Analisi critica della mia Dallara Stradale

E’ passato quasi un anno dalla consegna della prima Dallara Stradale. Un periodo di tempo che Andrea Levy, il suo fortunato proprietario (nonché ideatore del “Parco Valentino”, il salone dell’auto di Torino) ha sfruttato per portarla spesso in pista.

1 – Giudizio su questa vettura

E’ come mi aspettavo. Conoscevo bene le sue potenzialità perché avevo già un prodotto della Dallara: la KTM X-BOX con telaio fibra di carbonio, peso di 750 kg, carrozzeria tutta aperta, molto maneggevole e divertente.

Quando sono stato informato del progetto della barchetta (ancora più estrema: 400 CV contro i 200 CV della KTM, a parità di peso) l’ho prenotata a scatola chiusa. Ha un propulsore Ford 4 cilindri di 2300 cm3, portato a 400 cv: in pratica è il motore della Focus RS potenziato e “rivisto” da Dallara.

Quando è arrivata l’ho presa senza alettone posteriore. Di fatto è stata la prima ad “uscire” dalla Casa, ha il telaio numero 3 (la prima è dell’Ingegnere Giampaolo Dallara, mentre la seconda è dell’amministratore delegato Andrea Pontremoli). L’ho ritirata il 16 novembre 2017: non è una data a casa perché corrisponde al compleanno dell’ingegnere Dallara. Questa vettura stradale, utilizzabile ogni giorno, era uno dei suoi sogni. Il progetto è come l’avevano pensato, molto divertente nell’uso in pista, ora con l’aggiunta dell’alettone posteriore ha 850 kg di downforce (il carico verticale rilevato alla massima velocità 280 km/h). Ora è più veloce nelle curve.

2 – Che variazioni e miglioramenti hai fatto alla vettura in questo periodo?

Ho variato poche cose, frequentando le piste. Un po’ di camber, ma è questione di dettagli. Occorre infatti tenere conto che questa vettura ha le sospensioni a controllo elettronico: col tasto “track” si abbassa di 2 cm. Il grosso miglioramento è avvenuto quando è stato pronto l’alettone posteriore: al Mugello, nonostante 10 km/h in meno di velocità massima, ho guadagnato 4 secondi sul giro. Soprattutto nelle due curve “arrabbiate” la vettura è migliorata molto.

3 – E’ facile portarla al limite?

E’ molto simile a un go-kart, per un gentleman driver come me è facile arrivare al massimo delle prestazioni. E’ più intuitiva rispetto ad una normale “supercar” perché è più leggera: quindi meno massa dà più controllo. Si può “staccare” veramente tardi rispetto alle vetture normali. Senza ala la vettura era un po’ a non inserirsi bene. Con l’alettone è cambiata completamente ed ora neutra, “chiude” bene le curve. Per avere più feeling si può disinserire il controllo di trazione, mentre l’ABS rimane sempre inserito.

Le gomme sono state un elemento molto importante: io utilizzo le Pirelli Trofeo R, semislick, si possono usare anche in strada facendo attenzione in caso di pioggia. Con le slick il tempo può scendere fino a 1.59, mentre con le Trofeo R 2.02 (sempre sul Mugello). Tanto per dare un termine di paragone: con la mia Ferrari 488 (spider, completamente di serie) giro in 2.07. Con la Porsche GT3 RS 02.04.

4- Se Dallara facesse un monomarca con questa vettura saresti interessato?

Sarebbe interessante, tenuto conto che di questa vettura ne faranno 600 in 5 anni. Per ora ne hanno consegnate 80/100. Intanto mi sto allenando costantemente.

5 – Altre considerazioni sulla vettura?

E’ una vettura divertente, quando sono andato a Franciacorta ho girato per 380 km senza stancarmi troppo. Un divertimento puro, con costi di esercizio bassi ( ha freni tradizionali, non carboceramici). Non ha bisogno del carrello per giungere al circuito. La mia è la versione tutta aperta e occorre avere il casco. Secondo me è quella che ha più fascino di tutte le altre versioni. E’ essenziale, priva di qualsiasi accessorio. Come l’ho configurata io è utilizzabile come quarta o quinta macchina. I comandi frecce e luci sono integrati nel volante, in modo da rendere più facile l’utilizzo in pista. La mia ha il cambio manuale, molto manovrabile e preciso. Tecnicamente si potrebbe mettere l’automatico/sequenziale, ma penso che la lascerò così.

6 – Secondo te la figura del gentlemen driver “all’inglese” è in diffusione anche in altre stati?

Ci sono poche vetture come questa: mi vengono in mente Ariel Atom o Lotus Elise. Però arrivare in circuito con la vettura, come fanno in Inghilterra, ha un bel fascino. Avere la vettura aperta è un vantaggio, si può guidare molto bene e valutare bene gli spazi anche nell’uso su strada aperta. Penso che questa vettura, frutto di un’intuizione di Dallara, avrà un buon successo.

zannoni-D

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