Panda o non Panda noi arriveremo a Roma

A Torino avranno le loro buone ragioni a sostenere che l’originalissima Fiat 120 non sarà l’erede della Panda, non fosse altro perché nascerà sulla nuova piattaforma che internamente chiamano “new mini” e che sarebbe una via di mezzo tra i segmenti A e B, ma siccome su quella nasceranno anche l’erede della 500 e la piccola Jeep (in gergo interno Renegade jr.) come si può negare che non si tratti allora della erede della Panda?
Il progetto tanto avveniristico in realtà ha già almeno quattro stagioni sulle spalle e io ebbi la… sfortuna di vederlo appena nato, esaltandomi per l’idea nel suo complesso. Direte perché la sfortuna? Perché per un giornalista non c’è niente di più frustrante di apprezzare una cosa in anteprima con il vincolo di mantenere il segreto. In quei casi bisognerebbe rispondere di no, ma poi la curiosità che fa parte della professione finisce spesso per prendere il sopravvento e ci sono cascato come peraltro è già successo molte altre volte anche se mai con lo stesso fastidio perché qui il parto è stato davvero ritardato oltre ogni umana immaginazione.
L’idea che ha un papà preciso, il francese Olivier François capo del brand Fiat e anche capo del marketing di FCA, ha trovato in fretta molta ostilità per via di guerre interne che ora parrebbero risolte. Un peccato perché la proposta di una vettura che ci si può creare a piacimento, spendendo poco all’origine ma poi arricchendola di tutto ciò che si ritiene più adatto ai propri gusti e al proprio modo d’intenderne l’uso, è piena di fascino e rimane una soluzione che nessuno come la Fiat può proporre stante un dominio nel campo delle utilitarie che tutta la concorrenza riconosce da mezzo secolo in qua.
Le felici linee tradiscono peraltro una mano felice, quella di Roberto Giolito che la Panda 3 l’aveva già disegnata così come era successo con la nuova 500 – per restare soltanto ai suoi due più recenti successi – e lui ci aveva proprio lavorato per creare l’erede della Panda attuale come da ordini superiori.
Quello che conta è che comunque questo progetto abbia visto la luce perché è ancora anni luce davanti a tutti i competitori, e quando arriverà nelle concessionarie (se l’industrializzazione non ne stravolgerà i punti fermi, ma non dovrebbe succedere) riporterà sicuramente la Fiat ai livelli di sempre tra le vetture più accessibili. Se poi invece di Panda la vorranno chiamare Gingo…(quattroruote.it)

3 commenti
  1. Marco Niero
    Marco Niero dice:

    ‘A firenze dormimmo’
    da un intellettuale,
    la faccia giusta
    e tutto quanto il resto,
    ci disse ‘no compagni, amici,
    io disappprovo il passo,
    manca l’analisi
    e poi non c’ho l’elemetto’.

    Ma bomba o non bomba noi…
    Arriveremo a Roma.”

    Perché poi sostituire Firenze con Torino….. é un attimo.

  2. ROBERTO PINCHERLE
    ROBERTO PINCHERLE dice:

    Veramente molto interessante, questo articolo spiega molte cose. Presumo quindi che il disegno della “120” Giolito lo abbia fatto prima di essere “confinato” all’ heritage… Il fatto poi che Francois non sia più il solo a pensare che una fabbrica di automobili debba produrre automobili apre qualche spiraglio di speranza.

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