Gli italiani non si fidano dell’auto che guida da sola

Gli italiani non si fidano dell’auto che guida da sola. Lo dice il 48% degli intervistati per il rapporto Michelin Censis sulla sicurezza. L’automobilista italiano preferisce ancora tenere le mani sul volante e affidarsi alle sue capacità oltre agli aiuti che gli possono arrivare dall’auto, dai pneumatici e dai freni.

In automobile la voglia di sicurezza vince su tutto, gli italiani non si fidano della guida automatica. Questo è quanto racconta il Rapporto Censis-Michelin sulla mobilità degli italiani presentato qualche giorno fa a Roma. “Viaggiare sicuri è il primo desiderio degli italiani che si spostano con la propria auto. Vogliono tante tecnologie per la sicurezza, che evitino le collisioni, aiutino a guidare in situazioni pericolose, monitorino lo stato di salute del guidatore”. L’auto senza pilota, a guida automatica, può restare in garage: “Il 47,8% degli italiani è contrario, il 30,4% favorevole e il 21,8% indifferente. Tra i contrari, il 35,7% pensa che solo una persona alla guida sia una vera garanzia di maggiore sicurezza. Solo il 10,5% dei favorevoli crede che la guida automatica darà maggiore sicurezza. Il no all’auto senza autista dipende proprio dalla convinzione che non innalzerà gli standard di sicurezza”.

Interessante. Significa che in Italia abbiamo ancora molto da comunicare sull’argomento. Perché l’obbiettivo dell’auto a guida autonoma è proprio quello di aumentare la sicurezza nelle strade, di abbattere il numero di morti e feriti causati dagli incidenti stradali che, sappiamo, sono nella maggior parte dei casi figli della disattenzione da telefonino

Che cosa preoccupa gli italiani prima di mettersi al volante per un viaggio? Il Rapporto Michelin Censis ci dice che “I componenti dell’auto di cui si occupano gli italiani prima di iniziare un viaggio per garantire maggiore sicurezza alla guida sono per il 71,7% i freni, per il 64,7% gli pneumatici, poi l’olio del motore (36,2%), le cinture di sicurezza e l’airbag (30,1%), l’acqua del radiatore (22%), il funzionamento delle luci (18,5%) e la frizione (10,7%). Da freni e pneumatici dipende la sicurezza, per questo gli italiani prestano così tanta attenzione a questi due componenti. I freni sono richiamati di più dalle donne (73,3%) e gli pneumatici dagli uomini (70,5%), che li reputano importanti tanto quanto i freni. Solo il 3,4% degli italiani dice che tutto è ugualmente importante: la grande maggioranza sa invece distinguere tra i componenti e punta a tenere d’occhio il corretto funzionamento di freni e pneumatici”. Almeno qui l’informazione è passata. Aver fatto capire ai guidatori l’importanza di freni e gomme è un bel risultato. Non si parte insomma proprio da zero…

Simone Miatton presidente e ad di Michelin Italia

Dal Rapporto Censis emerge che oggi è diffusa la consapevolezza di quale ruolo giochino gli pneumatici nella sicurezza degli utenti della strada”, ha detto Simone Miatton, Presidente e Amministratore Delegato di Michelin Italia“Purtroppo, però, per l’automobilista non sono disponibili informazioni sulle prestazioni e il livello di sicurezza dei suoi pneumatici quando sono usurati, condizione nella quale tutti ci troviamo quando siamo a bordo di una vettura. Michelin propone quindi l’introduzione di test sugli pneumatici usurati. Fornire dati e informazioni corrette a tutti gli automobilisti è indispensabile per contribuire al progresso di una mobilità sempre più sicura e consapevole per tutti”.

Il rapporto mette però il dito in una piaga, tutta italiana, quando viene chiesto agli italiani che mezzi utilizzano per i loro spostamenti: “Il 65,4% degli italiani (era il 57,4% nel 2001) utilizza l’automobile per i propri spostamenti: sono 27 milioni, con un incremento del 17,4% rispetto al 2001. Nel lungo periodo si riduce il ricorso al trasporto pubblico (-20,3% dal 2001, lo utilizzano 1,8 milioni di persone nel giorno feriale medio), alla moto (-45,7%, la utilizzano 1,2 milioni di italiani), alla bicicletta (-10,4%, la utilizzano 1,4 milioni di persone) e la quota di persone che si spostano a piedi (-23,6%, 7,1 milioni di persone)”. Da sottolineare che “sono 11,4 milioni (ben 4 milioni in meno rispetto al 2001) le persone che nel giorno feriale medio percorrono fino a un massimo di 2 km di spostamento”. Voi capirete che fare quei due chilometri a piedi o in bicicletta farebbe soltanto del bene. Alla salute di chi consumerebbe le suole invece della benzoica e all’aria che non risentirebbe di un sovraccarico di inquinamento da auto.

C’è ancora tanto da fare per cambiare le nostre abitudine. Car sharing, auto condivise, ci aiuteranno. La strada sarà lunga. Ma usare l’auto in modo intelligente è l’unico modo per farci del bene. Dobbiamo imparare a volerci più bene. (topspeed.blog)

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