INTERVISTA – Quando l’Europa si mette i bastoni tra le ruote
L’industria dell’auto sta vivendo un momento difficile con vendite in picchiata e regolamenti severi. E come in ogni buon dramma che si rispetti, all’orizzonte si profilano nuove complicazioni: tra Euro7 e multe in arrivo, il 2025 promette di essere un anno da mal di testa
L’industria automobilistica europea, un tempo gioiello del nostro continente, oggi è la protagonista di un’opera di Shakespeare, di certo non una commedia ma una tragedia. E il drammaturgo emulo del bardo inglese è Bruxelles, naturalmente!
Immaginate la scena: mentre l’Unione Europea si affanna a imporre multe e regolamenti – quasi come se distribuisse caramelle a Halloween – il mercato dell’auto arranca in salita. I numeri parlano da soli.
Nel 2024, il mercato italiano ha registrato 1.558.704 immatricolazioni, un deprimente -0,5% rispetto al 2023 e un clamoroso -18,7% rispetto ai tempi d’oro del 2019, l’ultimo anno prima che il Covid decidesse di sconvolgere le nostre vite. E pensare che il PIL italiano si è già ripreso e fa lo spavaldo, mentre il settore auto continua a fare il bradipo.
Il resto d’Europa se la passa meglio con le sue 12.963.614 auto immatricolate nel 2024, fa finta di sorridere con un timido +0,9% sul 2023. Ma confrontato con il 2019, un sonoro -18% che fa tremare i polsi.
È come se l’UE, nella sua infinita saggezza, avesse deciso di organizzare una festa di autodistruzione per uno dei suoi settori più prestigiosi. E le multe in arrivo? Beh, sono come la ciliegina sulla torta di un banchetto già abbastanza indigesto.
In questa tempesta perfetta – orchestrata con maestria dalle stesse istituzioni europee – rischiamo di vedere alcuni dei nostri gioielli tecnologici affondare come il Titanic. La differenza? Questa volta l’iceberg l’abbiamo costruito noi, mattone burocratico dopo mattone burocratico.
Ma quali sono le cause di questa situazione e che problemi possono causare alle vendite ai privati e alle flotte aziendali? Ne abbiamo parlato con Vincenzo Conte, direttore responsabile di Auto Aziendali Magazine, che da anni segue gli andamenti del mercato europeo dell’auto.
Auto a rate e sogni infranti
“La dinamica del mercato automobilistico – spiega Conte – sta subendo una trasformazione significativa, guidata da due fattori chiave: i costi legati alla conversione verde del settore e le sfide economiche generali. Questa situazione ha creato una netta divisione nel mercato: da una parte le flotte aziendali continuano a mantenere un buon ritmo di acquisti, dall’altra i consumatori privati mostrano evidenti segni di difficoltà.
La spiegazione di questo fenomeno è piuttosto intuitiva: le imprese dispongono di maggiori risorse e strumenti finanziari per assorbire i rincari dei veicoli, mentre i singoli cittadini si trovano in una morsa, schiacciati tra l’erosione generale del potere d’acquisto e i prezzi sempre più elevati delle automobili. Questa situazione risulta particolarmente acuta in un contesto come quello italiano, dove si registra un preoccupante divario tra la crescita dei prezzi e l’adeguamento delle retribuzioni, che rimangono sostanzialmente stagnanti di fronte all’avanzata dell’inflazione”.
Il settore automotive si affaccia al 2025 con il fiato sospeso e una spada di Damocle sulla testa: le sanzioni che Bruxelles minaccia di far piovere sulle case automobilistiche “indisciplinate”, colpevoli di non aver seguito alla lettera i diktat europei su produzione e vendite. Da ogni angolo dell’industria si levano voci sempre più insistenti che invocano l’abolizione di questo sistema sanzionatorio draconiano. Ma Bruxelles, per ora, mantiene un enigmatico silenzio sulla questione. La domanda che tutti si pongono è: prevarrà il pragmatismo o l’inflessibilità normativa?
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!