Lancia immortale
Scorrendo l’interessante pieghevole che l’UNRAE (l’Associazione delle case automobilistiche estere in Italia) pubblica regolarmente ho riscontrato una situazione che mi sembra di poter definire paradossale.
Infatti si scopre che la Lancia con il suo unico modello disponibile sul mercato, la Ypsilon, ha venduto nel primo trimestre del 2019 18.506 esemplari. Soltanto in Italia, unico mercato coperto dalla Lancia.
Mentre l’Alfa Romeo con tutti i suoi modelli – Mito, Giulietta, Giulia e Stelvio – sempre nel primo trimestre è arrivata soltanto a 14.728 unità in tutta Europa, Italia compresa che ha contribuito con 7.270 pezzi.
E qui sta il paradosso: il marchio Lancia è chiaramente destinato all’estinzione e fa quel risultato, solo in Italia si badi bene e con un modello datato.
Ma l’Alfa Romeo con tutta la spinta promozionale e pubblicitaria, modelli recenti come Giulia e Stelvio, un’immagine ben nota ed addirittura impegnata in Formula 1 con la ex-Sauber proprio per creare motivazioni nella clientela ( con costi elevatissimi, si presume conoscendo i budget della Formula 1 ) resta a 3.000 lunghezze distante dalla Lancia.
E, giustamente, sul marchio Alfa Romeo si era puntato molto su esplicito input di Marchionne, come ben si sa, per fare da traino al prodotto italiano.
E’ pur vero che le Case fanno utili molto più consistenti con le auto di classe superiore, ma resta il fatto che l’abbandono in cui versa il marchio Lancia a questo punto mi sembra davvero paradossale.
O forse ho sbagliato io ad interpretare l’UNRAE POCKET?
La mia idea coincide perfettamente con quella di Alessio Serra che si legge più sopra. Chi lo sa nel futuro, intanto W la Lancia!
Caro Renato, è sempre suggestivo sentir parlare di Lancia. Premessa: mio papà ha lavorato in Lancia dal 1970 al 1987 per poi passare in Ghia, altro glorioso marchio, per molti solo un badge su alcune Ford, in realtà un vero centro stile. Sono cresciuto negli anni 80 con il mito della Lancia nei Rally – 037, S4, Delta Integrale- un mucchio di cataloghi di auto, tra cui Lancia, che almeno nella mia testa, potevano tenere testa ad ogni auto, nei vari segmenti. Come sia andata avanti è sotto gli occhi di tutti, di pari passo con le vicende del Gruppo e della Famiglia Agnelli, nonché con un management non sempre composto da “car guys”. Quello che non si può negare, è lo scarso appeal di Lancia all’estero, causato purtroppo da prodotti non sempre qualitativamente eccellenti, vedasi la ruggine sulle Beta negli anni ’70. In sostanza, e qui non posso contraddire il management FCA, chi dovrebbe comprare Lancia? Cosa dovrebbero essere oggi? Delle Audi o delle Skoda? Con in più la fatica evidente di vendere Alfa Romeo, perché soprattutto in Europa non si può campare senza una station wagon e con una Stelvio che è sì la SW della Giulia, ma è anche di più, tanto di più, quindi non è detto possa essere gradita a tutti. Sarei il primo a volere una gamma Lancia (con la G minuscola) estesa e condivisa con le piattaforme FCA, ma poi, di tutti gli appassionati che scrivono sul web, quanti comprerebbero? Mi pare di capire che si vorrebbe il premium, ma non al prezzo delle tedesche, peccato che poi l’errato posizionamento possa proprio innescare l’autodistruzione di un marchio. Forse l’unica strada sarebbe quella di vendere il marchio e sperare in un “Volvo bis”, con cui i cinesi hanno fatto un lavoro straordinario, oppure magari a Hyundai, che avrebbe infinite piattaforme e powertrain e ha pure un design in evoluzione. In conclusione la Ypsilon secondo me vende, perché viene via “stracciata” come una Panda, ma se fosse posizionata davvero in zona premium, siamo sicuri che farebbe certi numeri? Poi, W Lancia, sempre.
Io una ricetta c’è l’avrei a costi bassi e buoni utili, ma se permettete me la tengo per me. Non si regalano le idee di marketing!
Ottima analisi Renato. Sicuramente gli scarsi risultati dell’Alfa dovrebbero far riflettere. E’ evidente che ‘assenza di modelli negli anni passati non ha giovato a questo marchio. In Italia, congiuntura a parte, l’Alfa paga di sicuro la scarsa presenza di motori alternativi al diesel. All’estero, oltre a questo fattore, si aggiunge la rarefazione di una rete commerciale quasi assente. Errori simili sono stati fatti in Maserati (che senso ha fare due berline quasi uguali, posizionate più o meno nello stesso modo). Tutto questo deriva da errori di strategia e mancanza di investimenti: per riconquistare clienti emigrati negli altri marchi occorrono anni. Peccato perché la Giulia sotto certi aspetti è la migliore della categoria (telaio, sospensioni e handling).
Fiat rinsavisci
Condivido tutto. La questione Lancia è paradossale e il nobile Marchio torinese meriterebbe, anche in virtù degli eccezionali risultati di Ypsilon, di essere rilanciato con nuovi modelli destinati non solo all’Italia. Riguardo Alfa Romeo, a mio avviso occorrerebbe mettere in produzione al più presto il Tonale, sostituire la Giulietta (vecchia e probabilmente la “meno Alfa tra le Alfa”) e magari considerare l’opzione di una Giulia Sportwagon.