Nissan alla caccia di un salvagente

Secondo indiscrezioni trapelate e riportate dal Financial Times, Nissan – la storica casa automobilistica giapponese – sta affrontando un momento di difficoltà economica che, a dir poco, potrebbe essere definito “da ultima spiaggia”. Pare che il colosso nipponico stia disperatamente cercando un investitore di riferimento, che possa fungere da salvagente nel mare tempestoso in cui si trova a operare.

Ma quanto è seria la situazione? Un alto funzionario interno, mantenendo un certo aplomb tipico del linguaggio aziendale, avrebbe dichiarato che Nissan ha ancora 12 o 14 mesi per cercare di sopravvivere.

Negli ultimi anni le vendite di Nissan hanno subito un calo costante, con un tonfo del 15 per cento nel 2023 rispetto all’anno precedente. L’azienda, un tempo brillante, ha visto il valore delle sue azioni scendere del 27 per cento negli ultimi 18 mesi. Inoltre, i margini di profitto sono finiti ai minimi storici: un misero 2 per cento, contro il 7 per cento medio del settore.

Uno dei nodi principali è rappresentato dalla storica alleanza con Renault. Quest’ultima, che detiene ancora una significativa partecipazione in Nissan, è in fase di progressiva dismissione delle sue quote. Si dice che il gruppo francese stia cercando di “alleggerire il bagaglio” e, perché no, passarlo a qualcun altro. Magari Honda, con cui Nissan ha recentemente firmato una lettera d’intenti per collaborare nel promettente settore della mobilità elettrica.

Non manca, però, il tocco di diplomazia: una fonte vicina a Renault avrebbe dichiarato al Financial Times: “Una relazione più forte tra Nissan e Honda potrebbe essere solo positiva per il gruppo francese”. Che in altre parole suona un po’ come “fate voi, basta che ci lasciate fuori dai guai”.

Se già così la situazione sembra complicata, ecco che compaiono sulla scena nuovi attori. Da un lato, quindi, Honda potrebbe diventare la nuova spalla di Nissan, magari rilevando una parte delle quote in uscita da Renault. Dall’altro, Mitsubishi – il terzo membro dell’alleanza giapponese – si è dichiarata disponibile a “esplorare tutte le possibilità di collaborazione”. Un triangolo amoroso, forse solo finanziario, che potrebbe portare a inedite configurazioni nel settore auto nipponico.

Ma attenzione: a complicare ulteriormente le cose, nell’azionariato di Nissan sono entrati due fondi, Effissimo Capital Management e Oasis Management, noti per i loro decisi interventi in aziende come Toshiba e Nintendo. E quando arrivano i fondi, si sa, l’obiettivo è un “lifting finanziario” anche a costo di qualche doloroso taglio.

Per affrontare questa situazione intricata, Nissan ha avviato un piano di ristrutturazione globale. Le priorità sono tagliare costi superflui, ridurre la dipendenza da Renault e puntare sulla mobilità elettrica, che sembra essere la gallina dalle uova d’oro del settore. Tuttavia, con un investimento stimato di almeno 10 miliardi di dollari nei prossimi 5 anni per sviluppare nuovi modelli e infrastrutture, Nissan dovrà trovare rapidamente chi metterà mano al portafoglio.

Il futuro di Nissan rimane appeso a un filo, o meglio, al cavo di ricarica di un veicolo elettrico. Se l’azienda riuscirà a trovare investitori che possano garantire stabilità e risorse, potrebbe uscire dal tunnel. Certo, non si tratta di un’impresa facile: il mercato è spietato e il tempo scorre rapido.

Nel frattempo, il resto del mondo aspetta, curioso di vedere se Nissan riuscirà a correggere la più grande sbandata della sua storia, quella verso la salvezza. E chissà, magari tra 12 o 14 mesi, potremo scrivere (con piacere) un altro articolo, dal titolo “Dalla crisi al rilancio, come Nissan ha schivato il burrone”.

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