MERCATO – Incentivi europei per le auto elettriche, chi frena e chi accelera

Italia, niente incentivi per le auto elettriche. E già questa notizia, di per sé, fa rumore. Ma mentre Roma alza il piede dall’acceleratore, la Germania rilancia e guarda al futuro con un piano europeo. Protagonista della proposta è il cancelliere tedesco Olaf Scholz, che dal palco del World Economic Forum di Davos vorrebbe spingere l’UE verso una strategia unitaria: incentivi all’acquisto di vetture elettriche armonizzati su scala continentale. Una mossa che punta a dare respiro all’industria automobilistica del Vecchio Continente, messa in difficoltà da una domanda in calo e da nuove sfide globali.

Un’Europa più forte per sfidare il mondo
Secondo lo Scholz-pensiero, ciò di cui ha bisogno l’Europa sono soluzioni pragmatiche e non ideologiche, e solo un’Europa economicamente più forte può rispondere alle sfide internazionali. La ricetta proposta è chiara: meno burocrazia, più competitività e un robusto sostegno a settori chiave come quello dell’automotive. E la mobilità elettrica resta, secondo il cancelliere, il futuro.

L’annuncio arriva in un momento delicato, non solo per il comparto automobilistico europeo ma anche per i rapporti a cavallo dell’oceano Atlantico. Con l’insediamento come presidente USA di Donald Trump, sono già nell’aria nuove tensioni commerciali: dazi minacciati sull’import di auto europee e un taglio netto agli incentivi americani per le auto pulite. Un doppio colpo che rischia di indebolire ulteriormente un’industria già alle prese con una transizione epocale.

L’Italia dice no, ma l’Europa non si ferma
Mentre Scholz spinge per una risposta collettiva, l’Italia ha deciso di dire no a nuovi incentivi per le auto elettriche. Una scelta che fa discutere, soprattutto alla luce delle politiche di altri Paesi europei, che già da tempo hanno tagliato le agevolazioni, spingendo però verso soluzioni alternative. Ma sarà sufficiente restare fermi mentre gli altri avanzano?

Il piano proposto da Scholz sembra già aver trovato un alleato chiave nella presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che ha accolto favorevolmente l’idea di un sistema di incentivi armonizzato. E la strada per concretizzare questa visione inizierà a prendere forma il 30 gennaio, quando partirà il “dialogo strategico” tra UE e industria automobilistica. Un tavolo che si preannuncia decisivo per delineare le prossime mosse.

Il calo della domanda di veicoli elettrici, i costi elevati e la mancanza di infrastrutture adeguate sono solo alcune delle criticità che frenano la transizione verso una mobilità più sostenibile. Eppure, come ha ribadito Scholz, “la mobilità elettrica è il futuro”. Non solo per ridurre le emissioni e rispettare gli obiettivi climatici, ma anche per garantire la competitività di un settore strategico per l’economia europea.

Una frenata che può costare caro?
L’Italia, quindi, per ora resta al palo mentre la Germania preme sull’acceleratore. E se Bruxelles deciderà di seguire il percorso tracciato da Scholz, non è detto che restare indietro sia una strategia vincente. Dopotutto il futuro non aspetta nessuno, e mentre alcuni si chiedono se il vero problema siano gli incentivi o i veicoli ancora troppo costosi, forse ciò che serve è semplicemente più coraggio.

O almeno, un piano di incentivi che funzioni meglio delle batterie che promettono 400 chilometri di autonomia, ma già dopo 200 sono alla canna del gas.

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