Torino: il blocco anche delle diesel Euro 5 sembra non funzionare

Persino la decisione di bloccare i motori diesel Euro 5 non è riuscita a fermare l’impennata nelle centraline dell’Arpa che nella città di Torino hanno sfondato quota 100 µg/m³ di PM10.

Nei giorni scorsi nella città come in altri capoluoghi piemontesi e dell’Emilia Romagna sono scattati i blocchi del traffico, misure straordinarie finalizzate al contenimento delle emissioni nocive quando l’aria in città diventa irrespirabile. Dopo, infatti, numerosi giorni di continui sforamenti dal limite massimo di 50 µg/m³ di PM10, causati principalmente dal perseverare delle belle condizioni meteorologiche, è stato deciso di attuare il blocco di tutte le auto, i ciclomotori e i motocicli (benzina, diesel, gpl e metano) fino a lunedì 14 gennaio. Il blocco alla circolazione ha interessato tutti i mezzi con classe emissiva questa volta fino all’Euro 5 compreso per i motori diesel e fino all’Euro 1 compreso per i motori benzina e ha comportato lo stop alla circolazione dalle ore 8 alle ore 19 per i veicoli privati, dalle 8.30 alle 14 e dalle 16 alle 19 per i veicoli per il trasporto merci e tutti i giorni nelle 24 ore per tutti i veicoli con classe emissiva Euro 0.

Non solo auto

Per chi non lo sapesse ricordiamo, inoltre, che durante questi blocchi alla circolazione vige il divieto di sosta con motori accesi, l’abbassamento del riscaldamento fino a un massimo di 19 gradi nelle case e 17 gradi in attività produttive e artigianali, il divieto di spandimento di liquami zootecnici senza tecniche ecosostenibili, il divieto di uso di biomasse per il riscaldamento domestico e il divieto di combustione all’aperto.

Servono misure vere

Dopo alcuni giorni dall’introduzione di questa strategia è giunto il momento di valutarne gli effetti. A quanto pare, nonostante la forte misura di bloccare persino i diesel Euro 5, i valori di PM10 sono continuati a salire in maniera preoccupante, volando persino oltre quota 100 µg/m³. Nemmeno il vento, che nelle ultime ore ha sferzato sui capoluoghi della Pianura Padana, sembra esser riuscito ad attenuare il continuo aumento delle polveri sottili nell’aria. Questa si palesa come l’ennesima dimostrazione che non bastano i blocchi del traffico o la demonizzazione di un’unica alimentazione, quella diesel. Se si vuole veramente fare qualcosa per la salvaguardia dell’ambiente, del clima e della nostra salute, servono allora interventi veri e mirati per la riduzione delle emissioni di tutte le fonti e non i soliti palliativi che hanno più valore in campagna elettorale che in altri momenti…(automobilismo.it)

6 commenti
  1. Marco
    Marco dice:

    Avete letto il sito dell’ARPA Piemonte e quanto delle polveri sottili è dovuto ai riscaldamenti a pellet che sono cresciuti esponenzialmente a ridosso di Torino? Torino fa da conca e li raccoglie, altro che motori Diesel.
    A proposito. Il divieto di sostare col motore in moto è scritto nel Codice della Strada e in vigore da almeno un ventennio, ma è ignorato sistematicamente.

  2. Mauro Tassinari
    Mauro Tassinari dice:

    Quando l’aria é ferma e ristagna il blocco dei diesel serve a far crescere più lentamente gli inquinanti.
    Bisogna intervenire prima di raggiungere le soglie e bisogna intervenire su tutte le fonti di inquinamento, non solo le automobili.
    Purtroppo non si può entrare in casa della gente a controllare le caldaie.

  3. Paola Testa
    Paola Testa dice:

    Ma davvero? E chi se lo aspettava?? Lo sanno tutti che l’inquinamento da automobili corrisponde al 15% del totale, ma demagogia vuole che si vadano a colpire sempre gli stessi. Mentre tutte le vere fonti di inquinamento vengono puntualmente ignorate…

  4. Leonardo Libero
    Leonardo Libero dice:

    Il fatto, lungi dall’essere sorprendente, era anzi ben prevedibile.

    L’allegato 2 di questa petizione (lanciata nel 2017)

    https://www.change.org/p/signor-presidente-del-parlamento-europeo-signor-presidente-del-senato-italiano-basta-con-i-blocchi-ambientali-della-circolazione ,

    della quale questa è una copia quasi identica, ma meglio leggible di quella pubblicata

    https://drive.google.com/file/d/1JelD5wWlg_Ig7t6XayhNJtUh1o6pZ5sK/view ,

    contiene infatti un lungo elenco di casi in cui i bocchi non hanno fatto diminuire lo smog ed almeno un caso incui non hanno nemmeno impedito che aumentasse.

    Il perchè è spiegato nella stessa petizione, che ha raccolto 391 adesioni, mole delle quali di esperti,fra cui quelle di Claudio Della Volpe e Vincenzo Balzani, docenti universitari di CHIMICA,,la materia scientifica sulla quale essa petizione si basa.

    E poichè certe teste non si fanno convincere nè dalla Scienza nè dall’Esperienza, si fanno inevitabilmente sospettare di interesse privato.

    .

  5. Gisella
    Gisella dice:

    E cosa ne dite di tutte le caldaie a gasolio ancora attive?
    Ma come si fa a pretendere blocchi auto nuove, bloccherete bus, taxi ecc?
    Io ci metterei un ora e mezza per andare al lavoro con i mezzi, mi dovrei alzare alle 4

  6. aurelio sartor
    aurelio sartor dice:

    Per attenuare la presenza delle polveri, gli operatori AMIAT, spazzano le trade con le turbine ad aria, grande trovata

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