Perché a Singapore va così

E quindi ha vinto Nico Rosberg. Quello che partiva in pole. Esattamente come era accaduto in altre sei edizioni (su otto). Perché a Singapore va così. Perlomeno stavolta è stata una gara avvincente, anche se di sorpassi ne abbiamo visti davvero pochi. Come al solito, provo a sintetizzarvi quelli che, secondo me, sono stati i temi principali del GP.

Fenomeno. Alla fine l’ha riconosciuto anche lui, Lewis Hamilton. Perché i piloti, quelli bravi e onesti, lo sanno benissimo. Nico Rosberg si è strameritato la vittoria di oggi, dopo un weekend dove ha dimostrato di essere preciso, concentrato e capace di trovare un set-up eccellente. Più di tutti quanti. Insomma, un weekend dove ha fatto il Fenomeno. singapore-20Ed è giusto che alla fine uno così raccolga anche cos’ha meritato. Una qualifica strabiliante e una gara consistente, gestita con la testa anche quando un arrembante Ricciardo stava arrivando a prenderlo. Certo, se i giri fossero stati 4 o 5 in più, magari non sarebbe finita così. Ma i giri da fare erano 61 e con i “se” e i “ma” non si vince nulla. Al muretto Mercedes hanno scommesso per il non rientro ai box di Nico, dopo che i suoi tre inseguitori avevano montato gomme fresche. A mio parere (del momento, non ora che sono finiti i giochi ed è troppo facile…) le soluzioni sembravano simili. Diciamo che sembrava difficile ipotizzare un calo improvviso delle gomme soft. E poi è un dato di fatto che a Marina Bay è molto difficile superare. Quindi, un minimo di preferenza poteva averla l’idea di tirare diritto. Ma, si sa, sono i classici casi sul filo del rasoio in cui si fa molto in fretta a fare la figura degli stupidi. Comunque in Mercedes ci hanno preso e quindi bravi. Ora Nico ha infilato la terza vittoria consecutiva, ribaltando nuovamente lo scenario di fine luglio che lo aveva visto soccombere alla rimonta di Hamilton (autore di 6 vittorie su 7 GP). Ora è nuovamente lui davanti e il Mondiale è più che mai aperto. Anche e soprattutto perché Rosberg ha dimostrato al mondo (e a se stesso) una solidità mentale davvero notevole. E una bravura sempre crescente. Bello, per tutti noi che seguiamo la F1.

 

Rivincite.

Prima o poi capita sempre il momento in cui chi è stato battezzato (ingiustamente) sfigato si prende la sua rivincita. Basta avere tempo. E pazienza. Oggi è successo al russo Kvyat, battezzato come inadeguato dai suoi capi solo quindici giorni dopo aver portato la sua Red Bull sul podio. E pochi mesi dopo aver concluso la stagione mondiale davanti al suo compagno di squadra Ricciardo. Non è mai stato un fenomeno, Daniil, e probabilmente non lo diventerà nemmeno mai. Ma non è mai stato nemmeno uno sfigato. I suoi capi l’hanno fatto apparire così per illuminare con la luce più scintillante il “pilota del secolo” Max Verstappen. singapore-19Ed ecco che oggi, dopo mesi in cui Daniil si è trovato solo nel buio della depressione, il Caso li ha fatti incontrare. Kvyat davanti e Verstappen dietro. Uno sulla vettura B e l’altro in Serie A. Sicuramente al russo sarà comparso il viso di Helmut Marko. E non gli sarà sembrato vero. Sta di fatto che il bambino prodigio è rimasto dietro, con le narici fumanti proprio come i tori ed è riuscito a superarlo solo 30 giri dopo, quando lo ha ritrovato con gomme più fresche e a mescola più morbida. Questo fatto non cancella il talento, né tutte le parole che sono state dette e scritte su questi due ragazzi. Nel bene e nel male. Conferma però che prima o poi ci si ripulisce dal fango e si può dimostrare al mondo che sfigati saranno coloro che dipingono scorrettamente gli altri come incapaci. Sono personalmente contento che oggi Kvyat abbia potuto ritrovare se stesso. E ce l’abbia anche detto a fine gara… “I’m back to normal”.

 La strada è ancora lunga.

Anche se a fine gara ha tentato di fare il signore dicendo che “non avrebbe voluto ordini di scuderia” (però non sapevo che valessero anche tra team diversi…), mi immagino quanti messaggi di fuoco avrà in realtà mandato al suo muretto Max Verstappen perché levassero di torno quell’essere inferiore che gli occupava indebitamente la strada, ostacolando l’espressione del suo talento incommensurabile. singapore-22Perché lui è così… quando è davanti lui può usare tutti i mezzi che vuole, anche i più illeciti. E nessuno gli può contestare nulla. Ma se gli altri non si levano, piagnucola. Oggi, il Caso gli ha dato ancora una volta la possibilità di capire quanto è lungo e difficile il suo cammino per diventare un grande pilota. In qualifica il suo compagno si è conquistato la prima fila, mentre lui è partito dalla quarta casella. Poi è partito come su una Panda bicilindrica, facendosi sfilare da mezza F1 e innescando l’unico crash della gara. E alla fine ha concluso la gara prendendosi un minuto e 11 secondi da Ricciardo. Che ha la sua stessa vettura. Non proprio un’inezia. Diciamo che, almeno per un po’, dovrebbe starsene bello schiacciato a lavorare in silenzio e tanta umiltà per provare a diventare davvero uno forte. Sì, lo so, non succederà…

 Rimonte.

Pochi avrebbero scommesso su una rimonta così imponente di Sebastian Vettel, che partiva ultimo dopo il problema tecnico capitatogli in qualifica. Qui poi, a Singapore. E invece il tedesco è arrivato quinto, a 27 secondi da Rosberg e 17 dal suo compagno di squadra. Strategia molto intelligente di scelta e gestione degli pneumatici… una successione aggressiva di giri senza errori… e forse chi ha criticato Vettel nelle ultime esibizioni dovrebbe fare un passo indietro. Diciamo la verità… sicuramente non ha raccolto nemmeno lontanamente i risultati che aveva segnato l’anno scorso (anche se non sempre per colpe sue…)… probabilmente si sta rapidamente stancando, esattamente come il suo predecessore, del livello qualitativo del mezzo che guida e dei terremoti tecnici che minano la serenità del team… ma quando si tratta di professionalità non ha ancora mai fatto intravedere un cedimento. Oggi Seb ha ripetuto ciò che aveva fatto un anno e mezzo fa in Canada, partito in fondo e arrivato quinto. Con la piccola differenza che rimontare nel labirinto di Marina Bay non è proprio la cosa più banale da fare. Quindi, tanto di cappello a lui per aver continuato a dare il 110% per tutta la gara. E anche per continuare a sostenere la squadra. Certo è che ha smesso di sorridere…

 

 

 

 

 

 

1 commento
  1. Renato Ronco
    renato ronco dice:

    Giusti gli apprezzamenti su Rosberg. Ce la farà a contenere Hamilton fino alla fine del Campionato? Certo che il mondiale di un tedesco su una macchina tedesca farebbe godere la Mercedes!
    Vedo che non manca mai una puntura su Verstappen…credo però che a lui si addicano maggiormente le piste più veloci.
    E la rimonta di Vettel è davvero così favolosa? In fondo l’unico competitore forte a cui è stato davanti è soltanto proprio Verstappen, che non era certo al meglio a Singapore. Forse era il minimo sindacale che si poteva chiedergli. O no?

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