L’auto, il paradosso della mobilità italiana
Otto italiani su dieci si muovono ancora quotidianamente in auto. La dipendenza dalle quattro ruote, dunque, non accenna a diminuire, anzi: è in crescita. Ma a fronte di una domanda sempre alta, il mercato dell’auto nuova si contrae. Perché? La risposta è brutale quanto semplice: costa troppo.
Negli ultimi dodici anni, i prezzi medi delle automobili sono saliti del 52%, mentre il reddito familiare nazionale è aumentato di appena il 29%. Una forbice che si allarga e che sta rendendo l’auto un bene sempre meno “di massa”. L’indagine annuale sulla mobilità degli italiani, realizzata da ANIASA (associazione che in Confindustria rappresenta i servizi di mobilità) in collaborazione con Bain & Company, fotografa una realtà in piena trasformazione. E se il quadro generale mostra l’auto ancora al centro della scena, lo fa con toni sempre più malinconici.
Il 2024 ha segnato un nuovo picco nell’uso quotidiano dell’auto, con l’80% degli italiani che la scelgono per i propri spostamenti (era il 72% nel 2023 e il 69% nel 2020). Stabile il trasporto pubblico locale, usato regolarmente dal 48% della popolazione, mentre segnano il passo scooter, monopattini, veicoli in sharing e taxi.
Ma dietro la fedeltà all’auto si nasconde un fenomeno preoccupante: nessuno compra più una macchina nuova. O meglio, sempre meno persone ci pensano anche solo vagamente. Il 62% degli italiani nel 2024 non ha preso in considerazione l’acquisto di un’auto nuova: cinque punti in più rispetto all’anno precedente. Troppa incertezza normativa, troppi aumenti di prezzo. E così si rimanda, si aspetta, si ripiega sull’usato o si tiene duro con l’auto “a fine vita”.
L’indagine rivela che quasi due italiani su tre hanno rinunciato o rimandato l’acquisto per due motivi principali: attesa di un calo dei prezzi (32%) o difficoltà economiche (33%). Tutte le promesse di motori elettrici, ibridi o supertecnologici si infrangono contro il muro del portafoglio.
Ed è proprio il prezzo a guidare le nuove tendenze: le auto cinesi stanno avanzando, scelte da un italiano su quattro, soprattutto per il costo più accessibile. Il 35% le sceglie per convenienza, mentre un altro 30% inizia a fidarsi anche della loro qualità.
Nel 2013, il prezzo medio di un’auto era di circa 19mila euro. Oggi è salito a 30.mila. Nello stesso periodo, il reddito familiare medio è passato da 29 a 38mila euro. Fino al 2020, le due curve crescevano in parallelo. Poi, qualcosa si è spezzato. Da quel momento in poi, i prezzi delle auto hanno preso il volo, lasciando indietro i bilanci delle famiglie.
Il presidente di ANIASA, Alberto Viano, sottolinea come “i crescenti costi dell’auto la stiano rendendo inaccessibile a molte fasce di popolazione”. Per contrastare questo trend, Viano mette in evidenza il boom del noleggio a lungo termine, anche tra i privati: “Oggi oltre 170mila italiani, con o senza partita IVA, hanno scelto questa formula, più flessibile ed economicamente sostenibile rispetto all’acquisto”.
A chiudere la riflessione è Gianluca Di Loreto, responsabile italiano automotive per Bain & Company: “Non è l’interesse per la mobilità privata a diminuire, ma la possibilità reale di acquistare un’auto nuova. Si delinea una nuova normalità: veicoli mantenuti più a lungo, maggiore attenzione al prezzo, apertura all’usato o al noleggio. Il settore deve adeguarsi, offrendo soluzioni flessibili”.
L’auto non è più, come un tempo, un sogno alla portata di tutti. È ancora centrale, ma oggi lo è per necessità più che per desiderio. Si usa di più, ma si cambia meno. Si guida ogni giorno, ma si compra solo quando non se ne può davvero fare a meno. In un’Italia che si sposta su quattro ruote, l’automobile rischia di diventare un simbolo non di libertà, ma di disuguaglianza. La sfida, per l’industria e per la politica, sarà proprio questa: rendere di nuovo accessibile ciò che, per milioni di italiani, sta già diventando un lusso.
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