La grande scommessa

Basta solo auto. Non ne vogliamo più sapere. Usiamole poco, ma utilizziamole meglio. In modo responsabile. E non “carichiamo” quelle appena nate di fardelli di storia. Il passato è passato e tale deve rimanere. Va bene solo un accenno: la storia non deve sommergere il prodotto: sarebbe come annegare un’ottima sogliola alla mugnaia sotto chilogrammi di salsa. Ne basta un pizzico, giusto per ricordarne l’esistenza.

La tendenza del futuro è questa. Ogni cosa deve essere messa al suo posto. E quando si vuole “andare” a ritroso bisogno farlo in modo scientifico, specializzato. In parole povere: alla Goodwood.

Scartabellando tra le immagini fotografiche delle vetture da competizione del gruppo Fiat può accadere di vedere scritto in piccolo una scritta sulla fiancata: ASA. Sponsor tecnico? Sigla in codice del modello? Logo della pasticceria/sponsor del navigatore, “attaccato” all’auto per goliardia e per usufruire di bignole aggggratis? Niente di tutto questo: vuol dire Attività Sportive Automobilistiche.

Tutto nasce alla fine del ’77, quando Cesare Fiorio e Giorgio Avidano maturano l’idea di riunire i reparti corse Fiat e Lancia in un unico ente, utile per razionalizzare uomini e risorse. All’inizio doveva essere EASA: Ente Attività Sportive Automobilistiche. Poi, per praticità, ha perso la “E”. Alleggerito di questo piccolo fardello, questa parola è poi “passata” nella testa del bravo Giorgio Rossotto (scomparso nel 2009), persona che all’epoca in Abarth si occupava di omologazioni e -udite udite – anche della creazione delle livree delle vetture.

È un marchietto per uso “interno”: non viene neppure registrato. E, attaccato come un santino a fior fior di vetture impegnate in pista e nei rally, fa la sua onorata carriera. Poi scompare senza lasciare traccia.

Ora, dopo diversi anni, l’ASA ritorna in auge. Ma non come marchio. Grazie a Motoritalia di Paolo Calovolo, identifica un raduno che raggruppa tutte le vetture da corse Abarth, Alfa Romeo, Autobianchi, Fiat e Lancia. L’appuntamento è il 16 e 17 luglio all’autodromo di Monza. L’evento è stato presentato il 14 giugno scorso nella prestigiosa “Casa Martini” di Pessione, luogo da dov’è idealmente partita l’epopea del Martini Racing.

Ma come sarà organizzato tutto questo? Facile: ad ogni marchio sarà dedicato uno spazio, in modo da concentrare il pubblico interessato in modo specifico alla storia di una vettura. Il paddock, così suddiviso, darò anche la possibilità agli appassionati di conoscere tecnici, piloti e meccanici che hanno lavorato per portare al successo vetture e Case. Ad oggi sono ben 84 le vetture iscritte, ma si punta a raggiungere le 120 unità (per un valore del parco auto di 170 milioni di euro).

Nei “quartieri” dedicati a vari marchi ci saranno anche anche gli ASA Meeting: talkshow che si
svolgeranno nei box che permetteranno agli appassionati di sentire il racconto di miti dei rally come
Markku Alen e llkka Kivimaki, Jean Claude Andruet e Michèle Espinosi-Petit (la mitica “Biche”).
Insieme a loro tanti altri che racconteranno con le loro voci tanti aneddoti che hanno vissuto nelle competizioni.

Per maggiori informazioni occorre fare riferimento al sito www.motoritalia.net

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