Nel Marchionne-pensiero ginevrino la Panda emigra, VW non è lontana e Lancia esiste

È tornato a incontrare i giornalisti al Salone di Ginevra dopo gli ultimi forfait. Sergio Marchionne è in buona forma e affronta tutti i temi del momento con sicurezza e idee chiare.

L’acquisizione di Opel da parte di PSA è soprattutto una ricerca di sinergie ormai indispensabili ?
“Sappiamo che la necessità della nostra industria è ridurre i costi di produzione. Quello che abbiamo visto ieri è un passo nella giusta direzione, anche perché Carlos Tavares ha dimostrato di saper fare bene, con il rapido risanamento di PSA. È comunque un pacchetto difficile da mettere insieme: lo so bene perché nel 2009 avevamo proposto qualcosa di molto simile quando abbiamo tentato di comprare la Opel”.

Il nuovo quadro modifica improvvisamente la posizione di leadership di VW ?
“L’operazione tra GM e PSA minaccia la Volkswagen più di qualunque altro gruppo. Mueller fa il coraggioso, ma mettergli un numero due alle calcagna…”.

General Motors è interessante anche senza Opel, ma anche VW potrebbe esserlo ?
“Il partner più desiderabile per noi è ancora la GM. Ma non ho dubbi sul fatto che, al momento opportuno, il Gruppo Volkswagen potrebbe farsi vivo e potremmo fare due chiacchiere. Ho sempre detto che c’è una logica e una buona base per farlo per loro, così come per chiunque abbia le nostre dimensioni”.

Il rapporto con Donald Trump ?
“Non voglio parlare di politica né del presidente Trump: lo abbiamo incontrato nei mesi scorsi e ho già detto cosa penso della sua politica di promozione dell’attività manifatturiera sul suolo americano. Come Detroit Three dobbiamo concentrarci di nuovo sulla produzione negli Usa, e costruire in questo senso un progetto che sia di lungo termine. E da parte nostra abbiamo già cominciato a riportare una parte della produzione dal Messico al Michigan”.

Che succede a FCA in Europa ?
“In questo momento noi non abbiamo bisogno di un partner in Europa. Abbiamo impiegato molto tempo per riorganizzare la rete produttiva italiana in chiave premium. E stiamo portando avanti questo processo. La Panda deve andare via da Pomigliano, perché la fabbrica è in grado di fare modelli più complessi. Tra il 2019 e il 2020 arriverà la nuova serie e la riporteremo in Polonia, ma io in quel momento non sarò più ad. In Ferrari invece devo restare fino al 2020-2021, se voglio prendere i bonus”

Che previsioni sulla Formula 1 che sta per partire ?
“Oggi ho un profilo talmente basso che non rispondo nemmeno. Ho imparato molto dall’anno scorso. Sono comunque soddisfatto dei piloti e dei risultati nei test: stiamo lavorando, la macchina va bene ed è superiore a quella del 2016. L’obiettivo, come sempre, è quello di vincere. Voglio anche aggiungere che apprezzo il cambio regolamentare. E ricordare che dobbiamo essere grati a Ecclestone per quello che ha fatto per decenni per il nostro sport”.

Le prossime Alfa Romeo ?
“Non abbiamo ancora deciso se fare un modello più compatto o più grande per primo, vedremo. Di sicuro c’è bisogno di entrambi: siamo contenti di quello che abbiamo fatto con la piattaforma, su Giulia e Stelvio e mi aspetto grandi cose dal marchio, ma non c’è ancora molto da dire sui prossimi modelli. Da valutare in particolare le strategie sulle compatte: vedremo se sostituire la Giulietta con un solo modello che faccia anche da crossover sotto la Stelvio”.

Le strategie per l’elettrico?
“Plug-in per i modelli di prestigio, mild hybrid con sistemi a 48 Volt per le piccole. E nel 2019 arriverà una Ferrari elettrificata”.

E la Lancia ?
“Mi dà fastidio non poterne finanziare il rilancio, ma non ho mai visto un progetto convincente, in grado di farci guadagnare. Preferisco concentrarmi su Alfa e lasciar stare Lancia, per quanto sia molto legato a quel brand. Ho comprato da poco una vecchia Delta Integrale, ma rifare oggi qualcosa che sia alla sua altezza non è immaginabile”.

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