Winkelmann, l’asso nella manica di Diess per rilanciare ancora la Lamborghini

Il tedesco Stephan Winkelmann, nato nel ’64 a Berlino, dall’1 dicembre ritornerà al timone della Lamborghini nel ruolo di Ceo, in sostituzione di Stefano Domenicali, già direttore sportivo della Ferrari, destinato a diventare il patron della Formula 1.

Una sostituzione voluta dal Ceo di Volkswagen Group, Herbert Diess per affrontare la sfida per i prossimi dieci anni (elettrificazione, guida autonoma, digitalizzazione della gamma) lanciata contro Tesla con la creazione della divisione Artemis che ha in progetto lo sviluppo di una ammiraglia 100% elettrica battezzata Landjet. Sarà prodotta dal Gruppo Volkswagen ad Hannover con autonomia di 650 km, debutto nel 2024. Non è dato sapere se si tratterà di un Suv o di una berlina. Le versioni Bentley e Porsche arriveranno successivamente.

Si tratta di un ritorno per Winkelmann che ha ricoperto il ruolo di presidente e ad della Lamborghini ma anche presidente di Audi Sport: nel 2004, infatti, questo manager, sostituì Werner Mischke, ex direttore Audi. E proprio lui decise di affidare i disegni delle vetture alla Lamborghini Centro Stile a capo della quale si erano alternati stilisti di peso come Donckerwolke, De Silva, Fitzgerald e Perini. Fra i prototipi vanno ricordati la 3500 GTZ vista al Salone di Londra, la Flying Star II, la 400 GT Monza, la Marzal, la Countach LP500 ed ancora Bravo, Cheetach, Faena, Athon, Marco Polo, LM003, LM004, P132, Countach Evoluzione, Portofino, Genesis, P140, Calà, Raptor, P147 Acosta e Canto, Concept S, Miura concept, Reventon, Estoque, Reventon Roadster, Sesto Elemento, Aventador J, Urus, Veneno anche Roadster, Egoista, 5-95, Asterion, Centenario anche Roadster, Terzo Millennio, Lambo V12 Vision GT, Sian. A fondare a Sant’Agata Bolognese la Lamborghini fu il mitico Ferruccio, il re dei trattori.

Era il 7 maggio 1963. Disponeva di ingegneri e tecnici molto in gamba come Giotto Bizzarini (motori), Gian Paolo Dallara e Paolo Stanziani (telaio), Franco Scaglione (design). Il primo esemplare, rimasto unico, fu l’avveniristica 350 GTV, poi riforgiata dalla carrozzeria Touring nacque la 350 GT, Gran Turismo a due posti. Seguirono, nel ’66, le 400GT e 400GT 2+2, quindi la Miura col motore posteriore, rimasta in produzione fino al 1973, firmata da Bertone e Gandini ed ancora la Islero (poi sostituita dalla Jarama), il coupè Espada, il prototipo Marzal, la Urraco col motore V8 di 2,5 litri, la Countach.

Nel ’72 Lamborghini cedette la maggioranza delle azioni allo svizzero Rossetti ed a Leimar l’anno dopo. Iniziarono anni difficili per la crisi petrolifera. Nel ’76 arrivò la prima convertibile Silhouette con meccanica Urraco ma anche l’accordo con Bmw per costruire 800 esemplari della M1, accordo poi rescisso come pure del fuoristrada Cheetah per l’esercito Usa. Nel ’78 il tribunale di Bologna pose l’azienda in amministrazione controllata. Un anno dopo fu siglato un accordo con Fiat per la 127 Rustica prodotta in Brasile. Nell’80 la Lamborghini fu messa in liquidazione e fu rilevata dai fratelli Mimran ed arrivò la denominazione “Nuova Automobili Lamborghini”. E pian piano vennero prodotte Jalpa ed il fuoristrada LM002 ma anche motori marini, moto. Nell’87 fu la Chrysler ad acquistare la Lamborghini e videro la luce la berlina Portofino, la Countach 25° Anniversary, la Diablo poi affiancata dalla prima supercar VT a trazione integrale.

Nel ’94 Chrysler cedette l’azienda alla Megatech e fu realizzata la Diablo Roadster, anno in cui la presidenza fu assegnata a Vittorio Di Capua (poi sostituito da Giuseppe Greco). Nel ’98 la Lamborghini fu acquistata da Audi che al Salone di Francoforte nel 2001 presentò la Murcielago. Quindi la piccola Gallardo con motore V10 prodotta fino al
2013 in oltre 35 versioni (coupè, spider, a 2 o 4 ruote motrici).
Attualmente in listino ci sono Aventador (da 345.500 euro) in tre allestimenti, motore V12 da 6,5 litri da 700 cv ,Aventador Roadster da 384.670 euro, Huracan da 197.000 euro, 610 cv, 326 kmh, Huracan Spyder da 216.500 euro, Urus da 207.000 euro, motore V8 da 4 litri della Porsche Panamera Turbo da 650 cv.

Winkelmann manterrà anche la carica di Presidente della Bugatti.

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