Mito senza tempo. La mostra per il 70º della Lancia Aurelia

Sarà per la nostalgia di un’epoca in cui l’industria torinese dell’automobile era al centro dell’universo, sarà perché oggi il marchio Lancia ha perso fascino e immagine, sarà per il richiamo di 18 modelli di rara bellezza ed esclusività, al Mauto di Torino in occasione dell’inaugurazione della mostra “Mito senza tempo”, c’era una grande folla di appassionati, che oltre ad ammirare le autovetture esposte, hanno potuto ascoltare un interessante dibattito tra illustri personaggi che hanno scritto la storia di Lancia.

Per celebrare i 70 anni della Aurelia, è stato creato un evento che può essere comparato alle più esclusive mostre d’arte che spesso si susseguono nella città sabauda. Il promotore ed ideatore Massimo Fila Robattino, è stato abile a radunare 18 modelli tra i più rappresentativi, accompagnati da descrizioni molto esaustive; dal canto suo l’organizzazione del Museo dell’Automobile ha creato una perfetta ambientazione, nell’ambito delle sale già ricche di importanti cimeli.

La Lancia Aurelia negli anni ‘50, fu il simbolo della rinascita post bellica della genialità torinese per lo stile e l’ingegneria meccanica. A Pinin Farina sono attribuite originali intuizioni che trovarono ispirazione nei frequenti viaggi che lo stilista torinese faceva in USA, all’ingegner De Virgilio va il grande merito di aver progettato l’innovativo motore V6 stretto.

Al geniale Gianni Lancia occorre riconoscere la lungimiranza nell’aver voluto un nuovo modello

che nasceva con  l’intento di soddisfare un nuovo segmento di mercato, favorito dal benessere che iniziava a delinearsi nel futuro dell’Europa intera: quello della “Gran Turismo”!

Un’auto  che il fortunato possessore di quei tempi, poteva usare indistintamente per andare la mattina in ufficio, la sera a teatro e la domenica nelle competizioni, come diceva lo slogan pubblicitario dell’epoca.

Il secondo posto assoluto alla Mille Miglia del 1951, grazie all’epica impresa di Giovanni Bracco, ne è la più chiara dimostrazione.

Cesare Fiorio, il grande  condottiero e direttore sportivo di Lancia e Ferrari, intervenuto all’inaugurazione della mostra, ha voluto sottolineare che soltanto grazie alle vittorie negli anni ‘50 delle Aurelia B20 e B21, si è formata quella squadra HF che conquistò poi i titoli mondiali nei rally con la Fulvia, la Stratos, la 037 e la Delta.

Tante le innovazioni che resero protagonista l’Aurelia, oltre al motore V6 in varie cilindrate e potenze da 56 a 118 cv, le brevettate sospensioni a ruote indipendenti, i fari fendinebbia, o spruzzavetro, la strumentazione Jaeger, il volante Nardi e le nuove gomme Pirelli a struttura radiale le famose Cinturato.

Il percorso della mostra, che sarà aperta al pubblico fino al 3 Maggio, offre un’ampia panoramica sui modelli più rappresentativi, tra le quali la B10, la B12, la B24 spider protagonista nel mondo del cinema con il film “Il sorpasso ” di Dino Risi e molte edizioni fuoriserie come la B52 carrozzata Bertone, una elegantissima B53 giardinetta Viotti e la sportiva B20 GT in livrea Mille Miglia.

Tra gli invitati che hanno partecipato con grande ammirazione all’apertura  di questo importante  evento commemorativo, c’era naturalmente tanta nostalgia, ma anche tanta rabbia per il lungo declino del marchio Lancia, che oggi è presente sul mercato con il solo, seppur ricercato, modello  Ypsilon. Speriamo che le prossime strategie, che deriveranno dalla fusione di FCA con  PSA, possano rianimare un Brand come Lancia sinonimo nel tempo di classe, eleganza e innovazione tecnologica.

LanciaAurelia2

1 commento
  1. renato ronco
    renato ronco dice:

    Aurelia: un fascino indimenticabile per chi ha vissuto quell’epoca. Ed una emozione forte quando ho potuto guidarla nel 1958. Che ricordi degli interni in panno “Lancia” e che silenziosità! Ah, la guida a destra poi, una originalità. Tutto bellissimo.

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