INNOVAZIONE – Dalla Cina con il torio, la rivoluzione della mobilitÃ
Una riserva gigantesca in Mongolia Interna e nuove tecnologie di propulsione potrebbero rendere il questo materiale radioattivo la chiave per auto che non si riforniscono mai, ridefinendo il concetto di energia sostenibile
Pensate a un banale automobilista del futuro che fa il pieno alla sua auto appena uscito dalla concessionaria, una volta sola nella vita, e poi si dimentica per sempre delle stazioni di servizio. Non è il protagonista di un racconto di Isaac Asimov ma uno scenario potenzialmente realistico – certo, non a breve termine – grazie all’ultima scoperta proveniente dalla Cina. Protagonista di questa rivoluzione potrebbe essere il torio, un elemento radioattivo in grado di ridefinire il concetto di energia e mobilità .
60 mila anni di energia
La notizia arriva dal cuore della Mongolia Interna, dove il complesso minerario di Bayan Obo nasconde una riserva di torio talmente vasta da poter alimentare l’intera Cina per 60 mila anni in tutte le sue necessità , non solo quelle di mobilità . Se i numeri riportati dal Daily Mail fossero confermati, saremmo di fronte a una vera e propria svolta energetica globale. Ma oltre ai macro-scenari geopolitici, è interessante chiedersi come questa scoperta potrebbe influenzare la nostra vita quotidiana, a partire dalla mobilità .
L’idea di utilizzare il torio come fonte di energia per la mobilità non è nuova, ma è rimasta a lungo confinata nei laboratori di ricerca. I reattori a sali fusi, basati sul torio, potrebbero fornire energia a piccoli impianti di generazione direttamente installati nei veicoli, eliminando la necessità di rifornimenti frequenti. Un motore alimentato dal torio potrebbe garantire migliaia di chilometri di autonomia con una singola carica, rivoluzionando completamente il concetto di mobilità sostenibile.
Mobilità senza limiti e la sfida per l’energia infinita
Se le auto elettriche hanno già ridotto la dipendenza dai carburanti fossili, il torio potrebbe spingersi oltre, eliminando completamente l’infrastruttura delle stazioni di rifornimento. L’idea di un’auto che non ha bisogno di fare il pieno per tutta la sua vita operativa suona quasi utopistica. Inoltre, il torio produce molte meno scorie radioattive rispetto all’uranio, rendendolo anche una soluzione più sicura e sostenibile.
Ovviamente, le sfide non mancano. La tecnologia dei reattori a sali fusi è ancora in fase sperimentale e i costi di estrazione del torio restano proibitivi. Inoltre, la complessità tecnica nel miniaturizzare questi sistemi per l’utilizzo su veicoli privati è un ostacolo significativo. Tuttavia, con i progressi della ricerca e una crescente attenzione verso le energie alternative, l’idea di un’auto a torio potrebbe non essere poi così lontana.
Se il torio si dimostrerà davvero la chiave per un’energia quasi infinita, il suo impatto sulla mobilità potrebbe essere epocale. Non più guerre per il petrolio, non più file alla pompa di benzina: solo viaggi senza fine alimentati da una risorsa presente in abbondanza sotto i nostri piedi. Resta da vedere se la geopolitica e la tecnologia sapranno trasformare questa promessa in realtà .
È iniziata la corsa all’oro (radioattivo)
In ogni caso, c’è già qualcuno che si è portato avanti con i lavori: la Laser Power Systems del Connecticut sta sviluppando un metodo di propulsione che utilizza proprio il torio per produrre elettricità e alimentare il motore di un’auto, che al momento ha la forma di una concept car Cadillac dalle linee particolarmente futuribili.
Secondo Charles Stevens – CEO di Laser Power Systems – un solo grammo di torio produce più energia di 28 mila litri di benzina e appena otto grammi di questo materiale sarebbero sufficienti per alimentare un veicolo per tutta la sua vita, facendogli percorrere oltre 1 milione e mezzo di chilometri.
Forse è il caso di iniziare a chiedersi: quanto saremmo disposti a pagare per un’auto che non ha mai bisogno di fare rifornimento?
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