Fino a 18 anni di carcere per “Omicidio stradale”.

“#finalmente”, come ha twittato anche Matteo Renzi, il Senato ha approvato, attraverso il voto di fiducia richiesto dal Governo, il decreto legge che introduce il reato di “Omicidio stradale”. I voti a favore sono stati 149, 3 i contrari e 15 gli astenuti. Il decreto, quindi, che è già stato approvato dalla Camera, è ora legge. Più dure le pene per l’omicidio stradale colposo, soprattutto se l’incidente avviene sotto l’effetto di droghe o alcol. Con l’aggiunta di un’aggravante nel caso in cui il conducente si sia dato alla fuga.
Quello licenziato è lo stesso testo che era stato approvato dalla Camera nella seduta del 21 gennaio 2016, con l’accoglimento di un emendamento che esclude l’arresto in flagranza per il responsabile di un incidente, dal quale derivi il delitto di lesioni personali colpose, se il conducente si ferma, presta assistenza e si mette a disposizione delle autorità.
La condanna può ora arrivare fino ai 18 anni di carcere. Rimane la pena già stabilita in precedenza, da 2 a 7 anni, quando la morte sia stata causata violando il codice della strada. Cresce, da 8 a 12 anni, quando l’omicidio stradale colposo è commesso da conducenti di un veicolo a motore che si trovino in stato di ebbrezza alcolica grave (tasso alcolemico superiore a 1,5 grammi per litro) o di alterazione psico-fisica causata dall’assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope. La pena, nel caso in cui il conducente provochi la morte di più persone può raggiugere i 18 anni.
Per quanto riguarda le lesioni , la pena rimane invariata ma viene inasprita se chi guida è ubriaco o drogato: da 3 a 5 anni per lesioni gravi, e da 4 a 7 per quelle molto gravi. In ogni caso se il conducente supera la soglia di 0,8 g/l o anche solo se l’incidente è causato da manovre pericolose scatta la reclusione da un anno e 6 mesi a 3 anni per lesioni gravi e da 2 a 4 anni per le gravissime.
Nel caso in cui il conducente si allontani senza prestare soccorso l’aumento di pena lievita da un terzo a due terzi, e la condanna non potrà mai essere inferiore a 3 anni per lesioni e 5 anni per omicidio. Aggravanti sono previste nel caso in cui vi sia la morte o lesioni di diverse persone, oppure se il conducente non abbia la patente o l’assicurazione.
Quando ci si trovi di fronte ad una condanna o ad un patteggiamento per omicidio o lesioni, la patente viene automaticamente revocata. Sarà possibile fare gli esami per averne una nuova soltanto dopo 15 anni in caso di omicidio e 5 anni in caso di lesioni. Ma attenzione se il conducente non presta soccorso e si da alla fuga dovranno passare almeno 30 anni senza patente. E nel caso in cui la patente sia di un altro Stato scatterà l’inibizione alla guida in Italia per lo stesso periodo.
Per il nuovo reato di omicidio stradale raddoppia il termine di prescrizione e inoltre l’arresto è obbligatorio in flagranza di reato in stato di ebbrezza o alterazione da droghe.
Pena diminuita se l’incidente è avvenuto anche per colpa della vittima – La pena è invece diminuita fino alla metà quando l’incidente è avvenuto anche per colpa della vittima.
Il 60 % di chi ha dato il proprio parere ad un sondaggio di Repubblica. Motori.it (http://utility.repubblica.it/repubblica-sondaggi/?cmd=vedirisultati&pollId=4968), pensa che sia giusta la pena da 8 a 12 anni di carcere per chi uccide una persona guidando in stato di ebbrezza grave, con un tasso alcolemico oltre 1,5 grammi per litro, o sotto effetto di droghe.
“…ma oggi – commentano in una nota congiunta a Repubblica le Associazioni Lorenzo Guarnieri, ASAPS e Gabriele Borgogni – mettiamo al bando i trionfi e ci limitiamo ad esprimere un più sobrio sentimento di viva soddisfazione per questa legge, che rivoluziona totalmente il peso delle responsabilità a carico di quanti uccidono sulla strada dopo aver commesso alcune violazioni gravi, prime fra tutte gli abusi di alcol e droga. Finalmente si passa dalla certezza dell’impunità alla quasi certezza della sanzione penale, accompagnata da una revoca della patente che se non sarà ergastolo, sarà costituita comunque da un numero di anni (da 10 a 30) assolutamente dissuasivo”.

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