Al MAUTO premi per Gandini, Forghieri e Bellia

Soirée di gala, quella di martedì scorso al Museo dell’Automobile di Torino, presentata come sempre dal vulcanico inimitabile Piero Chiambretti per la consegna della “Matita d’Oro 2019” assegnata dal MAUTO a uno dei più bravi designers d’automobili: l’ottantunenne torinese Marcello Gandini.

Ha poi ricevuto il premio “MAUTO Carlo Biscaretti di Ruffia” l’ottantaquattrenne ingegnere modenese Mauro Forghieri, per aver propagandato l’auto italiana nel mondo, grazie ai successi con le Ferrari di F1 da lui progettate e realizzate dalla fabbrica di Maranello.

E’ stato premiato anche “l’artista-fotografo” torinese Giorgio Bellia (nella foto), del quale 55 bellissime foto ingrandite sono ora in mostra al MAUTO fino al 12 gennaio 2020, affiancate da alcune delle vetture che ha ritratto. Tra le foto troverete ad accogliervi, “ingranditi”, gli attori Marcello Mastroianni (appoggiato al muso della sua Lancia Flaminia Coupé Zagato) e l’americano Steve Mc Queen (affacciato al finestrino, al volante di un fuoristrada).

Hanno poi ricevuto il premio “MAUTO Giovanni Agnelli”  i giovani Sergio Pininfarina (nipote dello scomparso ingegnere e figlio dell’altrettanto scomparso ingegner Andrea) e Ludovico Campana, fondatori della start-up del Politecnico, giovani promesse del design per l’innovativo progetto TUC.technology. connettore modulabile che incrementa l’intero sistema elettronico dei veicoli, abilitandoli alla digitalizzazione e a un’elevata personalizzazione da parte del proprietario stesso.

Consegnato infine alla vedova il Premio MAUTO 2019 per l’Ingegneria, alla memoria di Sergio Sertorelli, progettista e ingegnere dell’automobile deceduto nel 2009 dopo aver lavorato alla Ghia e al Centro Stile Fiat. La moglie ha donato i suoi progetti (richiesti anche all’estero!) all’archivio del Museo.

Marcello Gandini ha creato tra l’altro modelli come le Alfa Romeo Montreal e Carabo, la Bugatti EB10,  la De Tomaso Pantera, una serie di Lamborghini (come le Countach, Diablo, Miura), la Maserati Ghibli, la Renault 5 Turbo, per citarne alcune. E la mitica Lancia Stratos: corse i rally e vinse 3 titoli iridati Costruttori (‘74, ’75 e ’76) e, con Sandro Munari, si aggiudicò anche il Mondiale Piloti ’77.

Modenese, Mauro Forghieri dal 1962 all’84 è stato progettista e direttore tecnico del team Ferrari di Formula 1, con 4 titoli iridati Costruttori (1975, ‘76, ’77, ’79) e 3 titoli mondiali Piloti: John Surtees nel 1964, Niki Lauda nel 1975, Jody Scheckter nel 1979. Nel 1968 Forghieri, per primo, fece montare degli alettoni su una monoposto di F1.

Non è tutto. Come accennato, l’altra sorpresa é dedicata al pubblico: da oggi, infatti, fino al 12 gennaio 2020 ecco la bellissima mostra fotografica di modelli e prototipi scaturiti dalle magiche mani di altrettanto magici designer, poi prodotti da famose Case italiane o straniere,mostra denominata “Giorgio Bellia/Un filtro inedito sul mondo dell’auto”. Immagini scattate dall’artista-fotografo torinese (nonché giornalista), Giorgio Bellia. Attenzione, non abbiamo detto fotografo e artista, ma esattamente il contrario. Bellia, infatti, ha sempre ripreso auto e prototipi all’aperto, condizioni non facili per gestirne la luce. Le sue foto (più altre che dona al Museo dell’Auto, arricchendone così l’archivio) sono quasi sempre capolavori nei quali l’auto non è un’arida riproduzione, ma fa parte di uno scenario predefinito grazie alla scelta di Bellia e, magari, arricchito dal caso, creatosi pochi attimi prima dello scatto.

Assolutamente da non perdere!

 

chiamb

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