Benvenuta Autologia

Cara Autologia, benvenuta e subito un auspicio: “Vinci l’individualismo a favore dell’unione che fa la forza. Ricorda di progredire, innovandoti per migliorarti, come ha fatto l’automobile che corre sempre più veloce”.

A leggere i dati di vendita e di bilancio di tante Case automobilistiche c’è davvero da meravigliarsi da quanto forte sia andata l’automobile nel mondo, nel 2014, per noi italiani annus horribilis. Volkswagen, per la prima volta nella sua storia, ha consegnato più di 10 milioni di veicoli, raddoppiando i numeri in soli dieci anni; Mercedes ha segnato un altro record, con un segno “più” a due cifre, ovvero +12,9% di immatricolazioni; BMW per il quarto anno consecutivo viaggia con il vento in poppa e lo scorso anno ha superato i due milioni di vetture. Va talmente forte l’automobile che chi sosteneva nel 2012 che c’era troppa produzione, come Sergio Marchionne, oggi assume nuovi dipendenti, rassicurato dai prodotti e da un risveglio anche del mercato europeo che ha superato nuovamente i 13 milioni di veicoli venduti, per un segno più del 5,4%.

Entrando nel dettaglio sulla situazione del Vecchio Continente a dicembre la domanda segna incrementi in Spagna (+21,4%) e Regno Unito (+8,7%) ma anche in Germania (+6,7%) e in Italia (+2,4%). In calo invece la Francia (-6,7%). In tutto il 2014, l’incremento maggiore di auto immatricolate risulta in Spagna (+18,4%), seguita da Regno Unito (+9,3%), Italia (+4,2%) e Germania (+2,9%). Stabile la Francia (+0,3%).

Dire che l’auto corre anche in Italia però non è vero. Troppi i freni: i sistematici rincari autostradali di ogni inizio anno; il maggior costo del carburante rispetto agli altri Paesi, nonostante un petrolio che costa come l’acqua e non più come il vino; la tassa di possesso troppo elevata, (torniamo a quella di circolazione e rivediamo il costo eliminando il balzello sulla potenza); le condizioni dei fondi stradali; le opere incompiute o mal realizzate; l’assurda mania di costruire rotonde ovunque, anche quando non necessarie; i sempre più frequenti agguati dei rilevatori automatici di velocità; la cattiva informazione sull’automobile; la chiusura in pochi anni di ben quattro riviste storiche di grandi case editrici (Gruppo Mondadori e Hachette Rusconi…) passate in silenzio.

L’automobile in Italia soffre anche perché è frenata da chi segna record nel mondo e disinveste nel Bel Paese, forte della complicità di manager accomodanti, che per rimanere su “vellutate” poltrone non parlano e neppure balbettano quando gli viene chiesto di ridurre, figuratevi se vengono chiesti investimenti!!! A chi scrive, nel recente passato, venne chiesto di tagliare costi e personale e di far aumentare i ricavi dell’azionista che già erano a due cifre. Iniziò una lotta serrata che si stava per vincere fin quando entrarono in partita personaggi servili e individualisti che portarono a prendere la decisione di lasciare piuttosto che partecipare allo scempio di una realtà storica, consolidata e remunerativa. Il loro risultato? La chiusura in brevissimo tempo. Se tutti avessero il coraggio di dire no di fronte a determinate richieste ci sarebbe poco spazio per manager inetti che non portano a un futuro sereno e ci sarebbe qualcuno in più che al mattino non sarebbe a casa ma al lavoro.

Buona parte di questa Italia disastrata è figlia della superficialità che in questi anni ha preso piede in tutti i settori, compresi editoria e giornalismo. Proprio questi ultimi con due gravissime colpe: gli editori troppo impegnati a riempire di pubblicità i propri prodotti perdendo di vista il loro “core business”; i secondi per nulla interessati a difendere la categoria ma anche per nulla attenti nell’inquadrare correttamente i fatti e poco sensibili al ruolo sociale che questa professione riveste. Così si è finiti a dare più spazio alle emozioni che all’informazione e non a caso la grafica al posto di essere funzionale per mettere in risalto la notizia è diventata il belletto per dare smalto all’opacità dei contenuti.

Autologia, ci auguriamo, possa diventare un motore per uscire da questo circolo vizioso dove piccoli interessi vengono fatti passare come grandi; dove
la voglia di approfondimento torni a germogliare; dove dalla passionalità si passi alla professionalità, di fatto contribuendo alla ricostruzione di un Paese minato dagli “yes man” che si muovono come l’olio nell’acqua di raffreddamento in un motore, con tutti le gravi conseguenze del caso; dove l’esperienza torni a un ruolo degno e si chiarisca che non tutti hanno la capacità di poter parlare di tutto. Mi riferisco in questo ultimo caso a chi dalla sera alla mattina diventa esperto e recensore di cose di cui ha pochissima, se non nulla, conoscenza. Una volta le conferenze stampa le aprivano e le chiudevano i decani, oggi invece…

L’invito a cambiare marcia per uscire dal fuori giri diventa quindi un imperativo. Per cambiare marcia se si ha un cambio manuale si preme la frizione, se si ha un automatico si aumenta o diminuisce la pressione sull’acceleratore. In poche parole si aziona un muscolo. Autologia, è da augurarsi vivamente, possa servire a far partire quello che sta nella testa di tutti noi, oggi un po’ sonnacchioso, domani si spera più reattivo: il cervello.

Il tutto per non avere più un fine anno con il botto: lo scorso 23 dicembre viene inaugurato un viadotto. A Capodanno…cede!

Auguri di buon 2015 Italia delle quattro ruote.

Auguri per non vedere altre nuove autostrade come la Milano Brescia. Costa di più, non è collegata alla A4 (Milano-Venezia), quando si arriva nel capoluogo lombardo l’aggancio con la tangenziale non è diretto. In poche parole serve solo per chi da Brescia deve andare a Linate. E non per niente tanti bresciani la lodano. Ma si può fare un autostrada utile solo a pochi ?

Auguri per non avere più differenze di 0,3 centesimi del costo del carburante tra una regione e un’altra o tra chi viaggia in autostrada o sulle provinciali. Per cortesia : un po’ di equità e serietà, basta con due pesi e due misure!

Auguri per avere recensioni più obiettive sulle auto perché non è vero che tutte le auto vanno bene: ci sono quelle migliori e quelle peggiori, quelle che consumano poco e altre tanto, pur avendo stesse dimensioni e motori di uguale cilindrata, auto che costano tanto senza un perché e auto che costano poco perché in allestimenti inesistenti. Si inizi anche a essere tutti più preparati sulla materia per saper distinguere e non confondere il diavolo con l’acqua santa.

Lo spazio che terrò su Autologia vorrà essere un’area riflessiva auspicando che sia di aiuto per rimettersi in viaggio, verso nord o verso sud poco importa, ma l’importante è il fine: tornare tutti a correre come l’auto nel mondo.

1 commento
  1. Autologia
    Autologia dice:

    …quanti spunti in questo pezzo!
    Grazie degli auguri, con la speranza di non deludere Marco e tutti quelli che ancora credono nell’automobile

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