Il futuro dell’auto per Bangle e De Silva

Da dove iniziamo per scoprire come la pensano sul futuro dell’auto due fra i più noti stilisti?

Ovviamente rispettando l’alfabeto. Quindi facciamo salire in cattedra Chris Bangle, responsabile per molti anni del Design di importanti brand. Nato a Ravenna nell’Ohio nel ’56 è entrato nel settore delle quattroruote nel 1981 assunto da Opel (dove ha realizzato gli interni della concept car Junior, premiati per l’originalità al salone di Francoforte) per poi affermarsi a livello internazionale nel Centro Stile Fiat, sotto la guida di Ermanno Cressoni, fino ad occupare nell’85 capo designer esterni e poi numero uno del Centro Stile. Ha firmato modelli come la Fiat Coupè e l’Alfa Romeo 145. Dal ’92 passa in Bmw e come capo designer ha stravolto lo stile della Casa tedesca, Serie 7 e Serie 5 in particolare tanto che on-line molti sostenitori del vecchio stile ne chiesero l’allontanamento on-line. Di parere opposto la clientela come confermavano le richieste d’acquisto. Bangle ha poi firmato Serie 3, Serie 1, Serie 6, Z4, X3, X5, X6 per poi uscire, nel 2009, per sua scelta dal Gruppo. A quel punto si trasferisce a Clavesana nelle Langhe per dirigere la Chris Bangle Associates lavorando nel management del design e delle strategie aziendali. Recentemente in occasione di un incontro dedicato al car design organizzato da Casa Corriere, Bangle si è presentato con Reds, una quattro posti, linee cubiste, passeggeri posteriori sistemati su una panchetta, sedile sul lato guida che ruota di 180°, perfino una piastra che massaggia le estremità, i piedi. <L’ho ideata grazie al finanziamento di un imprenditore cinese di macchine tessili: perchè? Visto che un’automobile resta ferma per il 90% del tempo, ho pensato di crearne una elettronica con un ambiente rivoluzionario, leggermente onirico ma funzionante su strada, prova ne è che sono arrivata all’incontro guidandola>.

La Cina aleggia anche nella mente di Walter de Silva visto che adesso disegna per ArcFox. Lui, nativo di Lecco, ha lasciato l’incarico di Responsabile dello Stile di tutti i marchi del Gruppo Volkswagen nel 2015. Ha voltato volutamente pagina per intraprendere la carriera di imprenditore, non disdegnando di disegnare scarpe di lusso per donne <unconventional> come l’attrice Sharon Stone (passione ereditata dal nonno calzolaio) ma senza dimenticare l’auto. A riguardo, in Cina, sta realizzando una famiglia di vetture con un forte <brand identity> e in occasione del Salone di Pechino ha fatto il punto con i partner gialli sui suoi progetti a partire dal Suv compatto che sarà svelato nel 2019. A Pechino intervistato in esclusiva dal collega Corrado Canali ha detto: <Si parla tanto di rivoluzione, di auto proiettata verso un futuro sempre più elettrico e condiviso. E poi i cinesi, che sono i primi ad aver deciso questa rivoluzione, devono fare i conti con un traffico che a Pechino si muove a velocità di biciclette, 5 o 6 kmh, con nessuno che indossa il casco, con strutture fatiscenti. C’è un contrasto netto fra ciò che ci vogliono far credere e il mondo di domani. In Cina vedo auto tutte uguali, tutti fanno le stesse cose, troppi Suv. La definirei una rivoluzione all’insegna del conformismo. Non mi piace, specie se a farne le spese è il design che per me ha sempre rappresentato un valore aggiunto nella progettazione di una nuova auto. Gli interni sono cambiato in peggio, tutti questi schermi non li capisco, distraggono l’attenzione di chi siede al volante. Bastano i comandi vocali, non servono i mega schermi>.

Bangle e De Silva, De Silva e Bangle, entrambi il futuro lo stanno già vivendo.

2 commenti
  1. renato ronco
    renato ronco dice:

    E’ vero. Credo che pochi designer abbiano diviso e contrapposto il giudizio sul loro lavoro come Chris Bangle. Ma succede sempre a chi progetta il futuro. Su De Silva invece credo che non ci siano diversità di giudizi: è un grande e basta! Che sa modulare le linee creando un mix di classicità e modernità. Mica male come sfida!

  2. Filippo
    Filippo dice:

    Vero: i megaschermi tipo Tesla sono un po’ troppo invadenti ma è anche vero che forse si può trovare la via di mezzo…anche gli abitacoli con i troppi tastini non sono il massimo. Detto questo i comandi vocali li trovo un po’ inadeguati perché impediscono – anche solo per un attimo – di parlare ai passeggeri e/o al telefono (con vivavoce). Meglio dunque un mix tra megaschermo touch e qualche tastino.

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