KTM, scivolata da 3 miliardi di euro: Red Bull a mette le ali al bilancio?
Prima di tutto una premessa: ovviamente, le informazioni e le ipotesi contenute in questo articolo sono esclusivamente di natura speculativa e a scopo ironico. Non rappresentano fatti, dichiarazioni ufficiali, né piani strategici effettivi di Red Bull, KTM o delle rispettive aziende collegate. Ogni riferimento a eventuali operazioni finanziarie, inerenti la gestione dei debiti, è puramente ipotetico e non intende in alcun modo suggerire intenzioni reali o impegni aziendali. Si declina pertanto ogni responsabilità per eventuali interpretazioni errate o usi impropri di questo scritto.
E ora i fatti. KTM, storico costruttore di moto, ha appena… preso una curva a velocità troppo elevata ed è scivolato fuori pista, schiantandosi contro un muro di protezione, anzi di debiti, da ben 3 miliardi di euro. E ora? La casa austriaca ha dichiarato bancarotta, passando sotto auto-amministrazione controllata. In pratica è come decidere di cambiare gomme nel bel mezzo di un serratissimo MotoGP senza avere il budget neppure per un treno di slick usate.
Per i team in MotoGP, la situazione è delicata e tragica perché sembra che KTM non dovrebbe riuscire a schierare le sue moto. Pedro Acosta, Brad Binder, Enea Bastianini e Maverick Viñales sembrano essere tutti appiedati.
Ma ecco entrare in scena Red Bull, non solo sponsor storico ma possibile cavaliere di rosso e blu vestito che corre al salvataggio dei team. Sì, perché c’è un’idea che gira nei paddock e nei corridoi finanziari: Red Bull potrebbe sfruttare questa crisi per tirare una mossa da campione del mondo – nel senso che l’ha già fatto in Formula 1. La strategia? KTM dichiara ufficialmente fallimento, liberandosi di tutti i suoi 3 miliardi di debiti (con buona pace dei creditori) e Red Bull acquista l’intera azienda per la simbolica cifra di 1 euro (giusto per formalità). Dopo di che cambia il nome del marchio – magari in qualcosa come Motoscuderia Toro Rosso, o Alpha Tauri o perché no Visa Cash App RB MotoGP Team… Dopo di che riparte da dove era rimasta, ma senza debiti e con una lattina energetica in più in tasca.
Sembra un’idea ispirata dal manuale “Come vincere senza spendere un euro”, ma a ben vedere potrebbe non essere così assurdo. Red Bull ha già dimostrato di saper fare miracoli con le sue squadre sportive, dalla Formula 1 alla MotoGP. E diciamocelo: un team che corre sotto il nome Red Bull è molto più appetibile per sponsor e investitori rispetto a una KTM fallita.
Non si tratta di una tattica inedita o originale, in realtà è già conosciuta nel mondo dell’economia: si chiama “Phoenix Strategy”, ovvero far fallire un’azienda, risollevarla sotto nuove vesti e ripartire più forti di prima, come la fenice che risorge dalle proprie ceneri. Red Bull, con le sue risorse, sarebbe perfettamente in grado di farlo. E non è difficile immaginare il DS di KTM Pit Beirer che brinda con una lattina alla prima vittoria del nuovo corso.
Per ora, KTM continua a correre con il suo storico nome, ma i conti sono lì a dire che qualcosa deve cambiare. E se Red Bull decidesse di intervenire, sarebbe una vittoria per tutti, tranne i fornitori beffati: i piloti manterrebbero il loro posto, gli sponsor sarebbero felici di avere un marchio iconico da ricoprire di soldi, e il pubblico continuerebbe a tifare per una squadra che, nonostante tutto, non molla mai.
Dopotutto, quando hai Red Bull al tuo fianco, il motto non può che essere che la crisi “ti mette le ali”!
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