Nostalgie torinesi

”Cerea”… “Cerea neh!“,

Le voci tradiscono un’anziana stanchezza e quella delusione-rimpianto di molti piemontesi nostalgici delle passeggiate al Valentino (come diceva la celebre canzone…)
. Mi volto all’improvviso perché è raro sentire un saluto stile vecchio Piemonte, anche se uno è accento vero, torinese, l’altro si porta fiero in mezzo anche l’accento della terra in cui è nato.

«Quanto tempo è passato, sei andato in pensione anche tu?

«Eh si… il mondo cambia…. lo dice anche Lui…»

«Largo ai giovani»

«Beh, non solo quello, anzi magari fosse così….»

«La verità è che di auto qui a Torino non se ne fanno più, e la Fiat ora è mondiale, non più torinese».

Lo so, non è bello curiosare nei discorsi altrui. Ma il bar è un luogo pubblico e il bar di Franca è una piccola città nella città, dove esperienza e racconti escono dalla bocca di gente che si conosce da una vita o ha trovato lì un nuovo angolo di vita. Gente che trovi solo lì… o quasi.

«Dai raccontami, anche se ai tempi di Mirafiori sembravamo nemici…»

«Ma no, era soltanto un normale scontro sindacale tra operai e capi, senza rancore»

«Certo, però raccontami».

«Non c’era più bisogno di tanti di noi, servivano sacrifici per il rilancio dell’azienda e così siamo andati via in molti».

«Ma tutte quelle auto chi le fa allora e dove?»

«Ah Ah, le presse sono un lontano ricordo. Con tutte le modernità e i robot ora si lavora come in una elegante e pulita … boutique di via Roma: pensi (dimenticavo, l’ex operaio continuava a dare del lei al
suo ex capo, ndr) al gioiello che hanno realizzato a Grugliasco all’ex Bertone… Se avessimo avuto noi questi mezzi: comunque le Croma e le Thema dell’Avvocato le venderemmo anche oggi!».
«Eh, che auto fantastiche. Erano un sogno, ma noi abbiamo goduto anche sulla 500 e sulla 127. E il successo della Panda: ne ho ancora una che mi porta in collina a “ca’ mia” anche quando gli altri si fermano a mettere le catene!!!».

Il dialogo va avanti per un po’, escono nomi, Pino e Carmelo, ragazzi forti e intelligenti che non si risparmiavano mai, un riferimento ai vecchi dirigenti, due parole sulla nuova Fiat. Poi, alla fine…

«Ma dimmi un po’: dopo tutto quello che mi hai raccontato, Londra, Amsterdam, Detroit, Torino, le auto costruite in Serbia, in Turchia, in Brasile, in Asia, secondo te, se compro una Fiat vuol dire che ora compro una macchina straniera?… »

Un attimo di silenzio, poi una risata e un abbraccio.

«Scherzavo neh!!! Lo so che le auto le fanno anche dalle tue parti, nel nostro bel Sud dell’Italia dove ogni tanto andavo in vacanza… E che c’è un grande progetto in vista per Melfi… Leggo il giornale,
 tutti i giorni e guardo i TG alla tv. Però Mirafiori, la Fiat di Torino, che nostalgia: bei tempi vecchio mio fedele operaio. Ma adesso, per favore anche se ho quasi 90 anni dammi del tu, non sono
 più il tuo capo».

«No, Lei resterà sempre il mio capo».

7 commenti
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