È sempre lei la regina d’Europa

La Volkswagen Golf non finisce di sorprendere.
Dopo essere salita sul podio più alto nel 2016 in Europa con 492.952 vendite lasciando attardate la Renault Clio (315.115), la sorellina Polo (308.561) e via via Ford Fiesta (300.508), Opel Corsa e Astra (264.844 e 253.483) è leader anche nel primo bimestre 2017 anche se con una flessione del 6,3%. Calo fisiologico dovuto al fatto che il pubblico vuole vedere con i propri occhi il  restyling della settima generazione. Lo ha chiuso a quota 68.774 unità sempre su Renault Clio (49.310). Terza posizione per Ford Fiesta (44.373), quindi VW Polo (43.165) e Vw Tiguan (39.312). Nel solo mese di febbraio Golf ha totalizzato 31.910 immatricolazioni precedendo Renault Clio, Vw Polo, Ford Fiesta, Fiat Panda, Nissan Qashqai, Opel Corsa, Peugeot 208.
E al Salone di Ginevra, conclusosi domenica 19 marzo, l’accoglienza per Golf non ha tradito le attese. Come spiegare il successo di un modello che ha debuttato, a Lubeck, nel nord della Germania, 42 anni addietro, quello firmato da Giorgetto Giugiaro e che da 20 anni, con poche eccezioni, è sempre indiscusso protagonista in Europa?
Dalla “matita” dello stilista italiano vennero fuori successi veri, come la berlina media Passat (1973), erede della K 70, la coupé Scirocco (1974) e l’utilitaria Polo (1975). Ma la Volkswagen più riuscita del designer torinese è stata la Golf, berlina compatta, erede del Maggiolino. Nel 1979, fu presentata la Golf Cabriolet (realizzata dall’austriaca Karmann). Poi seguì la Variant Golf (1994). Nel 92′ la Golf III fu eletta “auto dell’anno”. Nel 2003 fu lanciata sul mercato la quinta generazione della Golf. Dopo due anni il prezzo del modello venne riposizionato e fu lanciata la Golf Plus (versione monovolume). Nel 2007 debuttavano i propulsori TSI twincharged, le versioni Cross (con impostazione fuoristradistica, ma senza trazione integrale) di Polo, Golf e Touran, la tecnologia di motori a impatto ambientale ridotto Bluemotion, sviluppata assieme a Mercedes-Benz.
Di Golf ne sono state vendute nella sua lunga carriera oltre 32 milioni di unità. Modello diventato quasi un marchio a sé: sicurezza, affidabilità, qualità costruttiva, elevato valore residuo, abitabilità e piacere di guida.
La Golf prima serie aveva un motore trasversale e trazione anteriore (a differenza del Maggiolino). Nel 1983 debutta la seconda serie, che vede l’introduzione di contenuti d’avanguardia per l’epoca come il catalizzatore, l’ABS, il servosterzo e la trazione integrale.
La terza serie arriva nel 1991 con tante innovazioni per la sicurezza (cinture a tre punti anteriori di serie, Airbag frontali), il debutto della tecnologia diesel a iniezione diretta TDI e la versione  Variant. La quarta generazione del 1997 continua l’evoluzione tecnologica con l’ESP, la trazione integrale 4Motion, l’iniezione diretta di benzina TSI e il Cambio a doppia frizione DSG. Le Golf  unite dalla stessa piattaforma, debuttano nel 2003 e nel 2008 con una gamma sempre in evoluzione, negli anni successivi, con tre varianti di carrozzeria (berlina, Variant e Sportsvan) e cinque alimentazioni (benzina, diesel, metano, Ibrido e elettrico). E’ anche arrivato l’ambito titolo di <car of the year> e la famiglia è stata completata dalla introduzione delle due versioni ibrida ed elettrica, che rappresentano il futuro della mobilità rispettivamente a breve e lungo termine.
La Golf GTE è una ibrida Plug-in che unisce l’eco-compatibilità alla sportività, con un comportamento paragonabile a quello della GTI. Il motore elettrico da 102 cv è abbinato al motore turbo 2.0 litri TSI a iniezione diretta da 150 cv, per una potenza pari a 204 cv e 350 Nm di coppia. Il funzionamento combinato di entrambe le unità consente un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 7,6 secondi e una velocità massima di 222 km/h. Quindi le ultime generazioni, la settima, sul podio a Ginevra. Golf ha recitato la sua parte all’interno del Gruppo Volkswagen: il colosso tedesco ha detronizzato il Gruppo Toyota (che guidava la classifica da quattro anni consecutivi) diventando per la prima volta nella storia il più importante costruttore automobilistico al mondo alla fine del 2016.
Uno scettro non atteso così in fretta dal colosso tedesco che aveva previsto la conquista del titolo successivamente e che non ha risentito dello scandalo dieselgate, a regime proprio nel corso dell’anno passato dopo essere deflagrato a settembre del 2015.
Nello scorso anno il Gruppo Vw ha venduto globalmente 10.312.400 esemplari (comprendendo anche truck e bus), il 3,8% in più rispetto al bilancio precedente, battendo il Gruppo Toyota che si è fermato a 10,175 milioni di unità (comprendendo anche le affiliate Daihatsu e Hino), in leggerissima crescita dello 0,2%.
A favorire inoltre la salita sul podio più alto del Gruppo Volkswagen è stato l’andamento al rialzo nel mercato cinese dove la Casa tedesca è leader con 4 milioni di veicoli, mentre Toyota ha sofferto in America, suo  mercato principale, dove conta di consolidarsi in futuro avendo annunciato investimenti quinquennali da 10 miliardi di dollari e puntando sulla nuova generazione della sua bestseller Camry.
Quest’anno la battaglia per la leadership si giocherà negli States con situazioni tutte da valutare stante la politica protezionistica dell’amministrazione Trump. Se i mercati di Europa e Cina continueranno ad essere solidi a dispetto di un mercato nordamericano più debole, anche quest’anno Volkswagen si confermerà il Gruppo leader
al mondo. Il Gruppo General Motors ha detenuto l’alloro mondiale ininterrottamente fino al 2007. L’anno successivo è stata la prima volta del Gruppo Toyota al comando, leadership che la Casa di Nagoya ha conservato per tre anni prima di cederla nuovamente a General Motors nel 2011. Toyota si era poi ripresa subito lo scettro nel 2012 mantenendolo per quattro anni.

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