Quando crediamo di essere supereroi ma siamo solo distratti
Benvenuti nell’era del tutto-connesso! Ormai viviamo in un mondo in cui i nostri telefoni, orologi, lavatrici (e probabilmente anche tostapane e macchina per il caffè) collaborano per offrirci una vita più facile, o almeno così sembra. La promessa è chiara: informazioni a portata di click, intrattenimento senza fine, notifiche sempre attive e la possibilità di rispondere a quel messaggio mentre carichiamo la lavatrice e seguiamo una serie su Netflix. Insomma, multitasking allo stato puro!
Peccato che il nostro cervello non sia esattamente un supercomputer multitasking, ma piuttosto un processore di vecchia generazione che si inceppa se deve fare troppe cose contemporaneamente.
Se pensate di essere degli assi del multitasking, sappiate che probabilmente non lo siete. A dirlo non è un amico cinico, ma il neuroscienziato cognitivo David Strayer dell’Università dello Utah. Secondo lui, chi si cimenta spesso nel multitasking non solo non è bravo, ma è anche più lento e incline a commettere errori. Il motivo? La distrazione cognitiva.
Questa espressione significa semplicemente che il cervello si sovraccarica quando tenta di affrontare più compiti complessi contemporaneamente. E il risultato non è “efficienza al cubo” ma piuttosto una serie di errori, confusione mentale e, in alcuni casi, situazioni pericolose.
Immaginate di combinare il multitasking con la guida. Non parliamo di ordinare una pizza mentre state aspettando al semaforo ma di chattare, controllare i social o, peggio, rispondere a una chiamata durante la guida.
La scienza è chiara: anche la modalità vivavoce, che sembra tanto sicura, è pericolosa. Secondo diversi studi, tra cui simulazioni e analisi di incidenti, parlare al telefono riduce la consapevolezza della situazione stradale e rallenta i tempi di reazione. Se la conversazione poi si fa intensa o emotivamente coinvolgente, il rischio cresce a dismisura.
Per darvi un’idea, guidare parlando al telefono è stato paragonato a guidare con un bicchiere di troppo: sì, il nostro cervello fatica così tanto che potremmo fare gli stessi errori di un automobilista alticcio.
E gli assistenti vocali supertecnologici? Certo, le auto moderne sono piene di gadget che promettono di rendere la guida più sicura e comoda: comandi vocali, sistemi di infotainment, lettura di messaggi e persino la possibilità di rispondere senza togliere le mani dal volante. Fantastico, vero?
Non proprio. Gli studi ci dicono che anche queste tecnologie hanno i loro lati oscuri. Per esempio, dettare un messaggio o usare un assistente virtuale può distrarci tanto quanto guardare lo schermo del telefono. E sapete qual è la parte peggiore? Spesso, dopo aver usato i comandi vocali, ci sentiamo in dovere di controllare che il sistema abbia capito bene. Risultato: occhi sullo schermo e rischio di incidenti.
E quindi, che dobbiamo fare? Prima di tutto prendere coscienza che il nostro cervello non è un mago del multitasking. E piuttosto che cercare di fare mille cose insieme, impariamo a darci delle priorità. Quando siamo al volante, mettiamo la tecnologia in stand-by e concentriamoci sulla strada. Non è una battaglia contro la modernità, ma una scelta di sicurezza.
Il futuro ci riserva sicuramente dispositivi sempre più avanzati e connessioni ancora più rapide. Ma anche il telefono più smart non vale quanto la nostra vita (o quella degli altri). Quindi, la prossima volta che vi sentite tentati di rispondere a quel messaggio mentre guidate, pensateci due volte: è davvero così urgente? E se sì, basta fermarsi.
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