Il fenomeno “youngtimer”

Uno dei fenomeni che più mi incuriosiscono in questo periodo è l’interesse crescente nei confronti di quelle auto un po’ vecchiotte definite, con una certa arguzia, youngtimer. Sono auto nate più o meno a cavallo del nuovo millennio: troppo recenti per essere storiche e, giustamente, troppo vecchie per trovar posto nel mercato di oggi.

Youngtimer dunque: un termine che per molti versi le nobilita e le fa crescere di importanza anche agli occhi di chi ha un minimo di interesse verso questo mondo.

Ma ancora più interessante, secondo il mio punto di vista ovvio, è scoprire che queste youngtimer attirano anche i giovani di età inferiore ai trent’anni. Ragazzi che sognano di andare al lago con la fidanzata esibendo con orgoglio la propria Peugeot 106 Rallye, un modello che scorrazzava sulle nostre strade quando quegli stessi ragazzi erano ancora troppo piccoli per camminare.

Voglio dire: le auto d’epoca, di solito, piacciono perché ricordano la propria gioventù, perché riaprono cassetti che si riteneva chiusi per sempre, perché con quell’auto vostro padre vi portava in gita la domenica o ancora perché quel determinato modello all’epoca era troppo caro per le tasche della vostra famiglia. Insomma i motivi possono essere tanti, ma sono quasi sempre legati a ricordi o a desideri che hanno segnato la nostra vita.

E allora perché molti giovani si avvicinano a vetture che talvolta hanno conosciuto solo attraverso You Tube o nelle inserzioni dei siti di compra-vendita dell’usato? Difficile capire appieno la portata di un fenomeno ancora circoscritto a poche migliaia di appassionati, comunque in crescita. Difficile insomma classificare e catalogare tendenze come questa. Il rischio maggiore è quello di prendere un abbaglio confondendo la moda con la realtà, ciò che è effimero da ciò che invece è destinato a durare.

Al di là di tutto, però, però un’idea l’avrei. Forse non spiega tutto, ma credo possa fornire qualche spunto di riflessione. Perché dunque? Dicono che le auto più coinvolgenti di oggi siano economicamente irraggiungibili per chi ha la testa piena di sogni e le tasche vuote. Vero. Ma aggiungerei anche che le auto di oggi troppo spesso sono senza anima: care e emozionanti come un vasetto di Nutella vuoto… Non ce ne vogliano i costruttori, ma se l’importanza di un modello nuovo ai nostri giorni passa sempre e solo attraverso le mille possibilità offerte dagli impianti multimediali compatibili con Apple Car o Android, beh forse c’è una falla nel sistema, c’è qualcosa da rivedere e, magari, da cambiare.

Quantomeno se l’intenzione di chi vende automobili è sempre quella di comunicare passione e amore per le quattro ruote. Così, oggi nelle vetrine delle concessionarie fanno bella mostra meravigliosi elettrodomestici che vi portano dappertutto: docili, mansueti e… soporiferi. Ibridi da 300 Cv che faranno venire la pelle d’oca solo al vostro commercialista che strabuzzerà gli occhi quando scoprirà quanto vi è costata. D’accordo, forse sto esagerando, ma sono abbastanza certo che in queste parole si nasconda un pizzico di verità. Così come credo che se una “semplice” 106 Rallye (cito ovviamente un modello a caso) è ancora capace di accendere la fantasia di un giovane, è perché sotto quelle vecchie lamiere si cela qualcosa che sa ancora emozionare, qualcosa che sa ancora “spiegare” cosa significhi realmente guidare. Tutto qui.

1 commento

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *