Incentivi per i veicoli industriali finiti in un batter d’occhio, ancora una farsa?
Sorpresa! Anzi, no. Gli incentivi per il rinnovo dei veicoli industriali stanziati dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) sono durati meno di un aperitivo al bar: in poche settimane, i 25 milioni di euro previsti dal Decreto del 6 agosto 2024 si sono esauriti. Chi si fosse illuso di avere tempo fino al 17 gennaio 2025 per fare domanda, avrebbe fatto meglio a darsi una mossa.
La consueta “lotteria degli incentivi” ha visto ancora una volta le imprese di autotrasporto contendersi le risorse come in un Black Friday del diesel, con risultati prevedibili: il contatore degli incentivi ha superato il tetto massimo dell’offerta in tutte le categorie incentivate, ben prima della scadenza.
I dati parlano da soli. Per i veicoli a trazione alternativa: su 2,5 milioni di euro stanziati, le richieste hanno raggiunto il 151,6% dell’offerta. Rottamazione e acquisto di veicoli Euro VI step E: i 15 milioni di euro disponibili hanno portato a una prenotazione del 161,1%. Rimorchi e semirimorchi: con 7,5 milioni di euro, la percentuale di prenotazione è schizzata al 249,5%.
Risultato? Solo 930 veicoli incentivati contro i 1.110 dei precedenti schemi, con una riduzione del 16% delle richieste accolte. Peggio ancora, appena 180 veicoli ante-Euro IV verranno effettivamente sostituiti, un numero imbarazzante considerando che in Italia ben il 50,5% dei veicoli pesanti in circolazione – pari a 377.500 unità – appartiene ancora a categorie Euro IV o inferiori.
Paolo Starace, presidente della Sezione Veicoli Industriali di UNRAE (l’Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri) non usa mezzi termini: “È inaccettabile che questa situazione si ripeta ogni anno. I fondi assegnati sono una goccia nel mare rispetto alle necessità del settore, e finiscono per distorcere la domanda, creando una corsa agli incentivi che non è sana né sostenibile”.
La richiesta dell’UNRAE è chiara: un fondo pluriennale da almeno 700 milioni di euro per i prossimi quattro anni o, in alternativa, l’eliminazione di incentivi che finiscono per essere più controproducenti che utili. “Gli incentivi – aggiunge Starace – devono essere uno strumento strategico per guidare la transizione ecologica e tecnologica, non un esercizio di stile frammentato e inefficace”.
E così, mentre i camion Euro II continuano a sbuffare fumi neri sulle nostre strade, il settore attende ancora soluzioni concrete. Perché, diciamocelo, se c’è una cosa che il nostro Paese sa fare bene, è trasformare un’emergenza in un’occasione persa. Per ora accontentiamoci del solito show annuale degli incentivi: un appuntamento imperdibile, ma con i posti in sala già tutti prenotati.
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!