Quando il destino ti appare contromano

Ancora automobilisti contromano sulle autostrade e superstrade italiane. Con il rischio, che è stato davvero forte soprattutto nei giorni di gran traffico del Ponte dell’Immacolata, di fare strike. Veneto, Marche, Umbria, Lazio: le segnalazioni di fatti del genere, all’inizio di dicembre, sono state  tante.
Solo in Umbria ce ne sono state due nell’arco di pochissime ore sulle strade più trafficate della regione.
Prima una donna che ha imboccato la E45 a Balanzano, alle porte di Perugia, infilando la corsia d’uscita invece che quella d’entrata. E che se non era per il provvidenziale intervento del personale di una stazione di servizio di Ponte San Giovanni chissà per quanti chilometri avrebbe ancora continuato il suo percorso nel senso opposto del traffico regolare. E chissà se lei e gli altri automobilisti che l’hanno incrociata (ed evitata) sarebbero riusciti a tornare, quella sera, a casa vivi…
Poi, al mattino dopo, un anziano con gli occhiali che entrato a Spello sulla superstrada 75 “Centrale Umbra”, un’altra quattrocorsie particolarmente trafficata, l’ha percorsa contromano con la sua vecchia Panda verde ramarro fino a Foligno, all’innesto con la Flaminia, dove ha poi fatto perdere le sue tracce. 
Fortunatamente aveva i fari accesi (…d’altronde lo impone il Codice della strada) ed è stato notato in tempo dagli altri automobilisti. Ma le frenate e le manovre d’emergenza per evitarlo sono state davvero tante. Qualcuno ha anche tentato di avvisarlo scendendo dall’auto e gesticolando rischiando a sua volta di essere travolto dalle altre auto che sfrecciavano. Ma l’anziano occhialuto, imperterrito, ha continuato nel suo tragitto mantenendo perfettamente la sua destra, invadendo cioè la corsia di sorpasso del traffico regolare.
“Il problema – ha raccontato poi un automobilista che se l’era trovato di fronte – è che eravamo come topi in trappola. Quando si viaggia sulla corsia di sorpasso e quando hai il muretto spartitraffico da un lato e un altro veicolo dall’altro, trovarsi un’auto contromano ti fa sentire totalmente impotente. Capisci che è giunto il momento che potrebbe rimanerti solo di chiudere gli occhi e di aspettare il botto…” “E’ la stessa sensazione – ha aggiunto un altro scampato all’impatto, quello che ha tentato di farsi notare a gesti – che hai se ti fermi per fare qualcosa… Se chi procede contromano non capisce e non ti nota, ti rendi conto che non puoi fare altro che pregare che vada bene. Perché non puoi inseguirlo, non puoi tornare indietro in retromarcia per avvisare gli altri automobilisti, non puoi proprio fare più niente… Può risultare perfino inutile telefonare alle forze dell’ordine perché trascorre talmente tanto tempo prezioso che l’irrimediabile può accadere in un lampo…”
Situazioni e sensazioni, comunque, che non si possono descrivere a parole. Ma che se vissute di persona, danno l’esatta dimensione della fragilità che regna tra la vita e la morte.
Il tutto, verrebbe da dire, per qualcuno che sbaglia. Ma bisognerebbe, invece, riflettere sul fatto che se qualcuno sbaglia deve esserci un motivo.
Non è, infatti, la prima volta, che si verificano fatti del genere. E, in passato, si sono contate anche tante tragedie.
Da anni si parla insistentemente di incrementare la sicurezza delle nostre strade e del traffico in generale. L’Unione europea ha posto ai Paesi membri – e quindi pure all’Italia – anche degli obiettivi.
Le case costruttrici di autoveicoli continuano a introdurre e a studiare decine di dispositivi sfruttando le tecnologie più all’avanguardia. Ma ci sono due fronti sui quali ancora si investe troppo poco: la formazione degli automobilisti, con la verifica ripetuta delle loro capacità unitamente all’obbligo di aggiornamenti periodici; gli interventi sulle situazioni di pericolo che presentano le strade intese come infrastrutture, interventi che vadano ben oltre l’ampliamento (tra l’altro troppe volte ancora scarso in buona parte dell’Italia) delle presenze dei guard-rail, l’adeguamento delle segnaletiche e il rattoppo delle buche.
Il problema degli automobilisti che imboccano le superstrade contromano c’è. E non è solo imputabile alle capacità di guida e alle età dei protagonisti.
Troppe volte gli svincoli sono mal indicati e scarsamente illuminati. E nessuno ha un sistema che impedisca di imboccare le quattrocorsie contromano. Eppure in Italia ci sono già alcuni brevetti che eviterebbero in maniera efficace tali rischi.
Ma perché nessuno propone di vagliarli o, almeno, di sperimentarli?

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