, ma ogni star che si rispetti ha bisogno di partner all’altezza e di un set adeguato. È qui che entra in scena la rete di ricarica. Basteranno quella attuale e quella in fase di realizzazione per soddisfare la crescente domanda? La risposta non è così semplice da fornire e secondo un’analisi di Automotive World, l’incremento delle auto elettriche sta ponendo un’enorme sfida infrastrutturale che governi e aziende del settore devono affrontare con urgenza.

La capillarità è fondamentale

Affinché l’auto elettrica diventi la regola e non l’eccezione, servono stazioni di ricarica diffuse e affidabili. Sembra una banalità, ma al momento non in tutti i Paesi è così. I punti di ricarica non devono limitarsi ai centri urbani e ai principali assi viari, ma raggiungere anche le aree rurali per evitare il rischio dei cosiddetti “charging deserts”. Tuttavia, un sistema così capillare richiede una rete elettrica capace di sostenere il carico. Nel Regno Unito, il Dipartimento per l’Energia ha stimato che un’adozione al 100% delle EV potrebbe aumentare il consumo energetico domestico del 25%. Un incremento simile richiederebbe ingenti investimenti e anni di lavori.

Efficienza energetica e stabilità della rete

Per Brian Dongkyun Ryu – vicepresidente di Solum, azienda specializzata in soluzioni di ricarica – l’espansione delle BEV metterà a dura prova le reti elettriche, specialmente durante le ore di punta. Il rischio di blackout, secondo uno studio pubblicato nel 2024 su Energy Research & Social Science, è più alto nelle aree con infrastrutture meno sviluppate, creando una correlazione tra frequenza dei blackout, reddito e codice postale.

Una delle chiavi per mitigare il problema è ridurre la dispersione di energia. Secondo l’ADAC, fino al 25% dell’energia utilizzata nella ricarica si perde prima di arrivare alla batteria. Solum ha sviluppato moduli di ricarica con un tasso di conversione superiore al 95%, riducendo così i tempi di ricarica e il carico sulla rete. Inoltre, la tecnologia di raffreddamento a liquido migliora l’efficienza e la durata delle stazioni di ricarica, offrendo vantaggi economici agli operatori.

La ricarica bidirezionale, questa sconosciuta

Un altro strumento per bilanciare il carico sulla rete è la ricarica bidirezionale – il cosiddetto vehicle-to-grid o V2G. Questa tecnologia consente alle auto elettriche di restituire energia alla rete nei momenti di picco e di accumularla quando i prezzi sono più bassi. Un’adozione diffusa di questa soluzione potrebbe trasformare le EV in vere e proprie batterie mobili, capaci di stabilizzare il sistema e generare reddito per i proprietari.

Tuttavia, esistono ancora resistenze da parte dei consumatori, spesso poco informati sulle potenzialità del V2G. La chiave sarà dimostrare che l’auto elettrica non è solo un mezzo di trasporto, ma una risorsa energetica flessibile. Per esempio, in caso di blackout un’EV può alimentare gli elettrodomestici di casa per diverse ore.

Una transizione possibile

Lo sviluppo delle reti di ricarica e il potenziamento dell’infrastruttura elettrica sono sfide parallele, che nessun singolo attore può affrontare da solo. Ma soluzioni come l’efficienza energetica e la ricarica bidirezionale dimostrano che il progresso non deve necessariamente significare compromessi. Se adottate su larga scala, queste tecnologie possono rendere la mobilità elettrica non solo sostenibile, ma anche conveniente e affidabile.

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