Il test-drive secondo Toyota

Tra le vetture più accattivanti del momento c’è un piccolo SUV dal design che io definisco “mazinga” (come il celebre cartone animato giapponese che aveva come protagonista un robot).

Stiamo parlando del Toyota C-HR Hybrid, la vettura che, insieme alla sempreverde Yaris, sta regalando alla Casa giapponese grandi soddisfazioni. Un successo che non era per niente scontato, viste le linee decisamente “toste” che portano più l’automobilista media a dare un giudizio netto, del tipo “o piace o non piace”.

Però la scommessa si è rivelata vincente, anche perché forse gli strateghi del marketing Toyota si sono basati sul successo della Nissan Juke, altro best seller lanciato qualche anno fa. Una tendenza, quella dei mini-suv, che sembra essere l’ultima frontiera di questo segmento. Fascia di mercato che sta diventando piuttosto affollata e che vedrà l’ingresso anche di un prodotto Alfa Romeo (per la serie: “meglio tardi che mai”).

Forte dell’affermazione della Prius, la Toyota ha esteso il concetto ibrido a tutta la gamma di vetture, trovando terreno fertile anche negli automobilisti proprietari di vetture diesel di una certa età (e che non fanno elevati chilometraggi). Sarà quindi per il fascino di poter viaggiare elettrici a bassa velocità, o di avere una vettura in grado di garantire la mobilità anche nei blocchi del traffico più duri: il mix che Toyota è in grado di offrire riesca ad accalappiare clienti alla concorrenza (e il fatto che FCA non abbia nei listini europei vetture ibride aiuta).

A giudicare dal via vai nella concessionaria Central Motors di Torino, l’interesse della clientela c’è. Chiedere il test drive da semplice potenziale cliente è stato facile, anche se in un primo momento l’attesa nello show room è stata un po’ lunga: i venditori erano tutti intenti a fare una piccola riunione. La professionalità dimostrata dal giovane venditore è molto elevata ed è sostenuta da un contenitore contenente due “medaglie” chiuse in un involucro di plexigas volutamente messo in bella mostra.

Il colloquio tecnico è ottimo e anche andando ad approfondire discorsi come kW e potenza erogata dal propulsore elettrico non si ha mai la percezione che l’interlocutore sia in affanno. Anche quando si sposta il discorso sui veicoli elettrici il venditore è preparato e mostra di avere un’elevata curiosità.

Una volta saliti a bordo – per procedura – il test drive inizia con al volante l’addetto, che continua a spiegare il veicolo. Le sensazioni, una volta preso il volante, sono ottime (avevo provato a lungo una Prius anni fa e il C- HR è più piacevole da guidare). La plancia è meno “tagliente” come stile e la strumentazione ha un giusto bilanciamento tra digitale e analogico. Al termine della prova un piccolo attestato dimostra quando si è viaggiato in elettrico (nel mio caso 69%) e un QR code aiuta a rivivere la propria esperienza di guida.

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