Multitasking al volante? La ricetta per il disastro!

Con il boom della tecnologia, ormai siamo più connessi di un router Wi-Fi in centro città. Telefoni, orologi e persino lavatrici che si comportano come vecchie comari, chiacchierano tra loro e con il mondo esterno. Ci promettono informazioni lampo, divertimento a portata di clic e socialità 24 ore al giorno festivi compresi. Questi gadget super invadenti cercano di convincerci che siamo dei maghi del multitasking, capaci di rispondere a email, messaggi e chiamate mentre saltiamo gli ostacoli nella giungla quotidiana del traffico. Ma siamo sicuri che il nostro cervello sia all’altezza di questa sfida?

La scienza ci fornisce una verità differente: il cervello non è progettato per gestire un livello elevato di connessione.

È il paradosso della modernità: più ci connettiamo, più rischiamo di disconnetterci dalla realtà che ci circonda. Immaginate di poter rispondere a una chiamata, inviare un messaggio e consultare una mappa GPS, tutto mentre siete al volante. Sembra facile, vero? Ma è proprio questa l’illusione che le tecnologie ci vendono ogni giorno.

Robert Rosenberger è professore presso la School of Public Policy del Georgia Institute of Technology e ha trattato in modo approfondito questo tema su Psyche, rivista digitale che tratta temi sulla condizione umana, attraverso la psicologia, la filosofia e le arti.

Rosenberg afferma che il problema principale risiede nella distrazione cognitiva, ovvero il sovraccarico di attenzione che si verifica quando tentiamo di gestire compiti complessi simultaneamente. Questo fenomeno può portare a errori, confusione e malfunzionamenti nella nostra percezione del mondo. In determinate circostanze, la distrazione cognitiva può risultare pericolosa, persino fatale.

Secondo David Strayer, neuroscienziato cognitivo dell’Università dello Utah, “chi si dedica molto al multitasking potrebbe sembrare abile in questa pratica, ma in realtà è più probabile che sia inefficace”.

Un esempio emblematico di distrazione cognitiva è rappresentato dalla guida distratta. Utilizzare il telefono mentre si è al volante è una delle azioni più pericolose. Le normative di molti Paesi vietano l’uso del telefono in modalità manuale durante la guida, mentre l’utilizzo di dispositivi vivavoce è spesso consentito, creando una confusione normativa. Tuttavia, studi scientifici dimostrano che anche l’uso di dispositivi vivavoce comporta un livello di distrazione pericoloso.

I sistemi di infotainment delle auto moderne, progettati per consentire la connessione del conducente al mondo esterno, amplificano ulteriormente il problema. Questi dispositivi, che permettono di effettuare chiamate, inviare messaggi e navigare online, sono spesso presentati come sicuri. Ma la ricerca suggerisce il contrario: tali tecnologie aumentano la probabilità di distrazione, mettendo a rischio non solo il conducente, ma anche passeggeri, ciclisti e pedoni.

Negli ultimi trent’anni, la ricerca nel campo delle neuroscienze cognitive ha prodotto risultati chiari: sia le conversazioni telefoniche in modalità manuale sia quelle in vivavoce compromettono in modo significativo la capacità di guida. Studi condotti su simulatori e su strada mettono in evidenza una diminuzione della consapevolezza situazionale e un aumento pericoloso dei tempi di reazione. Anche conversazioni emotivamente intense o complesse si sono rivelate particolarmente rischiose.

Un confronto emblematico è quello tra l’uso del telefono e la guida in stato di ebbrezza, che comportano un livello simile di compromissione. Inoltre, le distrazioni cognitive possono persistere anche dopo la fine della conversazione, con un impatto prolungato sulle capacità di guida.

Con l’evoluzione tecnologica, i comandi vocali sono diventati uno strumento comune per interagire con i dispositivi durante la guida. Sebbene l’utilizzo della voce per eseguire azioni semplici, come regolare la temperatura o cambiare stazione radio, possa ridurre le distrazioni fisiche, non elimina quelle cognitive. La necessità di verificare visivamente i comandi vocali introduce ulteriori distrazioni.

Assistenti vocali come Siri e Alexa, progettati per semplificare le interazioni, possono invece aumentare il rischio di distrazione. Errori di interpretazione e risposte non pertinenti possono distogliere l’attenzione dal compito primario: guidare in sicurezza.

La possibilità di dettare messaggi o ascoltare testi letti ad alta voce tramite dispositivi integrati nelle auto costituisce un altro fattore di rischio. La ricerca ha dimostrato che queste attività richiedono un impegno cognitivo significativo, rendendo il conducente meno attento. Nonostante l’apparente comodità, tali tecnologie amplificano i pericoli associati alla guida.

Dati preoccupanti emergono anche dall’uso di internet durante la guida. Sondaggi rivelano che una percentuale crescente di persone naviga online, scatta selfie o utilizza videochiamate mentre è al volante. Questi comportamenti, oltre a essere pericolosi, rappresentano un’ulteriore dimostrazione dell’incapacità umana di gestire efficacemente più compiti contemporaneamente.

La tecnologia corre più veloce di noi? Al suo confronto i nostri neuroni non sembrano proprio delle Formula 1 quindi mettiamoci l’anima in pace: lasciamo che i nostri social si riposino un po’ mentre noi ci godiamo il viaggio. Pensateci: chi mai vorrebbe un selfie con l’auto schiantata contro un palo della luce? Lasciamo perdere notifiche e like, e concentriamoci su cose più importanti, tipo non ammazzare nessuno per sbaglio. In fondo, che soddisfazione c’è nell’avere un incontro ravvicinato contro un muro mentre si è intenti ad ammirare il mega schermo della nostra vettura?

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