REPORTAGE – Lettere dalla Dakar 2025 [parte II]
Riepiloghiamo. A gennaio ci siamo trovati in Arabia Saudita al seguito della Dakar, come assistenza per due equipaggi in gara, Cinotto-Bertoldi e Cinotto-Albertini. Abbiamo attraversato un Paese in movimento, un’Arabia alla ricerca di equilibrio tra tradizione e modernità, tra valori religiosi e valori materiali
Ne è nato un dizionario minimo della Dakar, in cui abbiamo cercato di fermare momenti significativi o irrilevanti, divertenti e noiosi, curiosi o prevedibilissimi.
Ecco la seconda parte.
L come luna
Vengono pensieri a guardare questo cielo trapuntato di stelle, in cui la luna la fa da padrona. E non siamo i primi.
Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai,
Silenziosa luna?
Sorgi la sera, e vai,
Contemplando i deserti; indi ti posi.
Ancor non sei tu paga
Di riandare i sempiterni calli?
Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga
Di mirar queste valli?
Somiglia alla tua vita
La vita del pastore.
Sorge in sul primo albore
Move la greggia oltre pel campo, e vede
Greggi, fontane ed erbe;
Poi stanco si riposa in su la sera:
Altro mai non ispera.
[Canto notturno di un pastore errante dell’Asia, Giacomo Leopardi]
Istruzioni per l’uso: sostituire la parola rallysta a “pastore”. Sostituire auto a “greggia”, ed ecco la giornata tipo di un partecipante alla Dakar.
M come Media Centre
Fotografi, giornalisti, video maker e social media manager sono fieri nei loro abiti e nelle loro posture professionali, pieni di sé, con fattezze da inviati di guerra.
Si prendono terribilmente sul serio.
È il ruolo che fa le persone, non viceversa.
O come organizzazione
Complimenti alla Aso (Amaury Sport Organization) la società francese che organizza impeccabilmente la corsa: 10 mila pasti al giorno, di ottima qualità, toilette da campo per 3 mila persone, provare per credere!
L’accampamento montato e smontato ogni giorno con professionalità da 2 squadre in parallelo, l’ospedale da campo, aperto ed efficiente 24 su 24, l’eliporto…
Tutto quello di cui puoi aver bisogno, compreso un piccolo market. Numeri incredibili, qualità e professionalità a servizio della corsa.
Poi scopri che organizzano anche il Tour de France di ciclismo, e capisci.
P come preghiera
La bussola dei musulmani è La Mecca. A tal proposito, un’immagine curiosa: deve essere un occidentale convertito, si china a pregare con il suo tappeto verso La Mecca, ma non si accorge che lo fa proprio davanti al camion sponsorizzato Red Bull.
Prega Maometto o Red Bull? Apparentemente entrambi, e lo fa 5 volte al giorno. Ecco forse da cosa nasce la confusione tra dio e il marketing.
S come sinfonia
Se un’orchestra da camera è composta da 10-20 musicisti, nel caso di un’orchestra sinfonica si va dai 50 ai 100 componenti. L’orchestra dell’accampamento invece è composta da 3 mila elementi.
La colonna sonora della Dakar sono i rumori incessanti dei generatori, delle pistole per avvitare i bulloni delle ruote, le pale di un elicottero che passa sopra le nostre teste, il chiacchiericcio del “how are you?” e “comment ça va?”.
Il battere di un martello, il rombo di un camion, di un’auto, di una moto… È la sinfonia Dakar.
E riprende il ritornello instancabile.
T come taxi
Il taxista con la kefiah guida con un gigantesco rosario tra le mani. Sono 99 dischetti di legno e la preghiera viene recitata così: 33 volte “Gloria a Dio”, 33 volte “Lode a Dio”, 33 volte “Dio è il più grande”.
E lo fa mentre guida smanettando sul cambio, concentrato su numeri e preghiere, frenate e accelerate, in simultanea prega e guida, guida e prega.
Alla faccia delle imprecazioni!
R come ringraziamenti
Si ringraziano:
-
le scarpe Hoka;
-
la sciarpa ufficiale della Dakar;
-
il generatore di elettricità Honda;
-
le bottiglie d’acqua Berain;
-
le salviette umidificate Fria;
-
il piumino Muji;
-
i guanti da lavoro Stocker;
-
il cappellino di lana verde (regalo di Jean Claude).
Senza di loro tutto questo sarebbe stato più difficile.
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