Ma il giornalista?

Quando si discute tra addetti ai lavori sul ruolo degli Uffici Stampa, si fanno troppo spesso accuse alla professionalità degli stessi senza tenere conto di quanto tutto ciò sia, se non ingiusto, certamente non esaustivo. I giornalisti cosa vogliono dagli uffici stampa? Meglio ancora, cosa vorrebbero? Sono sicuri di non averlo? Chi parla per loro conto? Cosa chiedono?

È chiaro che se il discorso si limita al solo non rispondere al telefono da parte degli addetti delle società il gioco è facile. Purtroppo è vero ma in fondo le richieste così urgenti quali sono? L’auto per le ferie? Il tagliando della macchina della moglie o compagna che sia? L’amico del cuore per il quale si richiede uno sconto come se la macchina fosse per se stessi.

È vero, gli uffici stampa rispondono poco e posso testimoniarlo anche io, anche se ciò che spesso ho cercato non era così dissimile da quanto detto sopra. Ma coloro che non hanno risposto non lo sanno e quindi sono colpevoli. E non ci piove.

Il lavoro del giornalista dell’auto ha molte sfaccettature. Il tipo di mezzo per il quale lavora, se lavora da solo o ha una squadra, se lo fa con passione o solo perché è capitato lì per caso e bisogna pur campare, se ha un editore o direttore illuminato oppure no (con quello che costa l’energia elettrica di illuminati ce ne sono sempre di meno), se è un maniaco dei viaggi lampo o pensa che sia una grande rottura essere “bagagliato” da una parte all’altra del mondo. Ma sono sicuri i signori giornalisti che “il corri corri” per emettere pezzi sia veramente necessario? C’è presentazione e presentazione, lo si sa e lo si intuisce anche prima della partenza. Ma per l’appunto c’è giornalista e giornalista e anche questo lo sanno i deprecati uffici stampa prima della partenza. C’è chi scrive della prova che sta per fare durante il viaggio di andata in aereo o treno e durante la permanenza o il ritorno si mette in pari con le prove che erano rimaste indietro perché i viaggi erano troppo corti.

Parliamone

A Torino, durante il Forum del Bonora, qualcosa è venuto fuori, ma non basta. Per fare una cosa seria bisognerebbe parlarne in pochi che rappresentino tutte le categorie. Tre o quattro riunioni o uno o due giorni di lavoro intorno a un tavolo per trarre conclusioni serie e condivise che tengano conto della realtà attuale.

Ci vuole uno sponsor! Un tavolo del genere ha infatti dei costi e nessuno è tenuto a sostenerli di tasca propria.

Getto la palla e vediamo se qualcuno la raccoglie: UIGA, ACI, UNRAE, ANFIA, UN EDITORE, UNA CASA, SALONE AUTO DI TORINO, MOTOR SHOW DI BOLOGNA, ASSICURAZIONE, CAR SHARING, SOCIETA’ DI LEASING, TRENITALIA, AGENZIA VIAGGI, oppure, grande idea, tutti loro insieme con 200€ a testa se la cavano.

Alternativamente si accettano sponsorizzazioni in natura: SALA: non Patrizia, ma convegni

VIAGGIO: adeguato per carità (Sud Africa, Terra del Fuoco, ORIENT EXPRESS)

HOTEL: minimo 5 stelle in sosta, non “movimento”

PICCOLA DIARIA: 100.000,00 euro dovrebbero bastare?

A parte gli scherzi si può veramente fare e io (n.d.r. Pierluigi Bonora) mi rendo disponibile.

Buon lavoro a tutti
Il Tafano (fuorigiri.it)

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