L’Ordine dei Giornalisti? Possiamo anche abolirlo

Ultima tendenza: il blogger professionista. Cioè uno che per vivere si guadagna il pane facendo recensioni, raccontando e spiegando quello che vede, prova, sente. In pratica fa il giornalista senza esserlo. Non entro nel merito di un articolo rilanciato dal collega Mario Cianflone, dove una blogger ammetteva di farsi pagare dalle aziende per parlare bene del loro prodotto “Se spendono soldi in pubblicità allora è giusto che paghino anche me quando parlo bene delle loro cose” avrebbe detto la signorina, col beneficio del dubbio visto che molta roba che circola sul web è fasulla.

A questo punto concordo col presidente del consiglio Matteo Renzi: “Fosse per me abolirei l’ordine dei giornalisti” ha detto nella conferenza stampa di fine anno, facendo sollevare, schifato, il sopraciglio a Iacopino, il nostro presidente. Ha ragione Renzi. A che serve un Ordine che non sa tutelare la professione, che non sa imporre la deontologia e poi viene superato dai tempi e dai nuovi modi di comunicare? Non serve a niente.

Così come non servono i corsi di formazione, quelli che danno crediti e validità a una tessera che ci siamo guadagnati sul campo e che i nostri editori rispettano, visto che ci danno ancora uno stipendio. L’anno scorso e quello prima, per essere precisi, non sono riuscito a mettere insieme il minimo previsto per legge. Ergo, quest’anno, se l’andazzo va avanti, potrebbero cacciarmi e cancellarmi dall’Ordine. Come me, tanti altri professionisti. D’altronde, mi occupo di auto, tecnologia, leggi e decreti, sentenze della Cassazione, ogni settimana ci sono novità nel settore, è un continuo studiare leggi e sentenze, dispositivi nuovi e connessioni varie.

Ma non basta. Per avere i punti minimi avrei dovuto frequentare dei corsi professionali, tipo “gli insetti nell’alimentazione umana”. Ora ditemi che cavolo c’entra come argomento col mio lavoro specialistico, quando poi devo confrontarmi coi blogger professionisti. Ovvero con quella nuova categoria di amanti dei motori (per restare nel nostro ambito) che non avendo né arte né parte si sono inventati un sito, lo hanno riempito di cartelle stampa e foto ufficiali e poi, grazie a una serie di PR delle Case, che non sanno nemmeno cosa sia fare il loro lavoro, con l’aggiunta dei fenomeni del marketing, hanno messo sullo stesso piano tutti quanti. Anzi, dovendo fare delle scelte, hanno lasciato a casa i giornalisti e portato a spasso i blogger. Scelte loro, si dirà. D’altronde anche nella nostra categoria di copia e incolla ne è pieno, così come pensionati che pur di non stare a casa con la moglie scroccano una presentazione per conto di tizio caio e sempronio. E’ il mondo attuale. Solo che ora qualcosa è cambiato. Alcuni blogger, presi da ebbrezza da considerazione, …se ti invitano negli USA o in giro per l’Europa, se ti danno auto in prova e ci aggiungono anche un assegnino per il disturbo, ebbene cominciano a dare grattacapi. Come quello con barbetta hipster che tramite il proprio addetto stampa (eh sì, ora c’è anche questa nuova figura, l’addetto stampa del blogger) chiede alle Case un contributo per avere la presenza di Mr Hipster alle presentazioni o agli eventi importanti. Lo so, in una nazione normale lo avrebbero mandato a quel paese. Il guaio è che certe Case auto, tanto per restare nel nostro ambito, a quanto pare la pratica di mettere mano al portafoglio per far parlare bene di sé ce l’hanno. E’ chiaro che se tizio piglia i soldi e caio no, alla prima occasione qualcuno chiederà parità di trattamento. Se lo faccio io che dipendo da una testata, come minimo mi licenziano e l’Ordine (…toh, magari esiste davvero) mi caccia con ignominia. Invece queste figure agiscono, operano e intascano con la compiacenza degli uffici marketing delle Case. Non tutte per fortuna, ma qualche grosso nome a quanto pare il vizietto lo ha preso. E allora, visto che mandare la finanza a casa della Casa (gioco sciocco di parole) non sta bene e non sortisce effetto, magari la si potrebbe mandare al signor Blogger professionista che viene agli eventi dietro compenso. Se si guadagna da vivere comunicando, esiste ancora una legge professionale e quindi, semplicemente, se lo fa senza essere giornalista sta commettendo abuso della professione, con pesanti sanzioni penali e civili. Ecco, magari a qualcuno di questi la Finanza (con tanto di esposto all’Ordine) ci starebbe così come in certi uffici marketing che pretendono di sovvertire il modo di comunicare. Certo, la colpa è anche della categoria che non sempre ha saputo adeguarsi ai nuovi modi e alle nuove tecnologie, si affrontano i problemi sempre col vecchio approccio.

Ma in un contesto simile allora uno si chiede a che serve l’Ordine ? Perché si deve sottostare a corsi di formazione inutili, tenuti spesso da gente che ne sa meno di te e per giunta nemmeno professionisti (in alcuni casi sembra la televendita delle pentole…), se poi devi subire le scelte del marketing e delle nuove tendenze?

Beh, noi giornalisti che scriviamo anche su questo sito web, non abbiamo la barbetta hipster e non chiediamo soldi per garantire la nostra presenza agli eventi. Anzi, magari potrebbe essere un’idea: alcuni di noi sono anche personaggi televisivi conosciuti. E allora, se pagate il blogger professionista, potreste benissimo “elargire” anche a noi, cominciando magari trattandoci con quel rispetto che pretendete, ma che vi dimenticate quando fate le scelte in fatto di comunicazione. Questo è il prezzo che chiediamo: rispetto e riconoscimento della professionalità. I soldi dateli pure al blogger professionista che, appena smetterete di darglieli, scoprirà tutti i difetti delle vostre belle macchinine…

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10 commenti
  1. Lara
    Lara dice:

    Sono pienamente d’accordo anche io. Non sono contraria agli ordini professionali ma onestamente l’ODG non funziona soprattutto per il fatto veramente ridicolo che puoi essere cancellato dall’Albo. A me questa cosa sembra fantasia: mi sono laureata, mi sono regolarmente iscritta all’albo, ho lavorato anche sottopagata per farmi esperienza, magari ho necessità per vivere di avere un altro impiego e non poter frequentare corsi o magari non poter lavorare e quindi dichiarare un reddito e cosa rischio? Di essere cancellata dall’albo come se il giorno prima fossi stata una giornalista e il giorno dopo non fossi più nessuno! E’ pura follia! Come se un architetto o un avvocato potessero essere cancellati dai loro rispettivi albi perchè per una serie di motivazioni non esercitano l’attività! io il mio percorso lavorativo me lo sono costruito con il sacrificio, non l’ho comprato su internet!

  2. Pierluigi Bonora
    Pierluigi Bonora dice:

    In questo momento, con la consapevolezza e arrendevolezza dei diretti interessati (uffici stampa e Pr) il piatto della bilancia pende verso chi ha appena palesato Paolo e non rispetto alla qualità e alla professionalità, fatto salvo che fra chi scrive sul web o fa il commentatore sempre sulla rete ci sono ovviamente dei bravi e seri colleghi. Ma c’è tanta, troppa fuffa. Prima o poi la bolla scoppierà, come accade sempre in casi del genere.

  3. Barbara Premoli
    barbara dice:

    Quella del blogger con addetto stampa che si fa pagare per essere invitato mi mancava… a quanto pare la mia scelta di prendere le distanze utlimamente non è poi sbagliata. Hai dimenticato un dettaglio però, Paolo: alcunoi di questi “blogger professionisti” sono anche giornalisti. Quindi il “reato” sarebbe duplice…

  4. Luca M. Apollonj Ghetti
    Luca M. Apollonj Ghetti dice:

    Io sono stato, come voi sapete, dalla parte delle Case e non mi sono mai iscritto all’ Ordine né ho mai tentato di farlo perché sarei dovuto scendere a compromessi inaccettabili. Ho fatto le mie esperienze di lavoro partendo da zero, anzi dalla mia smisurata passione per i motori, e sono arrivato dove volevo. Ma io non ho mai avuto in mano un’arma micidiale come quella di chi scrive per il pubblico. Chi usa le vere armi deve avere la licenza e deve o dovrebbe dimostrare di essere solido abbastanza per poter gestire quel mezzo e deve o dovrebbe essere controllato. Scrivere sulla carta non è diverso dallo scrivere su di uno schermo elettronico, o parlare alla radio od infine apparire sugli schermi della televisione. Io ritengo che L’Ordine serva e serva molto, perché ognuno di voi può produrre dei danni morali o materiali gravissimi se opera con imprudenza o peggio con cattiva fede. Il mio pensiero è che se ci si mette all’opera dietro ad una testata serva un direttore “responsabile” ed una struttura che possa supportare lo stesso a governare il mezzo. Che importanza ha che il mezzo sia fatto di carta o di cristalli liquidi o di onde elettromagnetiche? Detto questo e riconosciuta la necessaria supervisione del direttore responsabile, che deve rimanere sul serio responsabile facendo necessariamente una vitaccia terrificante anziché andare in TV a perdere tempo in spesso inutili spettacoli da parolai, concludo dicendo ai giornalisti che il problema è quello della rappresentatività. Non solo i giornalisti hanno del resto questo problema. Molti rappresentanti di categorie professionali sono dei burocrati mentre dovrebbero essere scelti tra i tecnici del settore. Sorge il problema: chi di noi nel pieno della sua attività lavorativa potrebbe permettersi di andare a fare il “rappresentante” di categoria? Chi avrebbe potuto permettersi il lusso di mettersi in aspettativa per farlo? Io nel mio lavoro non avrei mai potuto e così temo sia per tutti. Allora o si accetta di essere rappresentati da incompetenti o si devono accettare le mezze calzette od infine si devono accettare personaggi che hanno altre mire oltre a quelle che sarebbero istituzionali. Una soluzione forse c’è soprattutto oggi. Ci sono fior di giornalisti che per ragioni varie sono sottoccupati o pefino disoccupati. Guardate a loro per creare un gruppo di professionisti che vi rappresenti. Se poi tra questi non trovate nessuno rivolgetevi a quelli che sono in pensione. I pensionati in tutti i settori che hanno bisogno di rappresentanti, soprattutto quelli appena andati in pensione e freschi di conoscenze specifiche, possono costituire un fertilissimo bacino dal quale attingere. Ovvio che non posso fare nomi e nemmeno cognomi ma lascio a voi giornalisti dell’auto e non, per molti dei quali ho avuto ed ho grandissima stima, il “diritto/dovere” di farlo con l’onestà che fa parte del bagaglio morale della maggioranza di voi.

  5. paolo ciccarone
    paolo ciccarone dice:

    intanto grazie per il parere dei colleghi ma è evidente che l’ordine come è inteso attualmente non serve, il mondo è cambiato pertanto deve cambiare anche il modo di intendere la professione. Il giornalista libero professionista dovrebbe essere tutelato dall’ordine, invece abbiamo casi di gente che viene pagata 5 euro lorde ad articolo sperando poi che nei sei mesi seguenti questi 5 euro vengano poi effettivamente pagati. Nè ordine nè sindacato si sono mai dati da fare per la loro tutela, anzi arriva pure Inpgi2 a chiederti altri soldi, a farti le pulci nonostante molti abbiano già una posizione Inpgi1 attiva e funzionante, ma nulla da fare ed allora, togliamo l’ordine, seguiamo le leggi vigenti e mettiamo tutti sullo stesso piano poi il più bravo, capace e fortunato andrà avanti, ma la smettiamo di essere usati come ciabatte vecchie a favore del Mr Barbetta di turno che da impiegato statale non sapendo che fare fa tendenza.

  6. Ercole Spallanzani
    Ercole Spallanzani dice:

    Caro Paolo dici cose sacrosante e sono d’accordo con te, ed in particolare quando parli dei blogger, così come non manchi di evidenziare quel che succede negli uffici stampa. Io sono solito dire che non ci sono più gli uffici stampa di una volta, così come non ci sono più i giornalisti di una volta, che le notizie se le cercavano sujl campo, non aspettando le veline.
    Sono meno d’accordo per quel che riguarda l’ordine dei giornalisti, anche se la trovata dei corsi di aggiornamento è sembrato un favore a qualche relatore o professore. Qui l’ordine non ha colpe, dal momento che è una legge dello stato che li impone a tutti gli ordini professionali, e che dopo tanto tempo la si fa applicare.
    . E’ pur vero che l’ordine fa ben poco per i suoi associati, ma è altrettanto vero che nelle difficoltà del mondo d’oggi cerca di fare un po’ d’i chiarezza, anche se non sempre ci riesce. Cosa sarebbe il nostro lavoro se non ci fosse nemmeno l’ordine? Se pur con un ordine professionale, che funziona a scartamento ridotto, ma ha pur sempre una sua ragione d’essere, vedi che i blogger stanno dilagando commettendo quelle nefandezze che tu dici, ed io conoscendoti non ho il minimo dubbio che siano non vere, ma verissime, prova a pensare se non ci fosse questo tanto criticato Ordine cosa accadrebbe? Le colpe sono in parte dell’Ordine, ma devi anche cercarle in quel Sindacato che ha legittimato i server, le figure dei free-lance, ed altro ancora, che stanno portando alla scomparsa della nostra professione. La differenza fra il giornalista professionista e i blogger, l’ha tracciata molto bene l’amico Schittone e quindi c’è ben poco da dire. Importante sarebbe cambiare le persone che governano l’Ordine alle prossime elezioni, portare giovani con idee nuove, che hanno entusiasmo, ma ben difficilmente questo accadrà anche per colpa nostra che snobbiamo le elezioni, e lasciamo in mano le cose a coloro che di elezioni e di cariche ne hanno fatto un mestiere, così come i giovani pensano solo ai fatti propri, e sembrano pensare solo a chattare o mandare messaggi sui vari social network. Non c’è più lo spirito di gruppo di anni addietro quando, finito il lavoro a tarda notte, si andava tutti insieme a mangiare a tirare l’alba, e si aspettava il 1° Maggio, per fare festa insieme alle famiglie. Questo spirito non c’è più, forse mi direte che non c’entra con l’Ordine, ma vedendo i giovani di oggi, (la redazione la frequento quotidianamente) vedo invece che i giovani pensano solo al loro orticello, a chiudere presto per andare a questo o quell’aperitivo, e di impegnarsi per l’Ordine o per i colleghi non ci pensano proprio. Probabilmente è un segno dei tempi che cambiano, ma ricordiamoci che dalla finestra non entra niente e che il futuro va conquistato con lavoro tanto e altrettanti sacrifici, lo dice un anziano giornalista, iscritto da 50 anni, prima come pubblicista, poi come professionista, e che dall’Ordine non ha mai avuto nulla, se non una medaglia al compimento dei 40 anni. Come avrai capito sono favorevole che l’Ordine esista, anche se ritengo che vada cambiato nelle persone e nella sostanza.
    Un caro abbraccio

  7. Claudio Signori
    Claudio Signori dice:

    Caro “Cicca” e caro Guido, Voi sapete benissimo che(tanto per restare nel nostro settore)la stessa cosa, anzi forse peggio, succede tra noi fotografi professionisti dall’avvento del “Digitale”; da quel giorno infatti tutti si sono improvvisati fotografi e armati di iPhone e iPad scattano(lentamente)e inviano(molto velocemente) immagini che “rubano” con occhio rapace sui campi di gara o nei Saloni Auto. Anche qui manca una disciplina, una legislazione che sono invece presenti negli altri Paesi a noi affini(tanto per fare un nome la Francia)e la tessera emessa dall’Ordine dei Giornalisti(che io ho dal 1988)che una volta mi serviva per avere almeno uno sconto al momento di acquistare un auto, adesso non serve più nemmeno per quello dato che la scontistica viene fatta con altri criteri e il più delle voltre accordata semplicemente se paghi a rate e cioè esattamente l’opposto di una volta. Io sono un’amante della Tecnologia e dell’Innovazione, pur non essendo più un ragazzo, ma certe derive del così detto progresso oggettivamente mi fanno paura.

  8. Guido Schittone
    Guido Schittone dice:

    Vedo che è saltato il virgolettato in casta e “adesso è giorno di mercato, spuntano a grappoli i poeti, tutte le isole han trovato “

  9. Guido Schittone
    Guido Schittone dice:

    Paolo sfondi una porta già aperta da tempo, che va oltre il mondo dell’automobile. Il problema è solo uno: con la scusa di mantenere in vita la figura del giornalista- soprattutto quello assunto- ci si è dimenticati che si spalancavano portoni varcati da nuovi barbari, spesso senza arte né parte. L’essersi bendati gli occhi per mantenere la figura retorica della <> ha portato all’effetto opposto. Quindi il confronto ormai è tra noi, i professionisti, e loro, che restano comunque altro. Sono gli avvocati che operano al posto del chirurgo e sembra che a nessuno interessi perché in fin dei conti l’Ordine si è accorto con almeno dieci anni di ritardo che esiste anche nel mondo del giornalismo la figura del libero professionista- ovvero giornalista con regolare esame di Stato-che da questa situazione è il più danneggiato, perché ha un costo, una qualità, una base di esperienza e di cultura che difficilmente gli improvvisati possono vantare. Il blogger, non tutti sia chiaro, lo compri con un tozzo di pane. Il libero professionista no:lo paghi perché sta svolgendo la professione per la quale è abilitato. Sa soprattutto cosa è la gerarchia della notizia, come impostarla, come commentarla. Non ha una visione orizzontale dove tutto è uguale e omologato. E ha spirito positivamente critico, pone domande, verifica le fonti o le trova. Temo che questo interessi ben poco ormai, lo dico per esperienza . Me ne accorgo ogni giorno, lo subisco. E pensa che anche io ho un blog, per puro diletto, di cinema ,perché è la mia passione e non pretendo che le mie recensioni siano oro colato né ho la pretesa di essere invitato a qualche festival o a qualche anteprima. Ma mettere i paletti nel settore, che non significa minare la libertà di nessuno, servirebbe. Come cantava Vecchioni <>. Soprattutto se le isole sono in offerta regalo. Un abbraccio.

  10. Valerio Alfonzetti
    Valerio Alfonzetti dice:

    Paolo sono PIENAMENTE DACCORDO CON TE!!!!!!! L’ORDINE INVECE DI DIFENDERCI DAI BLOGGER IMPONE CORSI DISCUTIBILI CHE DIVENTANO UN COSTO ELEVATO IN TERMINI DI TEMPO PER CHI LAVORA SUL SERIO COME TE. E SE RICORDI L’ORDINE POI FA PROCESSI INTERNI A SEGUITO DI DELAZIONI SU FACEBOOK….

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