In Italia diminuiscono i distributori di carburante, ma crescono i “no logo”

Al 1° gennaio 2016 la rete di distribuzione di carburanti per autotrazione (i cosiddetti benzinai) in Italia contava circa 21.000 impianti.
Rispetto al 2007, quando la rete di distributori era costituita da 22.239 impianti, vi è stato un calo del 5,6%. In particolare, sono fortemente diminuiti gli impianti convenzionati (-20,3%), vale a dire i distributori appartenenti ad operatori indipendenti che espongono marchi delle compagnie petrolifere.
Anche i cosiddetti impianti sociali, ovvero gli impianti di proprietà delle compagnie petrolifere, hanno registrato un netto calo (-13,5%).
Sono invece notevolmente cresciuti gli impianti “no logo” (+183,3%), detti anche pompe bianche, cioè gli impianti che fanno capo ad operatori indipendenti che espongono esclusivamente il proprio marchio.
Questi dati, di fonte Unione Petrolifera, emergono da un’elaborazione dell’Osservatorio Autopromotec, che è la struttura di ricerca di Autopromotec, la più specializzata rassegna espositiva internazionale delle attrezzature e dell’aftermarket automobilistico.

distributoricarburantiitSono state le ripetute liberalizzazioni attuate sul mercato della distribuzione carburanti in Italia negli ultimi anni che hanno modificato l’assetto concorrenziale del settore, promuovendo la crescita degli operatori “no logo” nel quadro di un maggior equilibrio di mercato.
Allo stesso tempo è da sottolineare, inoltre, come la rete di distribuzione carburanti stia proseguendo il suo processo di razionalizzazione che ha portato alla chiusura di 1.239 impianti tra il 2007 e il 2016.
Tale fenomeno di razionalizzazione rientra nel quadro di un più ampio disegno teso a ridurre l’elevato numero di distributori nel nostro Paese (l’Italia è infatti il Paese con il maggior numero di distributori di carburante in Europa), chiudendo soprattutto gli impianti obsoleti o incompatibili sotto il profilo della sicurezza stradale allo scopo di riqualificare il sistema distributivo.
Alla base della riduzione del numero delle stazioni di rifornimento, poi, vi è anche la necessità di ridare sostenibilità economica al settore.
Se da una parte, infatti, la capillarità del sistema distributivo rappresenta senza dubbio un vantaggio per l’automobilista, dall’altra proprio il numero eccessivo delle stazioni di rifornimento grava sull’efficienza generale del sistema, generando forti diseconomie tra cui gli elevati prezzi dei carburanti alla pompa.
Il settore della distribuzione dei carburanti è comunque oggi investito da un processo di profonda innovazione tecnologica, processo che comporta anche la necessità di formazione professionale e l’adeguamento delle politiche commerciali in funzione dei nuovi orientamenti del mercato.

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