Giulia bagnata..ben progettata

Proviamo la Giulia con il motore Turbodiesel 2.200 da 180 Cavalli e cambio automatico TCT a 8 marce sotto una pioggia battente ma abbiamo la fortuna di poterla testare a fondo su pista, su strada e autostrada oltre a un breve tratto urbano.
Un test bagnatissimo dunque ma forse per questo ancora più significativo visto che la Giulia ci ha convinti pienamente dal punto di vista del feeling di guida e del relativo piacere facendosi perdonare le finiture interne secondo noi non proprio al livello delle concorrenti tedesche. Ma un’Alfa Romeo vera, autentica, deve essere così, deve concentrare la sua anima nel divertimento di guida, nella tenuta di strada, nelle prestazioni globali che facciano ammirare il suo posteriore da ogni altra auto concorrente o meno che venga superata in scioltezza. L’essenza di un’Alfa Romeo è sportiva e tale deve restare a nostro parere, anche quando si desideri guidarla in modo tranquillo settando la manopola del DNA in “normal”.
Una volta al volante di Giulia ci si sente bene, grazie al largo uso di leghe leggere e l’albero di tramissione in carbonio, pesa solo 1350 kg, è veloce come è proprio di un’Alfa, lo sterzo è fantastico in prontezza e precisione, con le doti di auto sportiva convive quella di comoda berlina nella quale abbiamo apprezzato l’ampio spazio per le gambe dei passeggeri posteriori. Sul design e sulla tecnologia della Giulia potremmo scrivere intere pagine ma concentriamoci sul comportamento sull’asfalto che come anticipato ci ha soddisfatti più che sorpresi perché nella convinzione del management di aver realizzato qualcosa di insuperabile qualcosa di vero doveva pur esserci…e Giulia è proprio magnifica da guidare, con uno sterzo che comunica con immediatezza il feeling con la strada e un retrotreno che segue la traiettoria con perfezione, anche sul bagnato, accennando il sovrasterzo proprio quando si esagera e che, facilmente contrastabile con il volante, offre ancora maggior divertimento nel danzare fra le curve. Non dimentichiamo che la Giulia ha la trazione posteriore come negli Anni 60. E il motore, i freni, il cambio? Del primo ci è piaciuta la fluidità nell’erogazione, gradevole sia andando adagio sia quando si spinge, i secondi sono potenti e non abbiamo rilevato segni di affaticamento in pista, il cambio a doppia frizione è velocissimo, perfezionato maniacalmente. Insomma, un’auto fatta per guidare e divertirsi, che permette di arrivare nel punto di corda in frenata e accelerare progressivamente per uscirne velocissimi “giocando” con lo sterzo. Alla faccia di chi vorrebbe l’auto a guida automatica (un po’ di automatismi ci sono nella Giulia, ma finalizzati alla sicurezza) o i limiti di velocità bassissimi. A noi le auto da guidare piacciono. Molto. Le stesse considerazioni potrete trovarle fra qualche giorno anche su Auto Digest Excellence.

1 commento
  1. Gian Marco Barzan
    Gian Marco Barzan dice:

    Bell’articolo Valerio, ma il cambio automatico a 8 rapporti della Giulia è lo ZF con convertitore di coppia, non un TCT doppia frizione. Un caro saluto. G. Marco

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