MERCATO – L’auto europea inizia l’anno con il freno a mano tirato
Debutto nel 2025 con un calo del 2,1% rispetto a gennaio 2024, vendite influenzate dalla transizione energetica e dalle politiche UE. La strada verso l’elettrico è incerta, con il prezzo delle auto elettriche che rimane un ostacolo significativo per molti acquirenti
Se gennaio fosse un’auto, probabilmente sarebbe un Euro 0 che avrebbe faticato a partire, con il motore che tossisce e un’accelerazione poco convinta. Il mercato automobilistico dell’Europa Occidentale (compreso il Regno Unito) ha infatti iniziato il 2025 con il piede sbagliato: le immatricolazioni segnano un -2,1% rispetto a gennaio 2024 e un preoccupante -18,8% rispetto all’epoca pre-pandemia (gennaio 2019).
I cinque principali mercati dell’area – che insieme valgono quasi il 70% delle vendite – non brillano certo di salute. La Francia guida il gruppo dei peggiori, con un crollo del 6,2% rispetto allo scorso anno e un vertiginoso -26,1% rispetto al 2019. Anche la Germania, tradizionale locomotiva del settore, rallenta: -2,8% su gennaio 2024 e -21,9% sul pre-pandemia. L’Italia segue a ruota con -5,8% sul 2024 e -19,1% rispetto al 2019. Se la Spagna si consola con un +5,3% su gennaio 2024, il confronto con l’era pre-crisi è impietoso: -22,7%. E nel Regno Unito, dove il governo spinge con forza sull’acceleratore dell’auto elettrica, la realtà è un calo del 2,5% rispetto a gennaio 2024 e del 13,5% rispetto al 2019.
L’elettrico tra scommesse e passi indietro
La ragione di questa crisi non è certo un mistero: la transizione energetica imposta dall’Unione Europea. L’obiettivo di eliminare le auto a combustione interna entro il 2035 ha creato un mercato incerto, in cui le case automobilistiche devono affrontare una domanda poco entusiasta e politiche industriali ancora in divenire. Mentre in altre parti del mondo si procede con più cautela, in Europa la scommessa sull’elettrico sembra essere una partita a senso unico, ma senza la certezza della vittoria.
Tuttavia, una revisione delle politiche UE sull’auto elettrica è all’orizzonte. Da marzo, Bruxelles potrebbe aprire la porta a soluzioni alternative, come le ibride plug-in e le ibride range extender, meno radicali rispetto al passaggio diretto all’elettrico. Un’ipotesi che trova il sostegno di diversi attori industriali, preoccupati dall’impatto economico e sociale di una transizione troppo brusca.
Futuro incerto? Il mercato esita
Ma basterà questo tentativo di mediazione a rimettere in moto il settore? Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, esprime dubbi sulla reale appetibilità dell’auto elettrica. Non si tratta solo di efficienza o abitudini di guida: il nodo cruciale è il prezzo. Oggi le vetture a batteria restano fuori dalla portata di una larga fetta di automobilisti, e nemmeno le ibride plug-in rappresentano una soluzione accessibile per tutti.
L’auto europea, insomma, è ferma ai box, in attesa di capire quale direzione prendere. La strada dell’elettrico è tracciata, ma il mercato mostra un’evidente esitazione. E se il futuro fosse più sfumato di quanto i regolatori si aspettano? La sfida è aperta, e il viaggio verso la mobilità di domani è tutt’altro che privo di ostacoli.
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